Castello Zuccaretti a Massafra
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Floliva, Castello di Massafra, 18 maggio 2019
dal Catalogo
La cittadina di Massafra è adagiata ai piedi della Murgia tarantina e nel Parco Naturale Regionale Terre delle Gravine. Le gravine sono formazioni rocciose carsiche frutto dell’erosione, e raggiungono spesso anche una profondità che va oltre i 100 metri, dando loro un aspetto che può anche ricordare da vicino quello di un canyon.
La gravina di San Marco divide in due parti la cittadina di Massafra, visitabili entrambe grazie a ponti che le collegano.
Il castello di Massafra si trova nel centro storico di Massafra, in località lo Pizzo e si affaccia sulla gravina San Marco.
Il Castello fu edificato sotto la dominazione Normanna, in un diploma del 1081 il castello risulta di proprietà di Riccardo Senescalco. Con il dominio angioino, il castello assunse l'aspetto di una fortezza con mura e torri merlate. Subì ulteriori trasformazioni sotto gli Aragonesi e nel XVIII secolo la famiglia degli Imperiali ricostruì la torre ottagonale e la facciata verso la gravina, opera dell'architetto leccese Mauro Manieri.
Storicamente si sa che il regio Demanio lo vendette a Michelangelo Zuccaretti e, alla morte di questi, nel 1859 passò per testamento ai Pellegrini di Napoli. Venne, infine, acquistato da privati e successivamente dal Comune.
La pianta presenta quattro torrioni disposti a quadrilatero e legati da cinte murarie. Tre torri sono a pianta circolare mentre il torrione a sud-est è ottagonale.
L'ingresso principale, su via La Terra, immette nella cosiddetta piazza d'armi e conduce ad una rampa che portava al ponte levatoio sulla facciata del castello, di cui sono ancora visibili le carrucole, e da questo al cortile interno del castello.
Una scalinata nel cortile interno del castello permette l'accesso al piano superiore ove erano gli ambienti della residenza signorile.
Nei piani inferiori vi erano locali adibiti a diversi usi: scuderia, fienile, armeria, prigioni (corrispondenti alle torri su via La Terra e alla torre ottagonale), magazzini, neviere e pecerie.
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