Cappella-Cripta di San Candelora a Massafra

a cura di Sara Rutigliano, Veronica Santoni, pubblicato il 22/04/2022

L’insieme delle chiese rupestri presenti nelle gravine di Puglia è stato denominato anche “Tebaide” del Sud Italia. In queste gravine, luoghi solitari, di grande quiete e silenzio, le persone si ritiravano per vivere in preghiera e in solitudine, come accadeva nella regione desertica dell’Alto Egitto, avente per capitale Tebe, nella quale si sviluppò anticamente una vita eremitica orientata verso forme monastiche in cenobî.

A. Ceccato, Cripta della Candelora, Gelatina-bromuro/vetro, secondo quarto XX, 1600214297 Catalogo Generale dei Beni Culturali
A. Ceccato, Cripta della Candelora, Gelatina-bromuro/vetro, secondo quarto XX, 1600214297

dal Catalogo

La cittadina di Massafra è adagiata ai piedi della Murgia tarantina e nel Parco Naturale Regionale Terre delle Gravine. Le gravine sono formazioni rocciose carsiche frutto dell’erosione, e raggiungono spesso anche una profondità che va oltre i 100 metri, dando loro un aspetto che può anche ricordare da vicino quello di un canyon.

La gravina di San Marco divide in due parti la cittadina di Massafra, visitabili entrambe grazie a ponti che le collegano.

Nella gravina di San Marco sono state costruite tre chiese di grande rilievo: Santa Marina, San Marco e la più nota cripta della Candelora.

Lo scavo della gravina per la creazione degli ambienti della Chiesa della Candelora è attribuibile alla fine del XII secolo. Attualmente alterata dalla distruzione della facciata avvenuta nell’800 la Chiesa ha un’aula divisa in tre navate da due pilastri. La chiesa ha subìto l'asportazione della zona absidale e l'abbassamento del pavimento originario di circa un metro con la totale demolizione del triforio.

Peculiari sono i soffitti che presentano volte a schiena d’asino, a stella, a vela e a cupola lenticolare.

La Candelora è famosa per i suoi dipinti parietali, i più antichi attribuiti al XIII secolo dal Diehl.

Tra le raffigurazioni sulla parete orientale il più noto fra essi rappresenta la Presentazione al Tempio, comunemente detta la Candelora, da cui ha preso il nome la cappella.

All’interno e fuori l’archeggiatura si osserva una ricca fascia decorativa, simile a quelle delle immagini dei SS. Nella parete settentrionale le arcate ospitano, da destra a sinistra, il dittico di San Nicola pellegrino e Santo Stefano, avente anch’esso ai piedi una figura di committente in abito bianco sacerdotale, ed una Madonna con Bambino, posta tra due immagini di San Nicola.

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Bibliografia

Diehl C., L' art byzantin dans l'Italie méridionale (rist. anast. Parigi, 1894), 1967

Dell'Aquila F., Messina A., Il "Templon" nelle Chiese Rupestri dell'Italia Meridionale, Byzantion , 1989, Vol. 59, Leuven/Louvain, Belgium, 1989

Bibliografia in rete

Itinerari culturali del medioevo pugliese, (LINK)

altri approfondimenti


Altre risorse