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Lupiae, Acaya veduta del Castello e della porta, Lecce, 1 ottobre 2012

Nel 1506 Alfonso di Acaya costruì il nucleo più antico del Castello e suo figlio Giangiacomo nel 1535 la fece cingere di mura, fece fortificare il castello con baluardi, bastioni e fossato e diede al villaggio un piano ubanistico.

Dopo la morte di Giangiacomo nel 1570, il feudo di Acaya passò al Regio Fisco e nel 1608 alla famiglia De Montibus che la fortificò ulteriormente per timore delle incursioni turche.

Quando il Castello divenne di proprietà della famiglia Vernazza non vennero fatte ulteriori modifiche e l’edificio ha conservato la sua struttura tipica di rocca rinascimentale.

La pianta del Castello è costituita da un quadrilatero ai cui vertici si innestano i bastioni, di forma bassa e robusta, adatti alla difesa\attacco contro armi da fuoco. In direzione N-W e S-E si innestano due speroni di forma triangolare, ai due lati opposti si innestano invece torrioni circolari.

Il castello, tuttavia, non ebbe solo funzione difensiva, un esempio su tutti è la sala ennagonale, della torre N-E arricchita da pregevoli fregi. L'intero impianto è arricchito da diversi stemmi della famiglia dei dell'Acaya.

Dal lato nord dell'antico maniero sono affiorate le tracce di una piccola chiesa bizantina e sotto di essa alcune sepolture. Durante i lavori di restauro è stato ritrovato anche un affresco all'interno di una intercapedine. Si tratta della Dormitio Virginis databile alla seconda metà del Trecento, estesa circa quattro metri per tre. La raffigurazione, perfettamente conservata, rappresenta gli Apostoli che assistono la morte della Vergine e Gesù che ne raccoglie l'Anima e la presenta al Padre, secondo la tradizione iconografica che fa riferimento ai Vangeli apocrifi.