Dodici mesi e dodici segni zodiacali

decorazione plastico-pittorica, 1538 - ca 1612
Giulio Romano (bottega)
1499 ca./ 1546

Ambiente di pianta rettangolare, voltato a botte, comunicante con la sala di Troia per mezzo di una porta sulla parete settentrionale, con la loggia di Eleonora e la galleria delle Mostra rispettivamente mediante porte al centro delle testate est e ovest, terminanti ad abside; sei finestre si aprono sul cortile della Mostra, sulla parete meridionale. L'apparato decorativo parietale prevede una serie di paraste corinzie sostenenti una trabeazione in stucco, il cui ritmo disegna sei campate su ciascuna delle pareti maggiori e altrettante partizioni sulla volta; tra terza e quarta campata si colloca un settore murario di giunzione, ugualmente decorato. Sulla parete settentrionale lo spazio tra le paraste ospita quattro nicchie entro doppi archi e due porte, di cui la prima tamponata; la terminazione ad abside delle due testate è arricchita da una coppia di nicchie laterali; rilievi in stucco ornano gli spazi dei muri di testata, gli spicchi tra archi e paraste alle pareti e la volta, in alternanza a parti di decorazione dipinta

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    intonaco/ pittura a fresco
    stucco/ doratura
    stucco/ modellatura
    marmo bianco di Carrara/ scultura
    stucco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Giulio Romano (1499 Ca./ 1546): disegnatore
    Giulio Romano (bottega): decoratore
    Rinaldo Mantovano (attribuito): pittore
    Scultori Giovanni Battista Detto Giovanni Battista Mantovano (1503/ 1575): scultore
    Viani, Antonio Maria (cerchia)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 27/ Galleria dei Marmi o dei Mesi
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La loggia dei Marmi deve il proprio nome all'originaria presenza di marmi antichi (statue, busti, rilievi) nel contesto della decorazione: l'ambiente è noto, tuttavia, anche con la denominazione di galleria dei Mesi, dovuta alla presenza di figure in stucco allusive ai mesi dell'anno e recanti simboli dello zodiaco sulle pareti maggiori. Essa fu l'ultima camera dell'appartamento di Troia realizzata sotto la prefettura di Giulio Romano, tra 1538 e 1539: a questa fase appartiene circa la metà orientale dell'ambiente, sviluppato in tre campate e collocato a sud della sala di Troia; il raddoppio dell'estensione della loggia verso ovest e la sua trasformazione in una vera e propria galleria spettano invece all'epoca di Guglielmo Gonzaga e furono attuati tra 1565 e 1572 circa, sotto la prefettura di Giovan Battista Bertani. Tale intervento fu accompagnato dalla riproposizione delle tipologie di ornati giulieschi e dal recupero e integrazione di alcuni stucchi appartenenti a quella prima fase nella testata occidentale “ricostruita” a seguito del prolungamento. La galleria si configura quindi come il risultato di due distinte fase decorative: la prima, condotta su disegno e supervisione di Giulio Romano, coinvolse tra i collaboratori del Pippi certamente il pittore Rinaldo Mantovano, lo scultore Giovan Battista Scultori e un certo Recanati, doratore degli stucchi della volta; la seconda, sorprendentemente, non ebbe inizio con la conclusione dei lavori architettonici di raddoppio dell'ambiente (1572/1573 ca.), ma fu attuata, secondo la critica, tra la fine del XVI secolo e l'inizio del successivo, sotto la probabile direzione del prefetto Antonio Maria Viani. È stato infatti rilevato che il duca Vincenzo I Gonzaga fu committente di alcuni interventi nelle sale dell'appartamento di Troia, oltre che della decorazione della loggia di Eleonora (1595 ca.), alla quale si accede dalla testata orientale della galleria. L'ambiente presenta un'impostazione architettonica di marcato impianto classicheggiante, ispirata a quella di villa Madama e di villa Lante a Roma, pensata da Giulio Romano e poi ulteriormente sfruttata in funzione dell'esposizione di marmi antichi. I rilievi di Ippolito Andreasi (1567 ca.), conservati a Düsseldorf e riferiti alle due testate e alle ultime tre campate verso est (pareti nord e sud), permettono di risalire ai pezzi originariamente collocati nella loggia, in parte poi perduti e dispersi, in parte conservatisi; delle scelte collezionistiche di Guglielmo Gonzaga in ambito antiquario, con il relativo allestimento dei pezzi in questa galleria, non sono invece note testimonianze dirette. La decorazione pittorica si basa sul motivo della grottesca su fondo bianco, al quale si affiancano, sulle pareti, motivi naturalistici di derivazione lacustre, quali canne e fauna selvatica; sulla volta sono affrescati danze e scherzi di putti, alternati a rilievi in stucco su fondo scuro. Rilievi marmorei e in stucco decorano le nicchie e gli spazi laterali delle due testate, e i settori triangolari tra archi e paraste alle pareti. La lettura iconologica della parte giuliesca della galleria recentemente proposta da Koering (2013) mette in risalto il tema della ciclicità della natura, connesso alla dialettica corpo/anima. Il pavimento a lastre quadrate in marmo veronese rosso e bianco risale al restauro diretto da Clinio Cottafavi all'inizio degli anni Trenta del secolo scorso, avendo sostituito quello rinvenuto a inizio lavori, a sua volta messo in opera sull'originario: alcuni quadri in laterizi della prima pavimentazione sono stati lasciati a vista (davanti alle porte della testata ovest e della parete nord, nella nicchia della testata orientale e in alcuni punti alla base delle paraste della parete meridionale)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267712-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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