decorazione plastico-pittorica, complesso decorativo di Giulio Romano, Giulio Romano (bottega), Giulio Romano (bottega), Giulio Romano (bottega), Guazzi Anselmo, Ghisoni Fermo detto Fermo da Caravaggio, Luca Fiammingo (secondo quarto, terzo quarto sec. XVI, sec. XVI)

decorazione plastico-pittorica, 1536 - 1536
Giulio Romano (bottega)
1499 ca./ 1546

Camera di pianta trapezoidale, dotata di un accesso dalla sala di Manto e di un accesso verso la camera delle Teste; tre le finestre sul lato occidentale. Circa a metà della parete orientale si apre un breve e stretto corridoio che conduce alla loggetta dei Cani e al vano scala di comunicazione con le stanze superiori. La camera è coperta da soffitto a cassettoni, nel plafone centrale del quale è collocato un dipinto su tela, e presenta un apparato decorativo plastico-pittorico nel registro superiore delle quattro pareti; del registro inferiore si conserva la decorazione pittorica dei vani delle porte. Nel registro inferiore delle pareti nord, est e sud si conservano testimonianze pittoriche antecedenti la redazione giuliesca della camera: rispettivamente un frammento con candelabra, un paesaggio con Monte Olimpo, una porzione decorativa a finti marmi di uno sguincio di porta

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
  • MISURE Altezza: 6,55 m
    Lunghezza: 12,70 m
    Larghezza: 8,00 m
  • ATTRIBUZIONI Giulio Romano (1499 Ca./ 1546): inventore
    Giulio Romano (bottega): pittore
    Guazzi Anselmo (1503 Ca/ 1553): decoratore
    Ghisoni Fermo Detto Fermo Da Caravaggio (1505 Ca./ 1575): scultore
    Luca Fiammingo (notizie 1535-1554)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 19/ Camera dei Cavalli
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La camera dei Cavalli è uno degli ambienti dell'appartamento di Troia, i cui lavori, diretti da Giulio Romano, interessarono gli anni 1536-1539. Conclusa nel 1536, essa conserva le tracce di preesistenti fabbriche, sulle quali l'architetto impostò la nuova dimora di rappresentanza del duca Federico II Gonzaga: sulla parete nord si osserva, infatti, un tratto di muro con motivo dipinto (una candelabra) riferito al limite verso occidente del corpo di fabbrica ospitante l'appartamento di Federico II da celibe, mentre sulla parete orientale un'ampia porzione di affresco raffigurante un monte Olimpo al centro di un labirinto d'acqua e recentemente attribuito al salisburghese Hans Bocksberger si data al 1530-1536; accanto al paesaggio, sulla parete sud, l'intradosso di una porta recante i segni di grossi cardini dichiarerebbe l'originario affaccio della camera sull'esterno, in una fase anteriore ai lavori degli anni Trenta. All'intervento di Giulio Romano risale, infine, la realizzazione di una scala a lumaca addossata alla parete occidentale, verso l'attuale Sala di Manto, che metteva la camera in diretta comunicazione con il pianterreno: di essa si conservano tracce ad affresco e in stucco. L'ambiente deve il proprio nome all'originaria presenza, entro le cornici in stucco delle pareti, di nove tele raffiguranti cavalli, perdute nel Settecento; la decorazione pittorica dei pannelli in stucco spetta ad Anselmo Guazzi, autore, inoltre, di almeno un cavallo della serie; i documenti riferiscono quindi del lavoro di Luca Fiammingo o “Todesco” (Lucas Cornelitz), impegnato nell'ottobre 1536 a dorare i pilastri tra i dipinti e il cornicione “in cima alla spaliera” e a “conciare tutti li paesi delli cavalli con soi morsi et littere”; i documenti citano altri anonimi stuccatori e indoratori. Al centro del soffitto ligneo a cassettoni è stato ricollocato, nel corso del restauro diretto da Clinio Cottafavi nel 1926, un dipinto su tela raffigurante la “Caduta di Icaro”, attribuito a Fermo Ghisoni su disegno di Giulio Romano. Secondo L'Occaso (2019) l'intero apparato decorativo della sala sarebbe frutto di un rimaneggiamento generale di epoca guglielmina, comprendendo anche il soffitto a cassettoni decorato con festoni vegetali che mostrerebbe caratteri stilistici posteriori. Guglielmo Gonzaga nell'ottavo decennio del secolo infatti promosse una campagna di aggiornamento pittorico in alcuni ambienti dell'appartamento di Troia nonchè nelle stanze superiori. Perduto è il camino della camera (per alcuni di pietra, per altri in marmo rosso intarsiato), con cappa modellata in stucco da Agostino da Covo. Per comprendere quanto, di ciò che oggi si osserva nella camera, si debba al restauro di Cottafavi, occorre ricordare che in occasione di quell'intervento furono risarciti lunghi tratti di cornici del soffitto e delle fasce in stucco alle pareti, poiché il fregio in stucco a can corrente “era per un buon terzo caduto e ben pochi residui [...] fu dato trovare della seconda cornice, immediatamente sopra ai riquadri che un tempo contenevano le tele coi cavalli”; nella parete ovest, in cui si aprivano due finestre e due vani rettangolari ad esse soprastanti, fu riaperta una terza finestra, murata in epoca successiva (sotto Guglielmo Gonzaga), e si procedette alla “sistemazione della specchiatura che ne risultava tra la seconda e la terza apertura riproducendo esattamente l'altra tra la prima e la seconda finestra”. Furono quindi murati i vani rettangolari delle due soprafinestre, aperti anch'essi in epoca successiva forse proprio per compensare la perdita di luce seguita alla chiusura della terza finestra. L'affresco con Monte Olimpo sorgente dal labirinto d'acqua sulla parete est fu scoperto nel corso di tali lavori e ampiamente integrato nella parte destra del riquadro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267705-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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