Dio Padre tra angeli

dipinto, post 1525 - ante 1549

La lunetta presenta al centro Dio Padre, con lo sguardo assorto rivolto verso il basso, circondato da numerosi angeli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 212 cm
    Larghezza: 130 cm
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Pippi Giulio Detto Giulio Romano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto venne acquistato per opera di Roberto d'Azeglio presso l’antiquario Angelo Boucheron. Nei cataloghi storici della pinacoteca viene attribuito a Giulio Romano (Benna 1857; Callery) o a Rinaldo Mantovano (Gamba; Baudi di Vesme). Noemi Gabrielli (1971) conferma l'attribuzione a Rinaldo Mantovano, pittore attivo nell'ambito di Giulio Romano in Palazzo del Te a Mantova; tuttavia non esistono a tutt’oggi pale d’altare o dipinti pertinenti su cui operare confronti stilistici o iconografici. Neppure la storiografia artistica mantovana aiuta in tal senso: essa ha collegato al nome del pittore una quantità di opere genericamente giuliesche, ma le attribuzioni non reggono ad una verifica critica (Belluzzi 1998, pp. 193-199). Il suo stile è stato correttamente letto da Oberhuber come una eredità di Mantegna, con predilezione per le figure in scorcio nella sala di Psiche e in quella dei Giganti, caratterizzate da "superfici ampie, linee molto lunghe, luci morbide e di grande effetto decorativo", in un orientamento molto contrastante rispetto a quello di Giulio Romano, maestro nel fondere linee, luci e colori (Oberhuber, 1989, p. 146). È evidente nel dipinto raffigurante il Padre Eterno un riferimento a Giulio Romano nella impaginazione, nella possanza e ipertrofia muscolare de personaggi raffigurati: in particolare, si possono riscontrare affinità tra il dipinto e il disegno con Sant'Andrea in gloria, del Metropolitan Museum di New York, di ambito giuliesco. Sembra di poter individuare delle somiglianze stilistiche anche con la fase classicista di Giulio Campi nella pala d'altare in San Sigismondo a Cremona, intorno al 1540. Al momento attuale la questione attributiva si può risolvere soltanto con una generica pertinenza ad "ambito mantovano" o a "scuola di Giulio Romano". Non è certo neppure se i due dipinti del Padre Eterno e dell'Assunta provenissero da un'unica composizione o meno, nonostante alcuni elementi sembrino provarlo, quali le cromie simili, la caratterizzazione fisica dei personaggi, la quinta celeste caratterizzata da nubi grigie
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100351268
  • NUMERO D'INVENTARIO 539
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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