decorazione plastico-pittorica di Giulio Romano, Viani, Antonio Maria (cerchia), Viani, Antonio Maria (cerchia) (fine/ inizio secc. XVI/ XVII)
decorazione plastico-pittorica
1595 - ca 1612
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546)
1499 ca./ 1546
Viani, Antonio Maria (cerchia)
1550 (?)-1635
Apparato plastico-pittorico della testata orientale della galleria, caratterizzata da nicchione centrale
- OGGETTO decorazione plastico-pittorica
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MATERIA E TECNICA
stucco/ modellatura a stampo
intonaco/ pittura a fresco
marmo bianco di Carrara/ scultura
stucco/ doratura
stucco/ modellatura
stucco/ pittura
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MISURE
Altezza: 5,10 m
Lunghezza: 6,30 m
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ATTRIBUZIONI
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546): inventore
Viani, Antonio Maria (cerchia): decoratore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 27/ Galleria dei Marmi o dei Mesi
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La testata occidentale appartiene alla fase decorativa seguita al raddoppio dell'ambiente e alla sua trasformazione da loggia ad attuale galleria. L'apparato decorativo ricalca l'originaria testata giuliesca, della quale fu attuato il recupero di alcuni elementi scultorei. Il cornicione in stucco d'imposta della volta divide la testata in due grandi settori: il lunettone superiore e la parete sottostante, al centro della quale si apre una grande nicchia. La lunetta ospita una nicchia circolare in stucco, dalla doppia cornice dorata: la parte interna è ornata da motivo a squame, mentre la fascia esterna presenta fini racemi vegetali dipinti su fondo bianco. Davanti alla nicchia si colloca un busto di imperatore romano in gesso, poggiante su base in stucco, di recente collocazione; il rilievo grafico della testata occidentale giuliesca di I. Andreasi (1567 ca.) testimonia che in corrispondenza della nicchia era originariamente collocato il busto della dea Minerva. Come il busto femminile della testata opposta, esso passò in Inghilterra con la vendita alla Corona dei beni gonzagheschi (1627) e fu in seguito disperso. Il campo della lunetta presenta una rigogliosa decorazione dipinta a girali vegetali e motivi a grottesca su fondo bianco. La grande nicchia sottostante è affiancata da spazi destinati a rilievi, distribuiti sopra e sotto il cornicione in stucco che funge da trabeazione e base del catino della nicchia stessa. I due settori superiori, oggi vuoti, ospitavano due stucchi giulieschi recuperati dalla testata originaria, raffiguranti “Il Giorno” (“Apollo con i cavalli del sole”, cfr. disegno preparatorio di Giulio Romano a Chatsworth, inv. 122) e “La Notte” (“Allegoria del sonno”, cfr. disegno preparatorio di Giulio Romano a Chatsworth, inv. 91): i due rilievi furono trasferiti nel 1813 a Palazzo Te (Camera delle Cariatidi). Nel settore inferiore, sopra la porticina sinistra, si conserva uno stucco giuliesco raffigurante una figura femminile scoperta da un uomo, presso una fonte: la scena è stata interpretata come l'incontro di Manto e del dio Tiberino, genitori di Ocno, fondatore e primo re di Mantova, secondo Virgilio. Cottafavi (1933) ricorda che questo rilievo era uno dei pochi superstiti della galleria all'epoca del restauro del 1930. In posizione simmetrica, sulla seconda porticina, si trova uno stucco raffigurante una figura femminile semidistesa, acefala e priva di un braccio, con due amorini sullo sfondo: l'attuale rilievo ha sostituito, in date non ancora precisate, una composizione di cui conserva memoria il disegno della testata realizzato da I. Andreasi e consistente in un assemblaggio tra un marmo romano, il “Trono di Giove” (tuttora conservato a Palazzo Ducale e di proprietà del Comune di Mantova, inv. Gen. 6721: smurato dopo il 1933?) e un Ganimede in stucco di invenzione giuliesca. L'interno del nicchione è caratterizzato da un complesso apparato plastico-pittorico, suddiviso in tre macro-settori dalle partizioni del catino e dalle sottostanti lesene alla parete. I tre comparti che compongono il catino, delimitati da cornici in stucco dipinte a fini grottesche, contengono medaglioni centrali in stucco e valve di conchiglia dipinte ai quattro angoli: i soggetti modellati, ispirati a personificazioni monetali e glittiche classiche, sono una Abbondanza (?) (sinistra), due figure in atto di stringersi la mano in segno di pace (centro), una figura femminile panneggiata non identificabile (destra). La parete è scavata da due nicchie minori con catino modellato a valva di conchiglia e fondo dipinto a finti marmi. La nicchia sinistra, oggi ospitante la scultura antica di proprietà del Comune di Mantova inv. gen. 6789, doveva contenere la stessa statua femminile prevista dall'originario progetto giuliesco (non identificata) mentre la destra, nella quale è oggi collocata la statua antica di flautista inv. gen. 6705 (proprietà del Comune di Mantova), ospitava un Mercurio. I tre rilievi raffiguranti amorini con attributi marziali murati nei due incassi soprastanti le nicchie sono stati qui ricollocati dopo il 1992, con l'intenzione di restituire alle sculture la posizione pensata da Giulio Romano nella testata originaria: i tre genietti marziali sono opere rinascimentali tratti dall'antico, recentemente collegati al collezionismo del cardinale Sigismondo Gonzaga e attribuiti a Bernardino Germani (invv. genn. 11581-11583, proprietà del Comune di Mantova). Cottafavi (1933) ricorda che dei rilievi incassati da Giulio Romano nelle due testate sopravvissero in loco solo il “Crono” (Saturno) della testata orientale e i due stucchi sopra le porticine della testata in oggetto; infine, che “qualche altro calco è stato aggiunto da noi, prendendolo da marmi che presumibilmente vi avevano avuto posto”
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267712-2.17
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0