decorazione plastico-pittorica di Giulio Romano, Giulio Romano (bottega), Scultori Giovanni Battista detto Giovanni Battista Mantovano (sec. XVI)
decorazione plastico-pittorica,
1538-1539
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546)
1499 ca./ 1546
Giulio Romano (bottega)
1499 ca./ 1546
Apparato plastico-pittorico della testata orientale della galleria, caratterizzata da nicchione centrale
- OGGETTO decorazione plastico-pittorica
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MATERIA E TECNICA
stucco/ modellatura a stampo
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MISURE
Altezza: 5,10 m
Lunghezza: 6,40 m
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ATTRIBUZIONI
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546): disegnatore
Giulio Romano (bottega): decoratore
Scultori Giovanni Battista Detto Giovanni Battista Mantovano (1503/ 1575): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 27/ Galleria dei Marmi o dei Mesi
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La testata orientale della galleria appartiene all'originaria loggia giuliesca. Il cornicione in stucco d'imposta della volta divide la testata in due grandi settori: il lunettone superiore e la parete sottostante, al centro della quale si apre una grande nicchia. La lunetta ospita una nicchia circolare in stucco, dalla doppia cornice dorata: la parte interna è ornata da motivo a squame, mentre la fascia esterna presenta fini racemi vegetali dipinti su fondo bianco. Davanti alla nicchia si colloca un busto di imperatore romano in gesso, poggiante su base in stucco, di recente collocazione; il rilievo grafico di I. Andreasi (1567 ca.) testimonia infatti che in corrispondenza di questa nicchia era originariamente collocato il busto di una dea, già identificata con Diana e oggi più correttamente con Venere. Come il busto femminile della testata opposta, esso passò in Inghilterra con la vendita alla Corona dei beni gonzagheschi (1627) e fu in seguito disperso. Il campo della lunetta presenta una rigogliosa decorazione dipinta a girali vegetali e motivi a grottesca su fondo bianco. La grande nicchia sottostante è affiancata da due coppie di rilievi, distribuiti sopra e sotto il cornicione in stucco che funge da trabeazione e base del catino della nicchia stessa. Nei due settori superiori si osservano due stucchi: il rilievo di sinistra raffigura Ops (Opi), dea della terra e dell'abbondanza, e Saturno in atto di divorare i propri figli, separati da un orologio (disegno preparatorio di Giulio Romano a Oxford, Christ Church, inv. JBS 455); il rilievo di destra è una copia moderna della cosiddetta “Aurora” (ma per alcuni una allegoria dei Quattro Elementi), rilievo trasferito nel 1813 a Palazzo Te (Camera delle Cariatidi). I due settori inferiori ospitano invece due rilievi in marmo antichi: un “Sileno su biga trainata da capri” a sinistra e un “Sileno con menadi e satiri” a destra, sculture di epoca augustea (di proprietà del Comune di Mantova) qui ricollocate tra 1989 e 1992 sulla base del rilievo di Andreasi, che testimonia come esse fossero parte della decorazione ideata da Giulio Romano. L'interno del nicchione, al centro del quale fu aperta una porta in sostituzione dell'originaria finestra, è caratterizzato da un complesso apparato plastico-pittorico, suddiviso in tre macro-settori dalle partizioni del catino e dalle sottostanti lesene alla parete. I tre comparti che compongono il catino, delimitati da cornici in stucco dipinte a fini grottesche, contengono medaglioni centrali in stucco e valve di conchiglia dipinte ai quattro angoli: i soggetti modellati, ispirati a personificazioni monetali e glittiche classiche, sono una Vittoria con scudo (sinistra), Annona in atto di porgere il corno dell'abbondanza a Cerere (centro), una probabile Pace con cornucopia e ramo d'ulivo (destra). La parete è scavata da due nicchie minori con catino modellato a valva di conchiglia e fondo dipinto a finti marmi. La nicchia sinistra, oggi vuota, ospitava una statua di Apollo (la decorazione a finti marmi è deturpata da innumerevoli scritte incise e non, alcune di epoca assai remota); il rilievo soprastante, in marmo, raffigura giovani ginnasti ed è opera di imitazione dell'antico di inizio XVI secolo: qui collocato da Giulio Romano e in seguito rimosso, passò in proprietà del Comune di Mantova, e fu qui ricollocato dopo il 1992. La nicchia destra, ospitante in origine una statua di Diana, contiene oggi il torso femminile inv. gen. 6787 del Comune di Mantova, ed è sormontata da un rilievo in stucco composto di due parti: la sinistra corrisponde alla “piccola figura mutila in stucco, forse calco di un marmo perduto” ricordata come superstite da Cottafavi (1933); la destra è un calco del “Filottete” di Tullio Lombardo scolpito per Isabella d'Este attorno al 1522, qui inserito nel 1989. Cottafavi (1933) ricorda inoltre che dei rilievi incassati da Giulio Romano nelle due testate sopravvissero in loco solo il “Crono” (Saturno) della testata in oggetto e i due stucchi sopra le porticine della testata ovest; infine, che “qualche altro calco è stato aggiunto da noi, prendendolo da marmi che presumibilmente vi avevano avuto posto”
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267712-2.16
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0