Chiesa Cattedrale di Giovinazzo
Eretta sulla linea costiera pugliese, la Concattedrale di Giovinazzo affaccia direttamente sul mare da una posizione sopraelevata, un elemento non estraneo alle chiese di località costiere. La sua costruzione viene fatta risalire all'epoca normanna dalla gran parte degli studiosi; nello specifico sarebbe il frutto di un'elargizione di Costanza, vedova di Boemondo d'Altavilla, casata reggente nel XII secolo. Le esigenze della diocesi sembravano infatti essere cresciute e si manifestò la necessità di trasferire la sede della cattedrale dalla chiesa di Santa Maria dell'Episcopo a una nuova struttura, che venne quindi appositamente edificata e dedicata all'Assunta. La critica sembra essere piuttosto concorde nel riferire il 1150 come anno di completamento della cripta e il 1180 come termine della costruzione della chiesa superiore; per la consacrazione occorre invece aspettare il 1283.
dal Catalogo
L'attuale assetto della chiesa prevede tre navate divise da pilastri, con tre cappelle per lato nelle navate laterali e una copertura con alternate cupole ribassate e volte a crociera; dopo l’ampio transetto si apre una grande abside centrale e, dalla navata sinistra si accede alla cripta. Esternamente svettano le due torri absidali divenute il simbolo di Giovinazzo.
Tale struttura è il frutto di un lungo avvicendarsi di restauri e rifacimenti, che trovano il culmine nel XVIII secolo e che ebbero inizio già nel 1399. Di interesse notevole sono il restauro del prospetto orientale avvenuto nel 1465 e, circa un secolo dopo, i rifacimenti e gli aggiustamenti che adattarono la chiesa alle nuove direttive ecclesiastiche post tridentine. Del XVII secolo è la copertura delle pareti absidali con le tele del pittore locale Carlo Rosa. La radicale trasformazione della chiesa avvenne solo nel XVIII secolo quando, sotto il vescovado del mons. Paolo de Mercurio (1731-1752), si abbatté il corpo longitudinale della chiesa che venne ricostruito più ampio, consentendo la realizzazione di nuove cappelle laterali. Un altro restauro poi tra il 1892 e il 1893 interessò l'esterno e la cripta; gli ultimi interventi vennero eseguiti tra il 1981 e il 1990. Dopo tutti gli interventi susseguitisi nel corso dei secoli, a testimoniare il periodo medievale rimangono la cripta, il presbiterio e la parte esterna del transetto. Dall'esame di testimonianze cartografiche e documentarie e dai risultati delle campagne di restauro (in particolare quello della fine del Novecento), gli studiosi hanno potuto restituire un'idea dell'aspetto della cattedrale in epoca medievale. L'impianto originario non si discosta di molto nella pianta da quello odierno: si trattava presumibilmente di una pianta a tre navate, absidi incluse e torri esterne nella parte posteriore; lo spazio interno era probabilmente scandito da pilastri che sostenevano un finto matroneo e una copertura a capriate sia nella navata centrale che nelle laterali, dove si aprivano poi le cappelle; al livello sottostante la cripta cosiddetta a oratorio era divisa in campate sormontate da volte a crociera. Inoltre, dei brani di decorazione musiva sul pavimento del presbiterio, emersi nel corso dei restauri, danno un'idea dell'aspetto dell'area presbiteriale.
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BibliografiaRosanna Bianco, Arturo Carlo Quintavalle (a cura di), La cattedrale di Giovinazzo, Medioevo: L'Europa delle cattedrali, atti del Convegno internazionale di studi, Parma 19-23 settembre 2003, Parma, 2007 , pp. pp. 330-338