dipinto, ciclo di Primo Maestro di Anagni, Secondo Maestro di Anagni, Terzo Maestro di Anagni, Maestro di San Pietro in Vineis (sec. XIII)

dipinto, post 1231 - ante 1255

L'ambiente, a pianta rettangolare, diviso in tre navatelle da due file di colonne. Il ciclo di affreschi inizia dalla parete a sinistra degli ingressi e prosegue lungo le absidi con le storie di S. Secondina e S. Magno. Queste ultime si interrompono nell'abside destra e sulla parete contigua, per riprendere la narrazione sulla parete a fronte delle absidi. La cripta è coperta da ventuno volticelle affrescate con soggetti cosmologici (volta I e II), del vecchio Testamento (volte V,VI,IX,X,XI,XII,XIII,XX,XXI), dell'Apocalisse di S. Giovanni (volte XVIII, XIX) e con rappresentazioni statiche di angeli e tetramorfi (volte III,IV,VIII,XVI)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Primo Maestro Di Anagni (notizie 1231-1255 Ca)
    Secondo Maestro Di Anagni (notizie 1231-1255 Ca)
    Terzo Maestro Di Anagni (notizie 1231-1255 Ca)
    Maestro Di San Pietro In Vineis (notizie Prima Metà Sec. Xiii)
  • LOCALIZZAZIONE Anagni (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione della cripta inizia contemporaneamente a quella del duomo, al tempo del vescovo Pietro (1002-1104). Nel 1073 venne ritrovato il corpo di S. Magno, vescovo di Trani ed evangelizzatore di Anagni nel III sec. d. C., ed a lui fu dedicata la cripta. Altri lavori fatti eseguire dal vescovo Alberto sono datati 1231 e furono probabilmente ultimati nel 1255. La datazione degli affreschi è quindi generalmente riferita al periodo di tempo in cui vennero eseguiti i suddetti lavori nella cripta, cioè 1231-1255. Una prima datazione, proposta da Barbier de Montault (1857), considera il ciclo eseguito nei primi trent'anni del XIII sec., mentre Stevenson (1891) li data alla seconda metà dello stesso secolo. Nel 1902 lo studio del Toesca delimita il tempo di esecuzione dell'intera opera tra il 1231 e il 1255, per le ragioni precedentemente indicate, individuando l'intervento di tre artisti ben distinti: il "Maestro delle Traslazioni", il "Maestro Ornatista" e Frater Romanus. Al primo sono attribuiti gli affreschi delle tre absidi e delle volte adiacenti, l'affresco (sulla parete di fronte) di Ippocrate e Galeno, e le volte I,II,VIII,XIII; il Maestro Ornatista ha dipinto i miracoli di S. Magno e le volte III,IV,VII,XI,XII; Frater Romanus, identificato da Toesca come l'autore che nel 1228 aveva lasciato la propria firma e il ritratto nella cappella di S. Gregorio al Sacro Speco di Subiaco, è autore delle figure di santi sotto l'affresco di Ippocrate e Galeno, di due storie di S. Magno, e delle volte V,VI,IX,X. A lui viene anche attribuito un affresco con Cristo e Santi nel corridoio adiacente alla cripta, e la Madonna dipinta su un pilastro nel duomo. Le teorie del Toesca si appoggiano anche a confronti stilistici dell'opera dei tre maestri con altri cicli di affreschi laziali. Van Marle (1921) per primo propone una datazione diversa per il Maestro delle Traslazioni, operante, secondo la sua ipotesi, nella seconda metà del XII sec. Hermanin (1945), pur accettando la datazione del Toesca, ne contesta i confronti stilistici per quanto riguarda il Maestro delle Traslazioni e per Frater Romanus. Smith (1965) concorda con le tesi del Toesca. Matthiae pone in maggiore evidenza la presenza di altri artisti, forse aiuti dei tre maestri già indicati. Il Boskovits indica il Maestro delle Traslazioni come I Maestro, il Maestro Ornatista come II Maestro, e Frater Romanus come III Maestro (attualmente è seguita questa denominazione); propone quindi una datazione degli affreschi del I Maestro tra il 1072 (considerato come anno di inizio dei lavori del duomo) e il 1104 (prima consacrazione del duomo), basandosi su confronti stilistici. Gli altri due artisti avrebbero operato nella cripta successivamente (verso 1l 1231): il II Maestro, di origine romana, viene identificato con l'autore degli affreschi della cappella di S. Silvestro ai SS. Quattro Coronati a Roma, mentre viene accettata per il III Maestro l'ipotesi del Toesca che si tratti dello stesso autore dei dipinti del Sacro Speco di Subiaco. Lo studio di Hungenholtz (1979), accettando la datazione 1231-1255, è rivolto ad una interpretazione storica degli affreschi, considerandone i nessi con gli avvenimenti del tempo dominati dai contrasti tra il papa Gregorio IX di Anagni (1227-1241) e l'imperatore Federico II, culminati nella scomunica di quest'ultimo. La cripta sarebbe stata affrescata in quanto cappella papale, affidando alla pittura il compito di illustrare come l'ordine divino governi il mondo e come la chiesa ne sia sempre stata la depositaria; a questo si opponeva l'impero (e, nel caso Federico II) in nome di una autorità ugualmente potente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1200202630-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della citta' di Roma)
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Lazio
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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