Strada di Parigi. veduta di città con figure
dipinto,
post 1900/00/00 - ante 1910/00/00
Scoppetta Pietro (1863/ 1920)
1863/ 1920
Dipinto a olio su tela raffigurante una strada di Parigi popolata di passanti. La scena è stata ripresa dopo un temporale, visti i riflessi di luce creati sulla pavimentazione ancora bagnata dalle due figure femminili ritratte sotto la veranda del negozio e dall’uomo di spalle in secondo piano
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Scoppetta Pietro (1863/ 1920)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collezione Michele Praitano
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pistilli
- INDIRIZZO Salita San Bartolomeo 18, Campobasso (CB)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’artista, dedicatosi inizialmente agli studi di architettura, li abbandonò per formarsi artisticamente sotto la guida di Giacomo Di Chirico. In seguito si spostò a Roma dove, nei primi anni '80, collaborò come illustratore al periodico Cronaca Bizantina. Rientrato nella natia Amalfi, si dedicò principalmente alla pittura di paesaggi, marine e quadretti di genere. Nel 1891 si trasferì a Napoli, dove fu presente con regolarità alle mostre della Promotrice e nello stesso tempo partecipò alla decorazione del Caffè Gambrinus. Nonostante il successo ricevuto, l’artista decise di lasciare l’Italia alla volta dell’estero, soggiornando a lungo a Londra e a Parigi. Nella capitale francese, dove si stabilì per lunghi peridi a partire dal 1900, entrò in contatto con la folta schiera di pittori partenopei attratti dalle suggestioni borghesi della Bella Époque e si inserì nel filone degli artisti italiani impressionisti, tra cui ricordiamo Lionello Balestrieri, Arnaldo De Lisio, Ulisse Caputo, Raffaele Ragione e, soprattutto, Giuseppe De Nittis. Il periodo parigino vide anche un netto cambiamento dei soggetti dei suoi dipinti; abbandonate infatti le rappresentazioni paesistiche che ne avevano caratterizzato la produzione precedente, si rivolse a scene legate alla vita borghese. Dopo il 1910 lasciò definitivamente Parigi per trasferirsi prima a Roma e successivamente a Napoli. Nell’opera confluiscono i vivaci colori della scuola napoletana e le pennellate rapide e intrise di luce degli Impressionisti; il dipinto appartiene alla collezione che Michele Praitano ha donato nel 2014 ai cittadini e ai visitatori del Molise. Il collezionista campobassano fu animato da una passione per l'arte intesa come passione civile; seguendo lo spirito dell’architetto Giuseppe Barone, il cui lascito fu all'origine del museo civico di Baranello e di suo zio Giuseppe Ottavio Eliseo che donò alla Biblioteca “P. Albino” di Campobasso il corpus grafico barocco di Paolo Saverio Di Zinno, Praitano intraprese iniziative tese a far si che l'arte e la cultura fossero accessibili ai cittadini: con tenacia operò affinché l'intera collezione di Giuseppe Ottavio Eliseo fosse acquisita dalla Provincia di Campobasso nel 1996; attraverso l'associazionismo promosse la conoscenza dell'arte tra le nuove generazioni e il restauro del patrimonio artistico. Questa passione culturale e civile è culminata nel 2014 con l’atto attraverso cui ha deciso di destinare al pubblico la sua collezione, formata in oltre cinquant'anni di ricerca in Italia e all'estero
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1400079631
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Molise
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
2021
- ISCRIZIONI in basso a sinistra - P. Scoppetta - a pennello - italiano
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
decreto di vincolo (1)
decreto di vincolo (2)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0