Le #farchie# (Festa di Sant'Antonio Abate, bene complesso)
Le canne utilizzate per la costruzione della #farchia# vengono scelte e tagliate ancora verdi nel mese di febbraio, formando dei fasci che saranno lasciati a essiccare all’aperto per molti mesi. A dicembre vengono tagliati i rami del salice rosso, che saranno poi utilizzati per realizzare i legami della #farchia#. Si occupano di questo lavoro di raccolta, essiccazione, taglio, come pure del successivo allestimento della #farchia#, gli uomini delle singole contrade. Dalla sera del 6 gennaio si procede alla pulitura delle canne e alla costruzione della #farchia#. Conclusa la costruzione, la #farchia# viene decorata con bandiere colorate e con l’icona del santo. La sera del 15 gennaio nelle contrade si fa festa intorno alla #farchia#. Il pomeriggio del 16 gennaio tutte le contrade del paese portano in corteo la propria #farchia#, già in precedenza preparata, raggiungendo il piazzale della chiesa di Sant’Antonio Abate; la #farchia# è un enorme fascio di canne, legate con grande perizia costruttiva per mezzo di corde ottenute da rami giovani di salice rosso. Un recente regolamento comunale impone oggi che ogni #farchia# non superi gli otto-nove metri d’altezza e gli ottanta centimetri di diametro. L’operazione di innalzamento delle #farchie# è lunga e delicata; dopo esser state sollevate con delle funi e messe in piedi con grande dispiego di forze, le #farchie# vengono accese con un innesco di paglia posto sulla cima, attivato da fuochi pirotecnici accesi dal basso, e lasciate bruciare. La festa vera e propria inizia all’imbrunire, dopo l’arrivo della statua del santo e la benedizione delle #farchie# accese: il piazzale della chiesa viene aperto al pubblico e numerosi gruppi di cantori intonano – accompagnati all’organetto – un canto in onore di Sant’Antonio Abate; il brano ripercorre, adattandola al dialetto locale, una leggenda riconducibile alla Historia Sancti Antoni, uno dei principali testi di origine altomedievale sul santo eremita. Oggi, oltre al brano devozionale, vengono eseguiti anche numerosi altri esempi del repertorio tradizionale, per lo più di derivazione revivalistica e commerciale. In serata, dopo che le #farchie# hanno bruciato fino ad oltre la metà del loro fusto, ogni fascio di canne viene spinto a terra e segato per eliminarne la parte in combustione; in questo modo la #farchia# viene ricondotta nella contrada di provenienza, dove sarà nuovamente accesa per poter dare seguito alla festa
- OGGETTO Festa di Sant'Antonio Abate
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CLASSIFICAZIONE
FESTA-CERIMONIA
MUSICA VOCALE-STRUMENTALE
SAPERI
TECNICHE
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1890 Gennaro Finamore descrive la festa come una semplice processione di contadini che portano con sé delle fiaccole (“fàrchie, formate da fasci di canne”), poi gettate davanti la chiesa a formare un falò; da un documentario dell’Istituto Luce realizzato nel gennaio 1929 è invece possibile verificare come l’allestimento attuale delle farchie e il rituale festivo odierno siano condotti sul modello cerimoniale degli anni Venti. Non è troppo difficile ipotizzare che la trasformazione delle piccole #farchie# del Finamore nelle grandi #farchie# novecentesche abbia avuto la sua origine nell’opera di spettacolarizzazione del folklore e di costruzione di stereotipi identitari propagandata dalle politiche culturali del ventennio fascista
- TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
- LUOGO DI RILEVAMENTO Fara Filiorum Petri (CH) - Abruzzo , ITALIA
- ALTRA OCCASIONE S.Antonio abate (17 gennaio)
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AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Monasterio, Roberto
Monasterio Roberto
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300302268-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0