Festa di Sant'Antonio Abate (bene complesso/ parte componente)

Le canne che saranno utilizzate per la costruzione della #farchia# vengono scelte e tagliate ancora verdi nel mese di febbraio (“con la luna buona”, secondo la tradizione locale). Si formano fasci da circa venti canne, selezionate tra quelle migliori, alle quali viene lasciato il pennacchio superiore; questi fasci di canne vengono legati con spago da imballo (o spago da fieno) e lasciati a essiccare all’aperto per molti mesi. A inizio dicembre si procede col taglio dei rami del salice rosso, che verrà poi utilizzato per realizzare i legami della #farchia#. La sera del 6 gennaio viene allestito il capannone e il piano di lavoro su cui si realizzerà la costruzione. Il 7 gennaio si inizia la pulitura delle canne, che vengono selezionate, divise e appuntite, lavorando l’estremità con una roncola: questa operazione serve a far sì che l’estremità della canna inferiore possa entrare senza difficoltà nella canna superiore, creando una struttura continua (tanto che nella #farchia# finita non è facile distinguere tra loro le canne sovrapposte). Si passa poi a realizzare l’anima interna della #farchia#, che avrà un’altezza di circa 6-7 metri e un diametro di circa 40-45 centimetri, con dei legami più piccoli; subito dopo si prepara un letto di canne che verranno utilizzate per il #rinfascio#: quattro uomini, aiutandosi con delle funi, sollevano queste canne disposte a terra facendo sì che esse vadano a costituire via via gli strati superiori, che coprono interamente l’anima della #farchia#. Osservando la #farchia# dalla base (il #piticone#) è possibile riconoscere la struttura interna del primo fascio di canne e il cosiddetto #rinfascio#. Dopo il #rinfascio# si procede con l’infilatura delle canne una sopra l’altra, scegliendo tra quelle di dimensioni più o meno simili, in modo che il prodotto finale sia perfettamente allineato in verticale. Per completare questa operazione si usa battere con un maglio le canne infilate a mano, perché siano tutte perfettamente allineate

  • OGGETTO Festa di Sant'Antonio Abate
  • CLASSIFICAZIONE SAPERI
    TECNICHE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1890 Gennaro Finamore descrive la festa come una semplice processione di contadini che portano con sé delle fiaccole (“fàrchie, formate da fasci di canne”), poi gettate davanti la chiesa a formare un falò; da un documentario dell’Istituto Luce realizzato nel gennaio 1929 è invece possibile verificare come l’allestimento attuale delle farchie e il rituale festivo odierno siano condotti sul modello cerimoniale degli anni Venti. Non è troppo difficile ipotizzare che la trasformazione delle piccole #farchie# del Finamore nelle grandi #farchie# novecentesche abbia avuto la sua origine nell’opera di spettacolarizzazione del folklore e di costruzione di stereotipi identitari propagandata dalle politiche culturali del ventennio fascista. Non esiste documentazione fotografica o cinematografica di inizio '900 sulla costruzione della #farchia#
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Fara Filiorum Petri (CH) - Abruzzo , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE S.Antonio abate (17 gennaio)
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Monasterio, Roberto
    Monasterio Roberto
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300302268-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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