Le coppe di Ennion

a cura di Luciana Mandruzzato

Le due coppe cilindriche in vetro soffiato dentro matrice firmate in lingua greca dal vetraio Ennion facevano parte dello stesso corredo funebre rinvenuto in località Cuora e attestano i due diversi tipi di decorazione che caratterizzano questa forma, una di quelle prodotte nell’officina del più famoso maestro vetraio dell’antichità. La lingua greca, utilizzata per firmare i pezzi e per il motto che invita l’acquirente e ricordarsi che essi provengono dal laboratorio di Ennion, assieme alla tecnica di lavorazione con l’uso di elaborate matrici composte da più parti, quattro per la coppa più piccola e cinque per quella grande con una sola ansa, rimandano al Mediterraneo orientale e più precisamente all’area di Sidone, dove si ritiene operasse anche Ennion. Da tempo si discute se ad un certo punto l’officina sia stata trasferita nell’alto Adriatico, dove abbondano i rinvenimenti di pezzi firmati, con proprio Adria a contendersi con Aquileia il ruolo di possibile nuova sede; mancano ad oggi elementi inoppugnabili a supportare questa ipotesi, che al momento resta valida alla pari di quella opposta che vede in queste regioni solo la destinazione preferenziale del vasellame finito importato via mare dalla costa siropalestinese.


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