Contenitori per unguenti e profumi

Balsamari
a cura di Luciana Mandruzzato

Il vetro è stato da subito riconosciuto come il materiale più idoneo alla conservazione e commercializzazione di sostanze aromatiche e medicamentose e a seguito dell’invenzione della soffiatura ha soppiantato completamente i contenitori di altri materiali. I balsamari delle prime produzioni soffiate dell’inizio del I sec. d.C. hanno piccole dimensioni, collo breve e ventre configurato in modi diversi, globulare, piriforme, carenato ecc., ma sono sempre caratterizzati da vetro molto sottile e con colorazioni spesso intenzionali, blu, giallo, porpora e, più raramente, verde e turchese; colori e qualità del vetro che si ritrovano anche nel vasellame da mensa dello stesso periodo.

Dal secondo quarto del I secolo si passa all’uso pressoché esclusivo del vetro a colorazione naturale e si assiste ad un progressivo allungamento del collo con l’aumento, nei secoli a seguire, anche della capacità, e di conseguenza delle dimensioni, dei contenitori. L’applicazione di filamenti di vetro bianco opaco rilavorati a festoni rimanda idealmente ai più antichi balsamari lavorati su nucleo friabile di tradizione ellenistica, la cui decorazione viene così riprodotta su vasi soffiati. Alcune produzioni recano anche dei marchi impressi sul fondo che attestano un rigoroso controllo da parte dello stato sulla produzione e lo smercio di alcune sostanze di pregio.

 


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