altare, complesso decorativo di Manni Andrea, Manni Pietro Antonio, Manni Carlo Antonio, Manni Giacomo (sec. XVIII)
altare
ante 1753 - ante 1753
Manni Andrea (notizie Seconda Metà Sec. Xvii)
notizie seconda metà sec. XVII
Manni Carlo Antonio (1683/ 1761)
1683/ 1761
Manni Giacomo (1687 Ca./ 1737 Ca)
1687 ca./ 1737 ca
altare
- OGGETTO altare
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MATERIA E TECNICA
marmo rosso di Francia/ scultura/ intarsio
ONICE
lapislazzulo
MADREPERLA
marmo bianco di Carrara/ intarsio/ scultura
marmo verde antico/ intarsio/ scultura
VETRO
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ATTRIBUZIONI
Manni Andrea (notizie Seconda Metà Sec. Xvii)
Manni Pietro Antonio (1675/)
Manni Carlo Antonio (1683/ 1761)
Manni Giacomo (1687 Ca./ 1737 Ca)
- LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare occupa, totalmente, il braccio meridionale della croce. È costituito da due paraste e due colonne dal fusto liscio con capitello corinzio e da una trabeazione curvilinea sulla quale si imposta - arretrato - un fastigio "a giorno" formato da quattro volute disposte ad "M" fra angeli e cherubini. Nella parte centrale altri due angeli sembrano sorreggere ovale di nubi grigie, e cherubini candidi su un fondo a losanghe dorate; al centro in una nicchia la statua della Madonna con il Bambino. Nella parte inferiore intarsi marmorei policromi e, in marmo bianco, sculture a tutto tondo e a bassorilievo. Non si conoscono, attualmente, documenti d'archivio relativi all'altare nel suo complesso, ma solo a lavori eseguiti nella mensa e nel tabernacolo. Le fonti storiche indicano come autori o genericamente i Manni (Pasta 1775) o Andrea e Giacomo Manni (Tiraboschi 1838-83). La bottega dei Manni, operosissima in tutta la Lombardia, in Piemonte, a Genova e nel Canton Ticino, ebbe lunga vita: dal 1670 ca. con l'arrivo a Bergamo, da Rovio, di Bartolomeo, al 1828 anno in cui il pronipote Giovanni Andrea riceve pagamenti per la cappella del S. Crocifisso della chiesa di Rovio. I Manni - Bartolomeo, i quattro figli Andrea, Pietro Giacomo, Carlo Antonio e Gian Giacomo con i nipoti e numerosi aiuti - lavorano spesso in collaborazione con le botteghe dei Fantoni e dei Canina: un esempio fra i tanti la chiesa di S. Martino e la sagrestia di Alzano. È quindi estremamente difficile, in mancanza di documenti d'archivio, individuare le singole mani. L'analisi stilistica in alcuni casi non è probante perché la realizzazione dei modelli poteva essere affidata a numerose mani che si esprimevano con lo stesso linguaggio. Per quanto riguarda la cronologia può essere utile una nota del "Libro dei Disciplini del SS. Rosario": alla data 28 febbraio 1753 i Deputati deliberano nuove spese per dare "... ultima mano alle pitture stucchi dorati e Marmi..." perché "... restino perfettamente compiuti". La realizzazione dell'altare deve essere, quindi, anteriore a tale data
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202197-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1998
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0