Madonna del Rosario. Madonna con Gesù Bambino seduto in atto di tenere in mano il rosario
statua,
1690-1710
- OGGETTO statua
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MISURE
Altezza: 145
- AMBITO CULTURALE Bottega Bergamasca
- LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima testimonianza dell'esistenza, in S. Bartolomeo, di una statua della Madonna del Rosario risale al Bartoli (1774); successivamente il Pasta (1775): "Pregevole... l'Effige in legno colorato della Madonna del Rosario"; il Mernzi (1824), tre Inventari (1849, 1850 e 1862), il Tiraboschi (1838-83) non aggiungono ulteriori notizie. Numerose invece le testimonianze indirette relative alle vesti, al trono, alla corona, all'aureola, alla nicchia nelle fonti più attendibili dal fondamentale "Libro dé Consigli et Attioni della Veneranda Scola del SS. Rosario" al Bottagisi, allo Zilioli. Il 3 luglio del 1630 il Bottagisi scrive: "Morì il P. F. Emilio Marchesi di Bergamo in età di anni 97... ha fatto fare... quattro statue d'intaglio in legno che sostenevano il Baldacchino sopra la SS. Vergine del Rosario..." (f. 53 r.). Esisteva quindi prima del 1630 una statua della Madonna del Rosario. Il libro dei Consigli cita il 24 dicembre del 1710 una "statua portatile della Madonna"; nel 1743 il Consiglio delibera " la farcitura di un manto celeste... e il rifacimento del trono ad effetto però che l'uno e l'altro riesca a maggior decoro e maestà"; nel 1745 la riparazione del piedistallo della statua; nel 1752 la vendita " dei quadri e delle due statue di legno con le cornici... ora del tutto inutili all'ornamento della cappella". È infatti iniziata la totale trasformazione della cappella con gli affreschi di Francesco Monti (1752-1753) e il grande altare marmoreo (1753 ante), trasformazione che si concluderà solo nel 1757. Nel 1775 si decide di fare un nuovo trono, ma non si accenna a una nuova statua e così nella parte del "Libro dei Consigli" relativa alle ordinazioni dal 1698 al 1804. Ne è pensabile che pesasse anche sugli estensori dei Consigli la condanna di S. Carlo per le "Imagunculae" e "sculpta indecentissima" - come definiva le statue da vestire - delle quali aveva ordinato la distruzione. Non è facile allo stato attuale della ricerca datare l'opera. L'esame stilistico che dovrebbe essere determinante non lo è per le suppellettili ecclesiastiche per le quali S. Carlo aveva stabilito norme precise e inderogabili con l'obbligo di sottoporre - preventivamente - all'autorità ecclesiastica i disegni relativi. Probanti sono quindi i documenti in questo caso scarsi e il contesto. Ed è proprio quest'ultimo che rende plausibile una datazione alla fine del XVII e agli inizi del XVIII secolo. I Confratelli del Rosario ottengono il permesso di fabbricare la cappella nel 1633 e di ampliarla nel 1688. L'altare marmoreo con la nicchia per la statua è quasi "perfettamente compiuto il 28 febbraio 1753". L'opera in esame presenta innegabili somiglianze con la Madonna del Santuario di Vimercate di autore ignoto datata 1609 e con la Madonna del Santuario domenicano di Fontanellato realizzata da uno scultore parmense nel 1615; a Bergamo con la Madonna di S. Alessandro della Croce "Fantoniana databile al XVIII secolo" (A. Franco Loiri Locatelli, 1998), con la Madonna del Patrocinio di S. Alessandro in colonna, del Museo di Gandino "ignoto del 700" (Pagnoni, 1997, p. 108), di Martinengo "Bottega fantoniana" (c. 1730, Pagnoni, 1997, p. 113). Numerosissime in tutto il bergamasco le Madonnne del Rosario interamente scolpite in legno e parzialmente da "vestire", queste ultime in due versioni: l'intero corpo scolpito ma vestito di una semplice tunica e le braccia snodabili; o simili nella parte superiore alle precedenti e quella inferiore costituita da una gabbia. L'opera in esame ha le braccia e le mani snodabili me è a figura intera con una corta veste bianca bordata d'oro r calzari dorati, poggia su un cuscino di nuvole e di cherubini scolpito in un unico pezzo di legno con la Madonna. Fra le tante botteghe la più nota in tutto il bergamasco è la fantoniana, attiva per quattro secoli. Caratteristica prevalente - in Andrea in particolare - è l'umanizzazione della Vergine come ampiamente dimostrano la Madonna di Verteva (1724, Pagnoni, p. 131), della chiesa di S. Leonardo di Bergamo (Pagnoni, p. 105), e di Cerete Basso, quest'ultima, "pur rientrando a pieno titolo nella tradizione iconografica delle Madonne del Rosario diffuse in tutta la Lombardia proprio dalla bottega Fantoni mostra una certa vivacità nello sgambettare del Bambino e nel suo volgersi repentino verso i fedeli, così come la dolcezza dei gesti e dello sguardo di Maria..." (Terraroli, 1991, p. 308). La Madonna di S. Bartolomeo è profondamente diversa: impassibile presenta ai fedeli un piccolo Pantocratore. L'autore dell'opera in esame potrebbe essere un lombardo che ha voluto e dovuto - per espressa richiesta dei committenti - rifiutare le novità fantoniane (pur operando nello stesso ambiente) e riprendere il modello secentesco di Vimercate e Fontanellato. La datazione potrebbe essere compresa tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII. Il "Libro dei Consigli" registra il 24 dicembre 1710: "Statua portatile della Madonna"
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202197-5
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0