BOLOGNA/ CHIESA DEL CORPUS DOMINI/ VEDUTA D'INSIEME ALTAR MAGGIORE (CAPPELLA 5a)/ DOPO I LAVORI DI RESTAURO
Riprese della Cappella Maggiore della Chiesa del Corpus Domini a Bologna, dopo il restauro postbellico (3 lastre)

negativo insieme, post 1969 - ca 1975
Anonimo (xx Terzo Quarto)
XX terzo quarto

L'insieme fotografico è costituito da 3 lastre alla gelatina di formato 18 x 24, tutte verticali. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. Il pergamino della lastra N_003610 è muto. Tutte le matrici presentano sul lato dell'emulsione, una mascheratura in carta nera lungo il margine superiore

  • OGGETTO negativo insieme
  • SOGGETTO Ricostruzione postbellica - Guerra mondiale 1939-1945
    Scultori italiani - Sec. 17.-18. - Mazza, Giuseppe Maria
    Architettura religiosa - Chiese - Sec. 17
    Padre Eterno in gloria e angeli musicanti - San Francesco e Santa Chiara - Sculture - Sec. 17
    Edifici di culto - Chiese - Interni - Cappelle
    Elementi architettonici - Volte a botte - Altari
    Cristo che dà la Comunione agli Apostoli - Sec. 17. - Pale d'altare
    Pittura - Dipinti - Sec. 17
    Scultura - Stucco - Sec. 17
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini - Cappella maggiore
    Pittori italiani - Franceschini, Marcantonio - Sec. 17.-18
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Terzo Quarto): fotografo principale
    Mazza, Giuseppe Maria (1653-1741): scultore
    Franceschini, Marcantonio (1648-1729): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito fra il 1477 e il 1480 da Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, il Corpus Domini è uno dei santuari più cari alla devozione popolare. L'edificio è conosciuto anche con il nome di “Chiesa della Santa” in quanto in esso è conservato il corpo di Santa Caterina de' Vigri, fondatrice nel 1456 del primo convento di suore Clarisse a Bologna. Conservando la facciata rinascimentale, Giovan Giacomo Monti rimaneggiò l’edificio nella seconda metà del Seicento, in forma barocca. L’interno è a una navata, con cappelle affrescate da Marcantonio Franceschini e arricchito da sculture di Giuseppe Mazza. La chiesa deve però la sua notorietà all'esuberante portale in terracotta attribuito a Sperandio di Bartolomeo de' Savelli. Il santuario venne per la maggior parte distrutto dall’incursione aerea del 5 ottobre del 1943, che abbatté la facciata, il tetto, le volte della nave, alcune cappelle e la parte superiore dei muri di perimetro; inoltre distrusse e mutilò l’interna decorazione ad affresco e a stucco. I negativi in esame (N_003331, N_003332 e N_003610) corrispondono alle vedute frontali e laterali della cappella maggiore di giuspatronato della famiglia modenese Sora, dopo il restauro postbellico. Le tre immagini mostrano la cappella completa delle sue decorazioni pittoriche e scultoree, interamente restaurate e ricollocate nelle loro posizioni originarie. Sopra il nuovo altare in legno verniciato a finto marmo venne risistemato il dipinto “Cristo che dà la Comunione agli Apostoli” di Marcantonio Franceschini, mentre nelle nicchie laterali furono riposizionate le statue di “San Francesco e Santa Chiara” e nella lunetta superiore fu ripristinato l’impianto scultoreo “Padre Eterno in gloria e angeli musicanti” realizzato da Giuseppe Maria Mazza all’inizio degli anni Novanta del Seicento. Tutte queste opere furono pesantemente danneggiate dai bombardamenti aerei degli alleati durante il secondo conflitto mondiale. Il recupero in corso dell'archivio fotografico SABAP, offre l'interessante opportunità di osservare l'evoluzione degli edifici e dei beni tutelati e restaurati dalla Soprintendenza. Nel caso della Chiesa del Corpus Domini il restauro architettonico dell’edificio religioso iniziò già nel 1946: diversa sorte invece toccò alle decorazioni scultoree e pittoriche delle cappelle del santuario, i cui ripristini subirono diverse battute d’arresto. Dallo spoglio del faldone “BO M 91/ Ex Chiesa e Convento del Corpus Domini o della Santa”, conservato nell'Archivio storico della “Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara”, contenente gli atti, i carteggi e i progetti relativi alla chiesa bolognese, è stato individuato un preventivo del 1969 redatto da Padre Gionfra, in cui si conteggia il lavoro di doratura in oro zecchino degli stucchi del santuario, già reintegrati nei fototipi in disamina. In conseguenza a ciò, si decide di trattare uniformemente queste matrici realizzate da autore ignoto e di collocarle nell’arco cronologico compreso tra il 3 luglio 1969 (data della stima economica) ed il 1975 (anno definito per la presenza degli elementi utilizzati per le funzioni liturgiche)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641916
  • NUMERO D'INVENTARIO N_003331; N_003332; N_003610
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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