Riprese della facciata esterna della Chiesa del Corpus Domini a Bologna, dopo il restauro postbellico (5 lastre)

negativo insieme, post 1958/10/31 - ante 1973/12/27
Anonimo (xx Terzo Quarto)
XX terzo quarto

L'insieme fotografico è costituito da 5 lastre alla gelatina di formato 18 x 24, 4 verticali (N_003421, N_003533, N_003534, N_003536) e 1 orizzontale (N_003535). Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. Il pergamino della lastra N_003421 è muto. Tutte le matrici presentano sul lato dell'emulsione, una mascheratura in carta nera lungo tutto il perimetro

  • OGGETTO negativo insieme
  • SOGGETTO Architettura – Chiese – Esterni
    Ricostruzione postbellica - Guerra mondiale 1939-1945
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini
    Elementi architettonici - Facciate
    Decorazione architettonica - Elementi architettonici in terracotta - Sec. 15
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Terzo Quarto): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito fra il 1477 e il 1480 da Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, il Corpus Domini è uno dei santuari più cari alla devozione popolare. L'edificio è conosciuto anche con il nome di “Chiesa della Santa” in quanto in esso è conservato il corpo di Santa Caterina de' Vigri, fondatrice nel 1456 del primo convento di suore Clarisse a Bologna. Conservando la facciata rinascimentale, Giovan Giacomo Monti rimaneggiò l’edificio nella seconda metà del Seicento, in forma barocca. L’interno è a una navata, con cappelle affrescate da Marcantonio Franceschini e arricchito da sculture di Giuseppe Mazza. La chiesa deve però la sua notorietà all'esuberante portale in terracotta attribuito a Sperandio di Bartolomeo de' Savelli. Il santuario venne per la maggior parte distrutto dall’incursione aerea del 5 ottobre del 1943, che abbatté la facciata, il tetto, le volte della nave, alcune cappelle e la parte superiore dei muri di perimetro; inoltre distrusse e mutilò l’interna decorazione ad affresco e a stucco. Alfredo Barbacci, all'epoca del secondo conflitto mondiale Soprintendente a Bologna, in “Monumenti di Bologna. Distruzioni e restauri” del 1977, scrive che “Nel crollo della pesantissima facciata, il portale si era frantumato in piccoli e piccolissimi pezzi, che dovemmo raccogliere nell’alto cumolo di macerie che aveva sbarrato la via e il portico della casa antistante. Con pazientissimo lavoro, durato sedici mesi, i frammenti vennero identificati, ordinati, quindi saldati fra loro con resina e con grappe di rame, ricomponendo le varie formelle in cui era originariamente diviso il portale (...)”. La ricomposizione e reintegrazione venne affidata allo scultore Giovanni Vicini che, con una diligente opera di identificazione, ordinò e saldò i lacerti e le varie formelle. Il servizio fotografico in esame composto da cinque negativi (N_003312, N_003318, N_003319, N_003334, N_003522) documenta il portale del Savelli dopo il restauro postbellico, completamente ricostruito sulla facciata esterna della chiesa. Sono infatti ripresi in loco il basamento di sinistra (N_003319 e N_003334) ed il sostegno di destra (N_003312 e N_003318) raffiguranti per entrambi una coppia di figure barbute alate maschili con anfora al centro, a sostegno delle tre paraste reggenti l'architrave, mentre il fototipo N_003522 mostra il completo portale quattrocentesco in terracotta, al termine della sua ricostituzione nel dopoguerra. Il recupero in corso dell'archivio fotografico SABAP, offre l'interessante opportunità di osservare l'evoluzione degli edifici e dei beni tutelati e restaurati dalla Soprintendenza. Nel caso della Chiesa del Corpus Domini pesantemente danneggiata dalle incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale, la prime fasi di rispristino e ricognizione dei lavori di restauro sono documentate dalle lastre N_002181 e N_002182 (schede di catalogo con codice univoco 0800641734 e 0800641735) che mostrano i resti dei basamenti del portale; dai fototipi N_001544, N_001545 (NCT 0800641794 e 0800641795) e dal servizio fotografico con NCT 0800641733 riguardanti la documentazione dei frammenti del portale prima della loro definitiva ricomposizione. Come desunto dai pergamini, la presente campagna fotografica è stata realizzata dallo studio bolognese A. Villani & Figli (pergamino prestampato con intestazione della ditta Villani) il 2 novembre del 1957 (data posta con timbro sulla busta pergamina)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641885
  • NUMERO D'INVENTARIO N_003421; da N_003533 a N_003536
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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