Riprese delle decorazioni in terracotta sulla facciata esterna della Chiesa del Corpus Domini a Bologna, dopo il restauro postbellico (4 lastre)
negativo insieme,
post 1958/10/31 - ante 1973/12/27
Anonimo (xx Terzo Quarto)
XX terzo quarto
L'insieme fotografico è costituito da 4 lastre alla gelatina di formato 18 x 24, 2 verticali (N_003556, N_003557) e 2 orizzontali (N_003558, N_003573). Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. I pergamini delle lastre da N_003556 a N_003558 sono muti. Tutte le matrici presentano sul lato dell'emulsione, una mascheratura in carta nera lungo tutto il perimetro
- OGGETTO negativo insieme
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SOGGETTO
Architettura - Chiese - Esterni
Ricostruzione postbellica - Guerra mondiale 1939-1945
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini
Decorazione architettonica - Elementi architettonici in terracotta - Sec. 15
Elementi architettonici - Facciate - Finestre - Capitelli - Fregi
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Anonimo (xx Terzo Quarto): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito fra il 1477 e il 1480 da Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, il Corpus Domini è uno dei santuari più cari alla devozione popolare. L'edificio è conosciuto anche con il nome di “Chiesa della Santa” in quanto in esso è conservato il corpo di Santa Caterina de' Vigri, fondatrice nel 1456 del primo convento di suore Clarisse a Bologna. Conservando la facciata rinascimentale, Giovan Giacomo Monti rimaneggiò l’edificio nella seconda metà del Seicento, in forma barocca. L’interno è a una navata, con cappelle affrescate da Marcantonio Franceschini e arricchito da sculture di Giuseppe Mazza. La chiesa deve però la sua notorietà all'esuberante portale in terracotta attribuito a Sperandio di Bartolomeo de' Savelli. Il santuario venne per la maggior parte distrutto dall’incursione aerea del 5 ottobre del 1943, che abbatté la facciata, il tetto, le volte della nave, alcune cappelle e la parte superiore dei muri di perimetro; inoltre distrusse e mutilò l’interna decorazione ad affresco e a stucco. L’insieme dei negativi in esame è composto da quattro fototipi (da N_003556 a N_003558 e N_003573) corrispondenti alla documentazione fotografica delle decorazioni in terracotta della facciata della Chiesa del Corpus Domini restaurata. In particolare le matrici N_003556 e N_003557 mostrano i capitelli e gli occhi riccamente decorati del lato destro e del lato sinistro del prospetto, mentre le lastre N_003558 e N_003573 sono due vedute complessive della sontuosa trabeazione e del coronamento trilobo. Dallo spoglio del faldone “BO M 91/ Ex Chiesa e Convento del Corpus Domini o della Santa”, conservato nell'Archivio storico della “Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara”, contenente gli atti, i carteggi e i progetti relativi alla chiesa bolognese, si evince che il restauro del prospetto del santuario venne finanziato dalla Cassa di Risparmio di Bologna. La relazione della Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia, redatta da Sergio Piconi in merito ai restauri ultimati nel 1973, specifica che “Accertata, mediante una cernita accurata la presenza di alcuni frammenti originari della decorazione in cotto della facciata quattrocentesca si è curata, quando possibile, la ricomposizione delle relative membrature architettoniche”. Per confronto con i fototipi N_003335 e N_003336 (NCT 0800641883 e 0800641884) che mostrano la ricomposizione delle decorazioni in terracotta della trabeazione e dei capitelli della facciata e considerato il documento sopracitato, si può definire che questo insieme di lastre realizzate da autore ignoto, sono state eseguite nell’arco cronologico compreso tra il 31 ottobre del 1958 e la fine del 1973. Nonostante i pergamini dei fototipi siano muti, si decide di trattare questo nucleo di negativi uniformemente poiché accomunati dalla stessa metodologia di ripresa. Gli scatti sono certamente stati realizzati dalle finestre del primo piano della frontale casa Landini, anch'essa distrutta dall'incursione aerea del 5 ottobre 1943 e poi ricostruita nel dopoguerra
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641886
- NUMERO D'INVENTARIO da N_003556 a N_003558; N_003573
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0