BOLOGNA/ CHIESA DEL CORPUS DOMINI/ VEDUTA D'INSIEME VERSO ALTAR MAGGIORE/ (CAPPELLA 5a)/ DOPO I LAVORI DI RESTAURO

negativo, post 1969 - ca 1975
Anonimo (xx Terzo Quarto)
XX terzo quarto

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Il negativo presenta sul lato emulsione, una mascheratura in carta nera lungo tutto il perimetro

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Ricostruzione postbellica - Guerra mondiale 1939-1945
    Architetti italiani - Sec. 17. - Monti, Giovan Giacomo
    Architettura religiosa - Chiese - Sec. 17
    Edifici di culto - Chiese - Interni - Cappelle
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini - Cappella maggiore
    Elementi architettonici - Volte a botte - Altari - Pilastri
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Terzo Quarto): fotografo principale
    Monti, Giovan Giacomo (1620-1692): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito fra il 1477 e il 1480 da Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, il Corpus Domini è uno dei santuari più cari alla devozione popolare. L'edificio è conosciuto anche con il nome di “Chiesa della Santa” in quanto in esso è conservato il corpo di Santa Caterina de' Vigri, fondatrice nel 1456 del primo convento di suore Clarisse a Bologna. Conservando la facciata rinascimentale, Giovan Giacomo Monti rimaneggiò l’edificio nella seconda metà del Seicento, in forma barocca. L’interno è a una navata, con cappelle affrescate da Marcantonio Franceschini e arricchito da sculture di Giuseppe Mazza. La chiesa deve però la sua notorietà all'esuberante portale in terracotta attribuito a Sperandio di Bartolomeo de' Savelli. Il santuario venne per la maggior parte distrutto dall’incursione aerea del 5 ottobre del 1943, che abbatté la facciata, il tetto, le volte della nave, alcune cappelle e la parte superiore dei muri di perimetro; inoltre distrusse e mutilò l’interna decorazione ad affresco e a stucco. I negativi in esame (N_003333 e N_003451) corrispondono alla veduta frontale della cappella maggiore di giuspatronato della famiglia modenese Sora, dopo il restauro postbellico. Le due immagini mostrano la cappella ornata da paramenti religiosi (forse in occasione di una festa), dove il dipinto “Cristo che dà la Comunione agli Apostoli” di Marcantonio Franceschini collocato sopra il nuovo altare in finto marmo, è coperto da un telo. Le lastre presentano il santuario completo delle sue decorazioni scultoree, interamente restaurate e ricollocate nelle loro posizioni originarie: nelle nicchie laterali alla tavola liturgica si trovano le statue di “San Francesco e Santa Chiara” di Giuseppe Maria Mazza e nella lunetta superiore l’impianto scultoreo “Padre Eterno in gloria e angeli musicanti” realizzato dal Mazza all’inizio degli anni Novanta del Seicento. Tutte queste opere furono pesantemente danneggiate dai bombardamenti aerei degli alleati durante il secondo conflitto mondiale. La matrice N_003333 è una veduta della sola cappella maggiore, mentre il fototipo N_003451 è un’inquadratura più ampia della navata principale verso l’altare. Il recupero in corso dell'archivio fotografico SABAP, offre l'interessante opportunità di osservare l'evoluzione degli edifici e dei beni tutelati e restaurati dalla Soprintendenza. Nel caso della Chiesa del Corpus Domini il restauro architettonico dell’edificio religioso iniziò già nel 1946: diversa sorte invece toccò alle decorazioni scultoree e pittoriche delle cappelle del santuario, i cui ripristini subirono diverse battute d’arresto. Dallo spoglio del faldone “BO M 91/ Ex Chiesa e Convento del Corpus Domini o della Santa”, conservato nell'Archivio storico della “Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara”, contenente gli atti, i carteggi e i progetti relativi alla chiesa bolognese, è stato individuato un preventivo del 1969 redatto da Padre Gionfra, in cui si conteggia il lavoro di doratura in oro zecchino degli stucchi del santuario, già reintegrati nei fototipi in disamina. In conseguenza a ciò, si decide di trattare uniformemente queste matrici realizzate da autore ignoto e di collocarle nell’arco cronologico compreso tra il 3 luglio 1969 (data della stima economica) ed il 1975 (anno definito per la presenza degli elementi utilizzati per le funzioni liturgiche)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641918
  • NUMERO D'INVENTARIO N_003451
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI sul pergamino: recto - BOLOGNA/ CHIESA DEL CORPUS DOMINI/ VEDUTA D'INSIEME VERSO ALTAR MAGGIORE/ (CAPPELLA 5a)/ DOPO I LAVORI DI RESTAURO -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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