albero di Jesse
Lastra marmorea a bassorilievo posta a rivestimento di uno dei quattro pilastri della facciata. La rappresentazione si svolge su dieci registri. Il primo registro in basso presenta al centro la figura di un uomo dormiente (Jesse). Al centro del secondo registro si trova un cespo d'acanto, che forma lungo la linea mediana delle mandorle e incornicia con i sui girali, a destra e a sinistra delle suddette mandorle, 18 episodi. All'interno delle mandorle sono raffigurati i Re della stirpe di David (6), la Madonna e Cristo in trono. Nei registri che vanno dal quarto al nono, sei coppie di personaggi si dispongono ai lati della linea mediana, mentre alle estremità dei registri sono visibili altre dodici coppie, in ognuna dalle quali il personaggio più anziano, in piedi, sta istruendo l'altro, rappresentato in ginocchio o seduto
- OGGETTO rilievo
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MISURE
Altezza: 650 cm
Larghezza: 280 cm
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ATTRIBUZIONI
Ramo Di Paganello (e Aiuti)
- LOCALIZZAZIONE Basilica Cattedrale di Maria Santissima Assunta già Santa Maria della Stella
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia critica dei rilievi di questo pilastro è molto complessa. De Francovich, in un articolo del 1928, attribuisce i rilievi a diversi collaboratori di Lorenzo Maitani: al Secondo Collaboratore spetterebbero i tre registri inferiori; al Terzo Collaboratore il quarto, quinto e sesto registro; al Primo Collaboratore i quattro registri superiori. Queste anonime figure di aiuti si differenzierebbero, secondo lo studioso, in quanto a stile e capacità: il Secondo Collaboratore è molto legato allo stile del Maitani, anche se non riesce a ripeterne la maestria; il Terzo Collaboratore si caratterizza per un tipico rigonfiamento nel torace e nel ventre delle figure; il Primo Collaboratore è ben lontano dalla grazia del Maitani e costruisce figure rozze e sommarie. Secondo l'ipotesi di De Francovich, le sculture sarebbero state eseguite dopo il 1310, anno della venuta ad Orvieto di Lorenzo Maitani. Cellini (1939) sposta la datazione dei rilevi a prima del 1310, citando anche un bando del 1307, che proibiva di giocare con l'arco in prossimità della chiesa, evidentemente per preservare i rilievi già eseguiti. Anche Carli (1947) è d'accordo nell'anticipare l'esecuzione dei rilievi a prima del 1310 e ripropone con cautela il nome di Ramo di Paganello, già considerato autore dei rilievi da Schmarsow (1928). Carli fa anche alcune interessanti considerazioni stilistiche sui rilievi, che introducono a Orvieto un nuovo linguaggio, ricco di riferimenti alla scultura gotica francese. In particolare, il tralcio vegetale, per la caratteristica struttura, si avvicina a quello di Giovanni Pisano ai lati del portale del Duomo di Siena. Nel settimo registro ci sono i segni di una lavorazione a gradina, traccia del "non finito" che caratterizza le parti alte di tutti i pilastri. Sull'iconografia della lastra marmorea che riveste il secondo pilastro, lo studio più completo resta quello di A. Nava (1936), che attraverso il confronto tra il rilievo orvietano e alcuni Alberi di Jesse orientali dotati di cartigli esplicativi (Monte Athos, Bucovina), identifica in modo indiscutibile il complesso soggetto. Meno semplice risulta tuttavia l'identificazione di alcune delle scene e delle figure
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000059920-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0