leggio, opera isolata - produzione senese (metà sec. XIV)

leggio, ca 1356 - ca 1356

Il piedistallo del leggio è ornato lungo i lati con le figure degli apostoli in tarsia, rappresentati in piedi a figura intera su fondo stellato. Sono disposti a due per lato lungo i quattro lati e singolarmente sulle facciate dei quattro spigoli, che hanno gli altri lati decorati a motivi geometrici. I santi indossano tutti una veste ed un manto bordati es ono accompagnanti dai loro attributi. Cornici e fasce ad intarsio a disegni geometrici ricoprono il resto del piedistallo. Sul piano orizzontale, anch'esso a tarsia, su una colonnetta girevoleintarsiata si innesta il leggio a doppia inclinazione. Un lato è decorato a tassellato fitto a grandi girali curvilinei con cerchi e rombi e due teste angeliche nel mezzo; l'altro lato è decorato a disegno stellato includente 15 teste angeliche. I due lati triangolari del leggio, incorniciati da una modanatura a dentelli, sono campiti da due tarsie raffiguranti S. Stefano e S. Lorenzo. Il fondo è stellato

  • OGGETTO leggio
  • MISURE Altezza: 250 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Senese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'opera del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Soliano
  • INDIRIZZO piazza Duomo, 24 - Orvieto (TR), Orvieto (TR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come termnine ante quem per la datazione del leggio bisogna fissare il 1356 snno in cui i documenti dicono terminato tale lavoro. Fumi riposta che sulla cima fu posta una crocetta da un orafo di nome Guido, poi dorata nuovamente nel 1489; e che nel 1385 Giovanni Petruccioli vi fissò una colombina, risistemata poi nel 1420 dall'orafo Lodovico. Garzelli rileva nel secondo lato del leggio, a disegno stellato con 15 teste angeliche, il ricordo di alcuni dipinti, soprattutto nota l'affinità con la parte superiore del trono della Madonna di San Pietro Ovile a Siena, riscontrabile in particolare nel rapporto ornato-figura. Il leggio apparteneva al coro della chiesa Cattedrale; originariamente era collocato all'incrocio del transetto, poi su commissione di papa Paolo III nel 1541 fu trasferito nell'abside ad opera del Sangallo. Nel 1859 Lodovico Mari e Girolamo dei Conti Sarcinelli rimossero le parti rovinatte, tutt'ora conservate nel museo e ne eseguirono delle copie. Capomastro dei lavori del coro fu dal 1329 al 1339 Vanni di Tura dell'Ammannato, archietto e intagliatore senese, coadivato da jacopo di Lotto, Ambrogino di Mao e Nicola di Nuto, intagliatori. Ma al coro lavorarono anche molti altri carpentieri e intagliatori ed è molto probabile che Lorenzo Maitani sia stato l'ideatore del progetto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000061032
  • NUMERO D'INVENTARIO 16886
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sopra l'aureola di ogni apostolo - S/IOVANES; S/PAVLUS; S/PETRVS; S/PHILIPV; S/SIMON; S/ANDREA; S/TADEVS; S/MACTEVS; S/TOMAS; S/BARTHOLO; S/IACOBVS; S/IACOBVS - a intarsio - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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