Fondazione di Mantova

decorazione plastico-pittorica,

Ambiente di pianta rettangolare con volta a botte leggermente ribassata, spartita in settori di diversa forma, contenenti dipinti murali, da fasce in stucco modellate e dipinte; la testata orientale è caratterizzata da un'apertura serliana incorniciata da decorazione architettonica in stucco. Alle pareti, lacerti di intonaci dipinti, talora martellinati

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    intonaco/ pittura a fresco
    stucco/ doratura
    stucco/ modellatura
    stucco/ pittura
    intonaco/ pittura a secco
  • ATTRIBUZIONI Bertani Giovanni Battista (ante 1516/ 1576): disegnatore
    Costa Lorenzo Il Giovane (1535/ 1583): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 46/ Galleria dei Frutti
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La sala è l'ambiente di dimensioni maggiori tra quelli che compongono il piano superiore della palazzina della Rustica, eretta su progetto di Giulio Romano tra 1538 e 1540 (per il cantiere architettonico si rinvia, in particolare, a Togliani 2014 e Togliani 2016). La decorazione plastica e pittorica dell'appartamento, eccettuate due camere a pianterreno di epoca giuliesca (per cui L'Occaso 2015, pp. 118-119), si deve alla committenza del duca Guglielmo Gonzaga e può essere compresa tra 1558 e principio dell'ottavo decennio del secolo: in una lettera datata 13 luglio 1558 del prefetto delle fabbriche ducali Giovan Battista Bertani, responsabile e coordinatore degli artisti impegnati nella decorazione, è infatti menzionato il lavoro di stuccatori e pittori di grottesche (Berzaghi 2003, p. 224) nelle camere dell'appartamento, che dovette risultare certamente terminato nel 1574, quando un principe, al passaggio mantovano del re di Francia Enrico III, fu ospitato in questi stessi ambienti. Fino all'età neveriana, infatti, la palazzina è utilizzata come foresteria per ospiti illustri e appartamento a disposizione del duca e della consorte per brevi periodi, da cui il nome novecentesco di palazzina dell'Estivale (correttivo del documentato “degli Stivali”), con cui è altrimenti nota (cfr. Berzaghi 2014, pp. 40-41). L'appartamento subì invasive modifiche strutturali tra seconda metà del XVIII e primo XIX secolo (entro il 1820, cfr. Berzaghi 2014, p. 42), periodo in cui furono create mediante abbattimento di muri interni le attuali sale delle Due e delle Quattro Colonne. L'uso improprio degli ambienti, dovuto a una prolungata occupazione militare tra Otto e Novecento, ha provocato la quasi totale perdita della decorazione di numerose stanze (cfr. Valli 2014, p. 206), restaurate negli anni Venti del secolo scorso: a seguito di quel recupero, nelle camere di Giove e del Pesce e nel camerino di Orfeo fu allestita una serie di stampe topografiche e iconografiche della famiglia Gonzaga (presumibilmente di proprietà comunale), mentre nel resto dell'appartamento trovò collocazione il museo archeologico del Comune di Mantova, frattanto trasferito in Palazzo Ducale; alle pareti della sala, in particolare, furono affisse anfore vinarie e olearie di epoca romana. L'ambiente presenta una volta a botte leggermente ribassata, impostata su un cornicione continuo in stucco e suddivisa in settori da fasce in stucco dipinte con festoni di frutta e vegetali, da cui ha avuto origine l'impropria denominazione novecentesca di “loggia dei Frutti”; sui due lati meridionale e settentrionale della volta si succedono sei riquadri maggiori (di cui quattro di forma ottagonale e due rettangolari) alternati a finte nicchie: nei primi sono dipinti episodi connessi alle origini mitiche della città di Mantova (lato sud) e momenti della costruzione di importanti opere urbane della stessa (lato nord), nelle seconde figurano personaggi leggendari e storici legati alla città. Il tema della fondazione di Mantova, particolarmente frequentato nella seconda metà del secolo, soprattutto in apparati effimeri (cfr. Berzaghi 2002, pp. 549-550), sarà ripetuto nella monumentale sala di Manto nell'ottavo decennio del secolo, su richiesta dello stesso duca Guglielmo. Sotto scene e figure della volta compaiono iscrizioni didascaliche in caratteri capitali, di cui alcune citazioni dall' “Eneide” virgiliana e dalle “Metamorfosi” di Ovidio. Nella parte alta delle due testate, ai lati della finestrella centrale, si collocano figure di Vittorie. Le pareti della sala recano frammenti di intonaci dipinti, certamente appartenenti a epoche diverse (XVII e XVIII secolo?), raffiguranti marmi colorati, tendaggi e alcuni finti busti femminili entro nicchie circolari: unica nota in campo, su di essi, è quella di Patricolo (1908, p. 46), che parla di “goffe e fredde decorazioni di stile neo-classico, che sostituiscono sulle pareti le vecchie tappezzerie o i cuoi”. La testata orientale della sala, dal cornicione d'imposta della volta a terra, presenta una decorazione architettonica in stucco, che incornicia la serliana verso il lago. La volta è stata realizzata in un arco temporale che si estende dal 1561, anno delle nozze di Guglielmo Gonzaga con Eleonora d'Austria, dedicatari nelle iscrizioni sugli scudi delle Vittorie della testata ovest, ai primi dell'ottavo decennio: l'individuazione di tre disegni preparatori di Giovan Battista Bertani (cfr. Berzaghi 2002, p. 607, nn. 197.1-197.2; L'Occaso 2016, pp. 219-220) ha confermato la prassi seguita negli altri ambienti della Rustica, nei quali l'ideazione grafica del prefetto è finalizzata alla messa in opera dei soggetti da parte di pittori della sua cerchia. Per quanto riguarda la sala, la critica riconosce con sicurezza Lorenzo Costa il Giovane nelle scene del lato meridionale della volta (1570 circa) e ipotizza la mano di Fermo Ghisoni nei riquadri del lato opposto; a un pittore specializzato in raffigurazioni naturalistiche %
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267723-0
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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