Motivi decorativi geometrici e vegetali stilizzati
soffitto a cassettoni
1592 - ca 1599
Viani, Antonio Maria (attribuito)
1550 (?)-1635
Viani, Antonio Maria (e Aiuti)
1550 (?)-1635
Accorsi Pietro Antonio (notizie 1592-1596)
notizie 1592-1596
Soffitto a cassettoni poggiante su serie di mensoloni, costituito da cinque comparti maggiori alternati a quattro fasce rettangolari: ciascun comparto maggiore è suddiviso in tre porzioni di cui la centrale, maggiore rispetto alle laterali e di forma quadrata, caratterizzata da cassettone ottagonale
- OGGETTO soffitto a cassettoni
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MATERIA E TECNICA
legno/ doratura
legno, intaglio
legno/ pittura
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MISURE
Profondità: 1,30 m
Lunghezza: 63,10 m
Larghezza: 6,66 m
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ATTRIBUZIONI
Viani, Antonio Maria (attribuito): progettista
Viani, Antonio Maria (e Aiuti): pittore
Accorsi Pietro Antonio (notizie 1592-1596): intagliatore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 33/ Galleria della Mostra
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La documentazione relativa alla messa in opera del soffitto della galleria è scalata nell'ultimo decennio del XVI secolo: Bertolotti (1888), come ricorda Cottafavi 1939 (p. 185), evidenzia alcuni mandati di pagamento degli anni 1592, 1595 e 1596 a favore dell'intagliatore Pietro Antonio Accorsi di Guastalla, ai quali può aggiungersi quello dell'aprile 1594 rilevato da Berzaghi (1997, p. 108); nel novembre del 1595 è pagato, tra gli altri anonimi artigiani, l'intarsiatore Sebastiano Beck (Sortino 1997, p. 497, n. 26). Il 27 agosto 1599 il soffitto non è ancora terminato poiché Giovan Battista Guerrieri scrive al duca Vincenzo I assicurandogli che solleciterà il prefetto, Antonio Maria Viani, in proposito (Sortino 1997, p. 501, n. 50). L'esecuzione dell'imponente copertura si colloca quindi all'epoca delle due prefetture dei cremonesi Dattari e Viani. Giannantoni (1929, p. VI) rileva che il soffitto odierno sostituì una primitiva copertura (databile al periodo 1579 – 1592 ca.), di cui si ignora la tipologia: lo denuncia l'altezza stessa del soffitto, impostato su una porzione di parete aggiunta, che corrisponde in esterno all'attico sopraelevato sui quattro lati del cortile della Mostra. Ciò che oggi si osserva, tuttavia, è in larga parte frutto della ricostruzione imitativa attuata nel corso del restauro del 1933-1934: anteriormente a quei lavori, come ricordato da Cottafavi (Cottafavi, Giannantoni 1934, pp. 5-10), del soffitto originale non restavano infatti che due soli tratti, scampati al crollo del 1875 e all'inizio del Novecento semplicemente fermati alle capriate del tetto mediante liste di lamina di ferro. I due tratti corrispondono alla parte verso sud dalla seconda lesena a sinistra del portale in stucco della parete ovest (sulla base della lesena il restauratore del 1933-34 ha riportato l'indicazione “soffitto originale / soffitto nuovo”) e a una breve porzione dei cassettoni in corrispondenza della terza e quarta campata dopo il portale stesso, verso nord (cfr. Cottafavi, Giannantoni 1934, fig. 1). Il primo intervento sulla copertura ha innanzitutto riguardato la messa in opera di nuove capriate, posizionate sotto le originali, alle quali assicurare il soffitto; consolidati i due tratti originali, se ne rilevarono le misure e, mediante calchi, le varie cornici, al fine di procedere nella fedele ricostruzione delle parti mancanti. Le essenze utilizzate allo scopo sono legno d'abete nelle parti piane e pioppo nelle cornici decorative intagliate e tornite. Nelle due porzioni originali si è proceduto al consolidamento della preparazione a gesso e colla e al ritocco pittorico, ma più consistente è stato l'intervento di ridoratura (a foglia battuta); la “maggiore cura e fedeltà possibile” hanno quindi guidato la ricostruzione dei lacunari perduti, sui quali sono stati riproposti gli stessi motivi decorativi degli originali e dipinte imprese gonzaghesche desunte dal repertorio noto agli studi. Nell'insieme il soffitto della galleria si presenta, dunque, composto da cinque settori rettangolari maggiori, alternati a quattro fasce: ciascun settore maggiore è suddiviso in tre porzioni, di cui la centrale caratterizzata da una cupoletta su pianta ottagonale internamente decorata da mensoline e cornici dorate; la cupoletta è attorniata da cornici decorative contenenti aquile ad ali spiegate e delimitanti campi a girali monocromi; le porzioni laterali di ciascun settore maggiore, a loro volta suddivise in tre lacunari rettangolari, recano al centro una loggetta circolare vista da sotto in sù. La fascia rettangolare che divide tra loro i settori è costituita da un lacunare unico, al cui interno campeggiano tre cornici mistilinee: le due laterali ospitano un'impresa gonzaghesca tra fitti girali dorati; la centrale una figura allegorica monocroma all'interno di una cornice dipinta, composta da sirene e mascheroni. Il soffitto è sostenuto da un cornicione impostato su mensoloni dorati, la cui fronte è ornata da un mascherone leonino: le mensole si alternano a rosoni dorati, al di sotto dei quali si succedono pannelli dipinti con motivo di panoplie monocrome
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267713-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0