Figure allegoriche
Decorazione plastico-pittorica della parete orientale della galleria, partita in diciannove campi di differente ampiezza da venti lesene su piedistallo, con fusto scanalato e capitello corinzio: ad eccezione dei primi due settori da nord (nel primo si apre l'accesso alla loggia dei Mesi, il secondo è privo di aperture), i successivi diciassette alternano porte-finestre con mostre in stucco di accesso ai poggioli sul cortile della Mostra (nove) e finestre (otto). Il registro centrale di ciascun settore reca una nicchia a bacinella ovale contornata da riquadri dipinti con cornici, mentre il registro superiore alterna lunghe finestre rettangolari (nove, in corrispondenza degli accessi ai poggioli) e settori murari caratterizzati da ulteriori nicchie a bacinella affiancate da riquadri dipinti con cornici (otto). Il numero totale di nicchie è ventinove (diciannove lungo il registro centrale; dieci alla sommità della parete). I piedistalli delle lesene e il registro inferiore dei settori con finestre sono dipinti
- OGGETTO decorazione plastico-pittorica
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MATERIA E TECNICA
stucco/ modellatura a stampo
intonaco/ pittura a fresco
stucco/ doratura
stucco/ modellatura
stucco/ pittura
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MISURE
Altezza: 6,75 m
Lunghezza: 63,10 m
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ATTRIBUZIONI
Viani, Antonio Maria (1550 (?)-1635): architetto
Viani, Antonio Maria (e Aiuti): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 33/ Galleria della Mostra
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La parete orientale della galleria continua in parte e amplifica il sistema decorativo della parete opposta, con la quale condivideva, in origine, la funzione di ospitare busti nelle numerose nicchie – ventinove in tutto – che la percorrono. Il primo e il secondo settore (da nord) condividono solo in parte il complesso decorativo dei successivi diciassette settori, in quanto nel primo settore si apre l'accesso alla loggia dei Mesi, mentre il seguente non presenta alcuna apertura. Alla sommità di questi due primi settori, così come nei settori a seguire caratterizzati da finestre, si collocano nicchie a bacinella con fondo dipinto, definite da cornici in stucco e affiancate da una coppia di dipinti murali: nel primo settore trovano spazio due figure monocrome verdi di Fama e di Vittoria con due corone, nel secondo e in tutti i casi successivi, invece, di ampiezza assai minore, si osservano motivi a candelabra o girali vegetali su fondo verde o giallo. Il registro centrale della parete presenta un'articolazione variata a seconda della sottostante presenza di una finestra o di una porta-finestra: nel primo caso, una nicchia a bacinella con fondo dipinto è posta al centro di un complesso sistema di cornici in stucco dorate, che definisce quattro campi angolari alternati a tre settori minori: tali riquadri ospitano figure monocrome, rese con rapide pennellate chiare su fondi rossi, verdi, bruni e azzurastri. Possono forse riconoscersi, in esse, divinità o personificazioni, in atteggiamento attivo oppure sedute occupando il campo. Nei settori con porte-finestre, alla bacinella centrale, definita da un'elaborata cornice in stucco dorata, si affiancano invece due ampi riquadri: nonostante il mediocre stato di conservazione di queste aree, è possibile scorgervi tracce di trofei d'armi monocromi (rossi o verdi). Nel terzultimo settore (da nord) si osservano i trofei meglio conservati della parete. Tutte le nicchie della parete sono attualmente vuote, ad eccezione di quattro del registro intermedio: vi si osservano busti di imperatori romani in gesso di successiva collocazione, copia di originali marmorei. I settori ospitanti i portali in stucco sono caratterizzati da lunghe finestre rettangolari alla sommità: lo sguincio di ciascuna presenta una decorazione a finto marmo giallo contornata da un profilo a fiori rossi su fondo chiaro e interrotta sul lato superiore da un clipeo contenente un busto. Ogni portale è affiancato da una coppia di festoni dipinti mentre motivi a finti marmi ornano la parte interna dell'arco che lo ospita: è stato rilevato dagli studi che in origine queste arcate non erano chiuse ma semplicemente dotate di vetrate sul cortile e che solo in un secondo momento si giunse alla loro chiusura e alla messa in opera dei portali in stucco (Giannantoni, in Cottafavi, Giannantoni 1934, pp. VI-VII, IX; cfr. Sortino 1997, p. 505, n. 83). Una significativa testimonianza di uno stato di decorazione antecedente a quella riscontrabile in tutte le altre arcate si osserva attorno agli ultimi due portali della parete (diciassettesimo e diciannovesimo settore da nord): qui, in luogo dei finti marmi sull'intradosso dell'arco, il restauro del 1933-1934 mise in luce mascheroni di putti tra girali vegetali e un emblema gonzaghesco (Cottafavi, in Cottafavi, Giannantoni 1934, p. 8). Giannantoni spiega che non prima del 1608 fu iniziata la decorazione dell'intradosso delle arcate, come si evince dalla presenza del collare dell'Ordine del Redentore: “ma poi s'era subito abbandonata l'idea: furono decorate infatti solo le prime due arcate sul lato meridionale della parete, e la seconda non fu neppur compiuta”. L'Ordine fu infatti istituito dal duca Vincenzo I il 25 maggio del 1608, in occasione della festa di Pentecoste e delle nozze del primogenito Francesco con Margherita di Savoia: il collare con il quale erano insigniti i cavalieri dell'Ordine, primo fra tutti il duca stesso, si compone di elementi in oro ornati dall'impresa del crogiolo (risalente a Francesco II Gonzaga) alternata al motto “Domine Probasti” e di un pendente nel quale è raffigurato il tabernacolo che custodisce alcune gocce del Preziosissimo Sangue di Cristo, reliquia conservata nella basilica concattedrale di Sant'Andrea di Mantova. Le arcate della parete furono quindi tamponate in una data posteriore al 1608. I settori di parete con finestre quadrate, tutte internamente dipinte con motivo di cornici a volute sostenute da festoni (alcune di esse conservano busti monocromi di divinità, altre figurine rese con rapidissime pennellate chiare), presentano alla base lo stesso motivo a balaustra corrente sulla parete opposta; i piedistalli delle lesene corinzie riportano su un fondo di finti marmi la sigla vincenzina della doppia “C” intrecciata, alternata al Sole raggiante. Per quanto concerne l'esecuzione delle parti pittoriche della parete, si ricorda l'attribuzione di “alcune delle figurette muliebri semisdraiate nei triangoli mistilinei di riquadratura
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267713-5
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- STEMMI XVII e XIX settore da nord, intradosso dell'arco - cavalleresco - Emblema - GONZAGA - 10 (?) - Collare dell'Ordine del Redentore, costituito da elementi recanti l'impresa del crogiolo alternata a motto DOMINE PROBASTI e da un pendente con raffigurazione del tabernacolo del Preziosissimo Sangue di Cristo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0