Elementi decorativi

decorazione plastico-pittorica,

Apparato plastico-pittorico parietale, costituito da cornicione continuo in stucco bianco modanato e dipinto all'imposta della volta e decorazione pittorica sottostante. Il cornicione, dipinto lungo la fascia centrale con motivi a finti marmi imitanti inserti ovali, romboidali e rettangolari rossi e verdi su fondo giallo-ocra, reca doppia cornice: la superiore, più aggettante, composta da kyma di foglie, listello liscio, can corrente, fascia dipinta rosa chiaro, kyma simile al lesbio trilobato; l'inferiore, da kyma lesbio continuo rovesciato, un'ampia fascia liscia e fila di fusarole e perline. La decorazione dipinta delle pareti imita un loggiato architravato, con aperture ad arco soprastanti (due su ciascuna testata, tre sulla parete ovest), in marmo rosa veronese, impostato su basamento e tamponato da marmi gialli ad eccezione dell'arcata centrale della parete ovest, illusionisticamente aperta sul cielo attraverso una cortina in tessuto giallo. Le arcate superiori delle due testate e le laterali della parete ovest sono tamponate da finti vetri piombati; quattro nicchie reali, dipinte in marmo rosso, sono collocate a fianco della porta di ciascuna testata e sopra le due porte minori della parete occidentale; %

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    intonaco/ pittura a fresco
    stucco/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Mantovana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 5/ Loggia del Tasso
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione parietale della loggia, di tipo plastico e pittorico, potrebbe essere riferita a due momenti d'esecuzione distinti: il cornicione in stucco modanato e dipinto, benchè forse successivamente ripreso nella parte dipinta, spetterebbe alla fase di esecuzione della volta, nei primi anni Settanta del sec. XVI; la sottostante decorazione risalirebbe, invece, all'epoca del ducato di Vincenzo I Gonzaga, come suggerito da vari studiosi. Oggetto di dibattito sono, inoltre, le nicchie aperte sulle due testate e sopra le porte di accesso ai camerini contigui, evidentemente incongrue rispetto all'assetto generale dell'ambiente e alla decorazione stessa. La loro presenza è così giustificata da Giannantoni (1929, pp. 102-103): la loggia fu costruita “press'a poco all'epoca della precedente sala, probabilmente del Zelotti [succeduto al Bertani nel 1576; dati d'archivio anticipano tuttavia la costruzione al 1573 ante]. Egli trovò su quest'area due ambienti dalla volta a padiglione, impostati molto più in basso dell'attuale volta a botte. Un fregio a stucchi delicati correva sotto l'impostazione. Il Zelotti abbattè la parete divisoria, costruì la volta a botte decorandola di stucchi scompartenti riquadri, e per creare nicchie, che dovevan contenere statue, ingrossò i due muri di testa distruggendo per tal modo il preesistente fregio più sopra ricordato. In seguito, con ogni verosimiglianza all'epoca del duca Vincenzo, ad opera del Viani, furono messe le maestà di marmo alle porte, e le cornici marmoree alle grandi arcate; furon chiuse le nicchie, e ridipinte le pareti” (cfr. inoltre Bazzotti, Berzaghi 1986, pp. 14-15; Koering 2013, p. 355). I dati forniti da Clinio Cottafavi, direttore del restauro condotto tra 1927 e 1931 (Cottafavi 1931), sottolineano una sovrapposizione di interventi, poiché “le nicchie che si trovano di fianco alle due porte […] erano sviluppate un tempo, e cioè nel periodo anteriore all'attuale adattamento del fabbricato, nella parte inferiore così da poter ricevere una statua di grandezza maggiore al normale. Lo spessore enorme del muro – oltre m. 1,30 – tra la loggia e le sale dei Marchesi e dei Duchi, fece sospettare l'addossamento di due muri, con l'intento di regolare la linea della loggia. Un assaggio praticato sopra e a lato della porta verso la sala dei Marchesi ha confermato la supposizione, mettendo in mostra, ad una profondità di 30 cm., un fregio in istucco, di fattura indubbiamente anteriore all'attuale decorazione, […] a ispirazione o concezione se non ad opera di Giulio Romano”: probabile testimone, dunque, di una fase anteriore ai lavori promossi da Guglielmo, che porrebbe in discussione l'ipotesi di una realizzazione ex novo di questa parte della fabbrica (cosiddetta “addizione guglielmina”; cfr. Valli 2014, pp. 219 e ss., p. 511, p. CLXIII). Il restauro condotto tra 1927 e 1931, sotto la direzione di Clinio Cottafavi (v. Cottafavi 1931), mirò al recupero e integrazione di porzioni di stucco mancanti e al restauro pittorico della decorazione murale, per la quale Cottafavi annota: “la loggia, […], con tutto quel rosso alle pareti, in marmo di Verona, vero in parte, in parte dipinto, è un po' volgare e fors'anche stucchevole, ma è vizio d'origine e non si stimò opportuno toglierlo”. Per analogia con le operazioni condotte nella vicina camera delle Virtù, si può dedurre che eventuali parti di cornici in stucco pericolanti siano state consolidate mediante “iniezioni di cemento o di impasto di gesso, marmorina e scagliola”; se mancanti, rifatte con l'uso di calchi. Nel corso degli anni Sessanta del secolo scorso la decorazione plastica e le superfici pittoriche dell'ambiente sono sottoposte a restauro da parte della ditta Assirto Coffani (Valli 2014, pp. 219-222, 510-512)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267676-8
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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