decorazione plastico-pittorica, elemento d'insieme di Giulio Romano, Rinaldo Mantovano, Ghisoni Fermo detto Fermo da Caravaggio, Scaletti Luca detto Figurino, Anselmo Guazzi (attribuito), Andrea Conti (attribuito) (secondo quarto sec. XVI)

decorazione plastico-pittorica, 1538-1539

Apparato plastico e pittorico del registro superiore delle pareti e attorniante le quattro finestre della sala, costituito da cornici in stucco dorato, scene e settori decorativi ad affresco, modanature e rilievi in stucco bianco e dorato

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    intonaco/ pittura a fresco
    stucco/ doratura
    stucco/ modellatura
    stucco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Giulio Romano (1499 Ca./ 1546): disegnatore
    Rinaldo Mantovano (1502/ 1540): pittore
    Ghisoni Fermo Detto Fermo Da Caravaggio (1505 Ca./ 1575): decoratore
    Scaletti Luca Detto Figurino (?/ 1539 Ca): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 26/ Sala di Troia
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La decorazione delle pareti si estende dal cornicione d'imposta della volta ad oltre la metà della loro altezza: una serie di cornici in stucco dorato funge da telaio delle scene dipinte e dei settori di decorazione pittorica e plastica attorniante le quattro finestre. La cornice delle scene maggiori presenta un doppio motivo, a foglie stilizzate e a perline; in corrispondenza delle quattro finestre il sistema di cornici in stucco si arricchisce di elementi, poiché ciascun settore (dipinto e contenente rilievo in stucco) appare delimitato da un profilo minore ad archetti. Buona parte delle cornici in stucco si deve al restauro diretto nel 1897 da Icilio Bocci (cfr. Valli 2014, a cui si rimanda per la storia conservativa della sala). Le due pareti maggiori presentano ciascuna tre scene, di cui la centrale collocata sopra la rispettiva porta: sulla parete nord figurano “Achille e i suoi compagni davanti al cavallo di Troia” (scena di sinistra), “Teti nella fucina di Vulcano” (scena centrale) e “Laocoonte e i suoi figli uccisi dai serpenti” (scena di destra); sulla parete sud sono invece rappresentati il “Ratto di Elena” (scena di sinistra), il “Sogno di Ecuba” (scena centrale) e il “Giudizio di Paride” (scena di destra). Come sottolineato da Koering (2013) circa la lettura consequenziale degli eventi, le scene della parete meridionale (nell'ordine: Sogno-Giudizio-Ratto) seguono immediatamente l'evento raffigurato al centro della volta; il racconto si sviluppa quindi lungo tutto il fregio alla base della copertura, per poi giungere alla “Fucina di Vulcano” al centro della parete sud, saltare alla scena “Teti arma Achille” dipinta sulla testata occidentale, ritornare alla parete sud (Cavallo e poi Laocoonte) e infine concludersi con “Aiace fulminato sullo scoglio” della testata orientale. Il percorso di lettura porta alle estreme conseguenze l'andamento labirintico già sperimentato su volta e pareti della camera di Psiche a Palazzo Te, con probabili rimandi allo schema compositivo della tragedia. Le quattro finestre della sala sono attorniate da decorazioni a monocromo imitanti il bronzo, costituite da trofei d'armi e, sulla testata orientale, anche da immagini di Vittorie con prigioni; anche gli sguinci delle finestre recano lo stesso tipo di elementi monocromi. Sui tre lati di ciascuna finestra si aprono tre nicchie circolari di cui la centrale, al centro del lato superiore, di dimensioni maggiori alle laterali; ai due angoli superiori della decorazione si collocano due rilievi in stucco bianco raffiguranti coppie di eroi e di divinità. Sulla base di alcuni documenti, integrati da letture e confronti stilistici, la maggior parte della critica assegna a Luca da Faenza l'esecuzione delle tre scene della parete sud ed est (ma L'Occaso, 2012, attribuisce “Aiace fulminato” a Fermo Ghisoni), a Fermo Ghisoni l'affresco della testata ovest e a Rinaldo Mantovano le scene della parete nord. Gli stucchi sono attribuiti ad Andrea del Gonfo (Andrea Conti?), mentre Anselmo Guazzi è documentato quale autore della decorazione delle finestre nel 1539, dove tuttavia gli sguinci potrebbero, secondo la proposta di L'Occaso (2012), spettare a un intervento seicentesco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267711-3
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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