Stemma

decorazione plastico-pittorica, ca 1595 - ante 1601

Loggia a due ordini e con coronamento: primo ordine, a pianterreno, a quattro arcate cieche caratterizzate da finto bugnato rustico; secondo ordine a quattro arcate, allineate alle sottostanti, definite da pilastri su cui sono addossate paraste ioniche su alti piedistalli, reggenti trabeazione a triglifi; coronamento costituito da un attico cieco. Nell'invaso della loggia, le paraste corrispondenti ai pilastri esterni scandiscono l'ambiente in quattro campate, voltate a crociera; alle pareti motivi di tipo architettonico, sulla volta motivi a grottesche; nelle lunette del lato occidentale, putti reggenti cartigli con allegorie delle stagioni; nelle lunette delle due testate, putti reggenti le armi Gonzaga-Medici

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    intonaco/ pittura a fresco
  • MISURE Altezza: 7,55 m
    Lunghezza: 19,70 m
    Larghezza: 5,50 m
  • ATTRIBUZIONI Viani, Antonio Maria (attribuito): architetto
    Viani, Antonio Maria (e Aiuti): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 17/ Loggia di Eleonora
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La loggia di Eleonora deriva il proprio nome della duchessa Eleonora de' Medici, consorte di Vincenzo I Gonzaga, il cui stemma compare, unito a quello del duca, nella decorazione ad affresco dell'ambiente. Tradizionalmente riferita a un unico momento costruttivo, individuato attorno al 1595, la loggia è stata recentemente letta da Valli (2014, pp. 473-475, con bibliografia precedente) come risultato di almeno due fasi di lavori: la prima, riferita al primo ordine a pianterreno e al secondo ordine, attribuibile a Giovan Battista Bertani nel momento del raddoppio della comunicante loggia dei Marmi; la seconda, comprensiva della costruzione del coronamento e della decorazione pittorica, fissata al 1595 circa, sotto la prefettura del cremonese Antonio Maria Viani. Le ragioni di questa distinzione inducono Valli a ipotizzare che una struttura di passaggio, quantomeno dotata di un piano di calpestio alla quota del piano nobile, dovesse già sorgere a conclusione dei lavori del corridore del cortile della Mostra verso il lago e del raddoppio della loggia dei Marmi (1556), per consentire il collegamento tra Rustica e Appartamento di Troia. Se Valli attribuisce quindi i primi due livelli della loggia a Bertani e solo il coronamento a Viani, di altra opinione è Girondi (2013, pp. 20-21) che, ripercorrendo le posizioni della critica in merito alla loggia, si allinea all'ipotesi di un disegno unitario, da assegnare a Viani in una sua fase di marcato classicismo (cfr. Cottafavi 1933; Carpeggiani 2003, p. 221, con bibl. precedente). Funzione dell'ambiente è quella di consentire, dal corridore sul lago, il collegamento tra Rustica e Appartamento di Troia mediante la loggia dei Marmi, e di definire il passaggio tra l'appartamento di Guglielmo in Corte Nuova e le stanze giuliesche di Troia, anche mediante l'accesso diretto al cortile dei Cani. La decorazione pittorica, datata tra fine sec. XVI e inizio sec. XVII (cfr. Berzaghi 2002, p. 556; Berzaghi 2003, p. 246), è animata dalle grottesche delle crociere della volta e da putti nelle lunette della parete ovest e delle testate: sulla prima, ritratti in atto di reggere cartigli con figurazione allegoriche delle Stagioni; sulle testate, recanti lo stemma di Vincenzo I Gonzaga (sud) e di Vincenzo I Gonzaga ed Eleonora de' Medici (nord). La parte sottostante il cornicione dipinto, che prosegue illusionisticamente le modanature dei capitelli delle paraste, è caratterizzata da lacerti di una decorazione imitante porte e portali in marmo: di tali elementi sopravvivono gli architravi, sormontati da cimase recanti una targa rettangolare al centro e ornate da volute laterali. Due imponenti mensole, al centro delle testate, reggono i busti, dipinti a imitazione del bronzo, delle dee Minerva (testata nord) e Diana (testata sud). Ipotesi, oggi accantonata, avanzata da Tellini Perina (1998, p. 199) è che le sole grottesche e le allegorie delle Stagioni spettino alla committenza di Ferdinando Gonzaga. I caratteri complessivi dell'architettura dipinta, oltre alla particolare presenza dei busti bronzei su mensole, riconducono alla decorazione della Sala delle Virtù della Palazzina di Bosco Fontana, realizzata da Antonio Maria Viani e aiuti attorno al 1595: tra i pittori del cantiere della Fontana si ricorda Vincenzo Tragnolo (o Tragnoli), attivo nello stesso periodo anche a Palazzo Ducale (appartamento delle Metamorfosi, Zoiolera), mentre un altro artista dell'équipe vianesca documentato a Palazzo Ducale è Domenico Lippi (appartamento della duchessa in Corte Vecchia, nuova Cancelleria del Prato di Castello, in Bazzotti 2001, pp. 16-17). Per quanto riguarda volta e lunette, la presenza di campi decorati a grottesche e di ovali con figure allegoriche entro vistose cornici a cartoccio, affiancati da putti con attributi, costituisce l'immediato precedente iconografico per la decorazione del corridoio dei Mori in Corte Vecchia, cui Viani sovrintende nel primo decennio del Seicento e la cui decorazione è attribuita a Viani stesso e al collaboratore Orazio Lamberti (cfr. Berzaghi 2003, p. 253). Il restauro della loggia diretto nei primi anni Trenta del secolo scorso da Clinio Cottafavi, che per primo assegnò la costruzione dell'ambiente a Viani “si limitò alla rintonacatura e alla ricoloritura di parte delle pareti, a tinte neutre, e alla pulitura delle volte. Soltanto nel volto della terza arcata, si è dovuto ridare l'intonaco che era caduto, macchiandolo a tinta unita perché, avendo ciascuna delle quattro volte disegni e figurazioni diverse, non era savia cosa pensare ad una qualsiasi decorazione” (Cottafavi 1933, p. 141). Autore del restauro pittorico fu Arturo Raffaldini. Le immagini pubblicate da Cottafavi a lavori ultimati permettono di verificare, oltre al successivo tamponamento delle aperture dell'attico e della porta verso l'ambiente D_1_14, il degrado dell'apparato pittorico verificatosi dopo quel restauro: numerose ed estese le lacune di intonaco %
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267683-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • STEMMI Testata sud, registro superiore - Gentilizio - Stemma - Vincenzo Gonzaga, IV duca di Mantova e II duca del Monferrato - 1 - Si conviene: d'argento alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile spiegate e affrontate di nero; nel punto d'onore, caricato di uno scudo d'argento alla fascia di rosso sormontato da corona arciducale; sul tutto, partito di due e troncato di due, che dà nove quarti, uno scudo. Lo stemma è sormontato dalla corona ducale a otto fioroni in giro, gemmata d'oro e contornato dal collare del Toson d'Oro
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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