Bologna - Chiesa di S.Maria della Vita - Gruppo in terracotta delle Marie piangenti - di Niccolò dell'Arca

negativo servizio, ca 1926 - ca 1926

Insieme composto da 4 lastre negative originariamente contenute in pergamino; tali buste, con iscrizioni e annotazioni, si conservano separatamente. All'interno dei pergamini è stata rinvenuta una scheda inventariale dattiloscritta con le stesse indicazioni

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Iconografia cristiana
    Scultori - Italia - Sec. 15. - Niccolò dell'Arca
    Scultura - Gruppi scultorei - Terrecotte
    Italia - Emilia-Romagna - Bologna - Chiesa di Santa Maria della Vita
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Bolognesi Orsini (studio): fotografo principale
    Dell'arca, Niccolò (1435ca -1494): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo insieme di lastre documenta il Compianto sul Cristo morto, gruppo scultoreo in terracotta realizzato da Niccolò dell'Arca verso la fine del Quattrocento e conservato presso il Santuario di Santa Maria della Vita. Il compianto fu per lungo tempo relegato in un vano attiguo all'abside, illuminato solo da una piccola finestra e volontariamente escluso dal percorso visivo della chiesa poiché considerato eccessivamente drammatico per i canoni estetici in vigore. Solo a partire dal 1912 si avvia un processo di rivalutazione critica dell'opera e la sua rivalorizzazione: presidente della commissione istituita per il restauro è Alfonso Rubbiani, affiancato dal pittore e decoratore Mauro Dagnini. Nel 1913, anno della sua morte, Rubbiani invia una relazione al Sovrintendente Luigi Corsini in cui si invita a "modificare alcune mani delle Marie, rifatte con grossolanità e sostituirle con altre modellate con cura". In particolare si fa riferimento alla Maria di Cleofa, di cui la mano destra era volta col palmo verso l'esterno e la sinistra col palmo verso l'interno: quest'ultima viene rifatta modificando la posizione del palmo. Si confronti con fotografie precedenti il restauro (ad esempio Pietro Poppi 12331, scheda visibile su http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/14990) in cui la torsione della mano influisce sensibilmente sul senso drammatico della posa. La prima guerra mondiale interromperà necessariamente il restauro che verrà concluso solo nel 1922. Nell'occasione fu individuato un luogo apposito per ospitare il gruppo scultoreo, con un fondale dipinto da Arnaldo Gentili e una cancellata eseguita dalla Società Cooperativa Metallurgica di Bologna. Questi elementi sono ben visibili nelle immagini d'insieme (N_001831, N_001834). Contestualmente si pose il problema della disposizione delle figure (si confronti con foto Poppi 73 - http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/13978 ) in cui la Maria di Cleofa è posta accanto a Nicodemo e il San Giovanni è del tutto nascosto dallo slancio potente della Maddalena. Il nuovo assetto del gruppo, rimasto tale fino ad oggi, vede invece un’ondata di movimento provenire da destra, mentre le figure centrali sono caratterizzate da un dolore più trattenuto e Nicodemo è il solo personaggio che dialoga con lo spettatore. Cesare Gnudi nella sua monografia su Niccolò scriverà "per nulla soddisfa [...] la sistemazione delle figure troppo affastellata dietro la brutta inferriata di contro al finto drappeggio dipinto sulla parete della nicchia di pessimo gusto decorativo" (Gnudi, 1942, p. 56). Il restauro scultoreo fu eseguito dallo scultore Silverio Montaguti, sotto la direzione di Corrado Ricci, allora Direttore Generale per le Antichità e Belle Arti, e si concluse il 22 dicembre 1922. Si da conto di questo intervento anche nella Cronaca delle Belle Arti (Supplemento del Bollettino d'Arte) a cura della Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti (n. VIII, febbraio, 1923, p. 383). Il servizio della ditta Bolognesi & Orsini documenta questa fase intermedia del Compianto, prima della seconda guerra e del blindamento a cui fu sottoposto (si veda scheda NCTN 0800641264) e del secondo importante restauro nel 1946 (si veda scheda NCTN 0800641267) in cui vennero modificati altri dettagli di alcune statue
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641260
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_001831 a N_001834
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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