allegoria di Caltanissetta. figura femminile con fascio di spighe
altorilievo,
1883 - 1883
Tripisciano Michele (1860-1913)
1860-1913
Figura femminile in piedi, con corona turrita, posta davanti a un aratro; tiene con la mano destra un fascio di spighe. In basso a sinistra è posta una mazzetta con pezzi di roccia, a destra due buoi incisi in un pezzo di lastra davanti a due clododi di fico d'India. Sul pannello di fondo sono rappresentate due arcate del ponte Capodarso davanti alla montagna con alcuni imbocchi di miniera; a destra due torri del castello di Pietrarossa
- OGGETTO altorilievo
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
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ATTRIBUZIONI
Tripisciano Michele (1860-1913): scultore
- LOCALIZZAZIONE Caltanissetta (CL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'allegoria di Caltanissetta è una delle prime opere di Michele Tripisciano, noto scultore nisseno attivo a Roma tra l’ultimo quarto dell’Ottocento e il 1913. Si tratta di un bozzetto in gesso realizzato nel 1883, periodo in cui lavorava nello studio di Francesco Fabi Altini, frequentato dal 1880 dopo aver conseguito gli studi presso l’Ospizio di San Michele a Ripa. E’ esposto, con altre nove opere dello scultore, nella sala degli Oratori del Museo Tripisciano a Caltanissetta. Il museo è intitolato allo scultore perché la maggior parte delle opere esposte proviene dal suo lascito testamentario al comune di Caltanissetta, datato 19 settembre 1913 e registrato il 25 settembre 1913 dopo quattro giorni il decesso (FNTI SBfonte0004). “Gli oggetti d’arte, i bronzi, i gessi e i marmi”, che si trovavano nello studio romano dello scultore in via Aureliana n.63, furono inventariati con tutti gli altri beni nei primi di gennaio del 1914 dal pittore Guido Francisci, alla presenza degli eredi o dei loro procuratori. Di ogni bene fu quantificato il valore; in molte opere d’arte fu specificato il soggetto rappresentato. Il bozzetto non è citato nell’inventario; probabilmente potrebbe trattarsi di uno dei tre gessi collocati sulla porta d’ingresso dello studio, inventariati al n.159 (FNTI SBfonte0001). Nel 1921 la maggior parte delle opere ereditate dal Comune era ancora custodita nelle casse (BIBH SBB0003); alcune furono esposte nella biblioteca comunale Scarabelli e nel palazzo municipale di Caltanissetta. Successivamente, molte opere furono collocate nella sede del vecchio carcere, adibito a liceo scientifico (BIBH SBB0008; SBB0019). L'altorilievo non è citato nel catalogo delle opere redatto nel 1957 da Enzo Falzone (BIBH SBB0007). Alla fine degli anni Cinquanta, l'Associazione Archeologica Nissena promosse l'istituzione del Museo Civico Nisseno, allestito in alcuni locali di un edificio comunale, inaugurato il 25 giugno 1959 (BIBH SBB0010) e dipendente dalla Biblioteca Comunale. Si esposero i reperti archeologici, rinvenuti negli scavi curati dalla Soprintendenza alle Antichità dal 1951, e molte opere di Giuseppe Frattallone e Michele Tripisciano, donate dagli stessi scultori al Comune. Alcune opere, purtroppo, furono distrutte e trafugate per la "mancanza di un adeguato posto di custodia e di un consegnatario responsabile" (FNTI SBfonte0002). Nel 1964, a causa dell’incremento dei beni archeologici, il museo fu trasferito presso il piano terra e il primo piano dell’edificio ex G.I.L. Bruno Mussolini e la sezione di Arte Moderna fu sistemata nei corridoi. Nel registro cronologico d'entrata del patrimonio artistico della sezione d’arte moderna del museo, databile tra gli anni Sessanta e Settanta, risultano centotrentuno opere. Il bozzetto è inventariato al n. 3 con la dicitura “Caltanissetta o Quei tempi non tornano più – 1883 – gesso (FNTI SBfonte0003). “Quei tempi non tornano più” è tuttavia il titolo del busto in terracotta di un vecchio di settantacinque anni, collocato nel palazzo della Provincia di Caltanissetta, datato 18 febbraio 1883. Nel 1995 le opere d’arte moderna furono trasferite nel palazzo Moncada, in occasione di una mostra sullo scultore, e poi collocate in un deposito dello stesso palazzo in attesa del loro restauro, avvenuto tra il 2007 e 2008, e dell’allestimento del museo Tripisciano, inaugurato il 10 dicembre 2010. Una foto anteriore al 1987 mostra lo stato di conservazione prima del restauro (FTA5): manca la parte superiore del manico della mazzetta; l’indice della mano destra è danneggiato e il pollice della mano destra è privo di falangi. In alto a sinistra è incollata la targhetta di carta del museo civico; in basso al centro è fissata una piastrina metallica ovale con inciso il numero 319. L’opera è la rappresentazione allegorica della città di Caltanissetta. “Su uno sfondo realizzato a bassorilievo, in cui si intravedono il Castello di Pietrarossa, le miniere di zolfo e il ponte di Capodarso, si erge una donna dal volto ‘muto e pensoso’: Caltanissetta. Ha in mano i simboli della sua forza economica: a destra un fascio di spighe, a sinistra l’aratro; sulla testa una corona turrita, che raffigura lo stemma della città. Non a caso, dice malignamente qualcuno, si lascia alle spalle le miniere e non ha il coraggio di alzare lo sguardo per andare avanti. L’allegoria è ben riuscita, anche se l’opera, dal punto di vista compositivo, non è tra le migliori”. (BIBH SBB0011; BIBH SBB 0025). Secondo Marianna Rita Bova “la figura ricorda ‘La preghiera dei morti’ di Vincenzo Vela, per le movenze, lo sguardo basso celante tristezza, l’elemento di appoggio dietro, e l’avvolgimento della figura in un manto di pieghe” (BIBH SBB 0020). Una copia dell’opera è stata realizzata in bronzo su iniziativa del Rotary Club il 23 febbraio 2005 e affissa nella facciata del palazzo municipale di Caltanissetta. Il lato posteriore del bozzetto è incavato nella parte centrale, in corrispondenza della figura, e irrigidito da due tondini di ferro disposti a X. Lo scultore utilizzò lo stesso pannello dal profilo a elle, per consentire l’appoggio dei piedi, nel 1882 nell’altorilievo Studio dal vero (FTA4), esposto presso il museo Tripisciano
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382179
- NUMERO D'INVENTARIO SA6/ 0050
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- ISCRIZIONI in basso, lato destro - M. Tripisciano fece Roma 1883 - Tripisciano, Michele - a incisione - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0