Stazioni della Via Crucis

dipinto,

Personaggi: Gesù Cristo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Calvi Jacopo Alessandro Detto Sordino (1740/ 1815): esecutore
    Capuri Francesco (notizie 1788-1802)
    Fancelli Petronio (1738/ 1800)
    Gandolfi Gaetano (1734/ 1802)
    Giusti Francesco (1752/ 1828)
    Pedrini Filippo (1763/ 1856)
    Petroni Ercole (/ 1839)
    Ruvadini Luigi (notizie 1791-1802)
  • LOCALIZZAZIONE Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dal documento che ne commemora l'inaugurazione, custodito presso l'Archivio parrocchiale della chiesa di Santo Stefano di Bazzano (menzionato da Giulio Ricci nel 1939), si ricava che il 14 settembre 1802 fu "nuovamente eretta" la Santa Via Crucis "nell'occasione delle nuove elegantissime Stazioni, ben espresse da più celebri Professori di Bologna, mediante la generosa premura del Cittadino tenente Osti, in adesione ancora della pia volontà della beata memoria di Don Bartolomeo Negretti" già arciprete "come da suo testamento". La Via Crucis, quindi, fu portata a compimento e consacrata dal delegato arcivescovile, padre Marcellino da Minerbio, nel 1802. All'atto dell'inaugurazione l'arciprete in carica è Alessandro Maria Giordani, parroco dal 1795 al 1838, e non, come riportato da alcuni testi della storiografia locale del Novecento, Don Argante Maria Negretti -che lascia la parrocchia il 12 aprile 1795 (Archivio parrocchiale, Giornale di cassa, uscite 1775-1834)-, nipote e successore di Bartolomeo, morto nel 1776. Proprio in attuazione delle volontà di quest'ultimo avviene la commissione della serie della Via Crucis, che tarda tuttavia per più di vent'anni. Il lungo periodo che separa l'espressione delle intenzioni di Bartolomeo e la loro traduzione in atto dipende probabilmete dalla lentezza nel reperire i fondi per la commissione. Il documento che ci consegna la memoria della devozione alimentata da Bartolomeo Negretti per la Passione di Cristo e le sue precise volontà è l'atto di assegnazione di un censo perpetuo, annuale, conservato nell' Archivio di Stato di Bologna (Fondo Notarile, Notaio Giuseppe Livizzani, "Empt. Census R.D. Bartholomei Negretti a Joseph Clò", 11 marzo 1774). L'assegnazione del censo ha il preciso scopo di procurare i fondi affinchè si provveda "al Santo Esercizio della Via Crucis", stando al "pio"Bartolomeo Negretti" sommamente a cuore che si mantenghi nella sua chiesa e fuori di essa" tale pratica.L'incarico di provvedere alle spese della Via Crucis, come recita l'Atto, viene affidato ad Angelo Osti (e, alla sua morte proseguito dai suoi successori): servendosi dell'accumulo di denaro che gli sarebbe derivato dalla rendita annuale del censo, l'incaricato deve "aver pronto denaro" per fare le stazioni, e deve poter usufruire dei fondi anche in caso di spese straordinarie per il loro restauro, poiché esse devono essere mantenute in un buono stato di conservazione"anche per incittare viepiù la divozione in chi la frequenta".Di queste disposizioni si trova traccia lungo il corso degli anni: vengono infatti ancora menzionate, facendo riferimento al rogito del l'11 marzo 1774, in un decreto arcivescovile conservato nell'Archivio parrocchiale, datato 10 maggio 1846. L'impegno per la realizzazione della Via Crucis è centrale all'interno dell'attività pastorale della chiesa di Bazzano: la notizia viene riportata anche negli inventari redatti durante le visite pastorali. Nell'Inventario della visita del 1776, infatti, nel capitolo Scritture esistenti nell'Archivio, si fa puntualmente riferimento all'acquisizione di un "censo fatto dall'Arciprete Negretti a favore della chiesa per il mantenimento della Via Crucis da Giuseppe Clò per zecchini 2000" (Archivio Arcivescovile di Bologna, Miscellanee Vecchie, Chiesa di Santo Stefano di Bazzano).Le quattordici stazioni, così come ancor oggi possono essere viste nella loro destinazione d'origine, si susseguono focalizzando gli episodi salienti della Passione di Gesù, seguendo le normative espresse da papa Clemente XII nei Monita del 1731. Fu infatti papa Lorenzo Corsini a codificare il percorso visivo della Via Crucis, prima variabile sia in quanto a numero, sia in quanto a soggetto, raccogliendo l'iniziativa promossa dal santo francescano Leonardo da Porto Maurizio, che considerava il "pio esercizio" della pratica devozionale davanti alla Passione di Cristo, una "barriera contro l'inferno", una "missione perpetua", una "scala del Paradiso", e ne aveva sostenuto l'affermazione e la diffusione in ventidue anni di lotta facendone erigere di persona un elevatissimo numero (oltre 572).Nonostante la rilevante importanza di questa Via Crucis, per individuarne gli autori ci si deve affidare al pennello di un decoratore bazzanese, Pio Passuti, che su una tavoletta in bianco e nero, conservata nella canonica della chiesa e raffigurante i momenti significativi della Passione di Gesù, elencò entro un cartiglio, a guisa di documento, i nomi dei pittori coinvolti. Se ne ricava la notizia di un'impresa polifonica: alla realizzazione del ciclo, in una "vera e propria antologia della pittura bolognese all'aprirsi del nuovo secolo" (Biagi Maino 1989, p. 293), concorsero le due più importanti botteghe della città del momento, quella di Gaetano Gandolfi e quella di Jacopo Alessandro Calvi, attivi assieme ai loro migliori allievi. Le tele sono racchiuse entro le belle cornici in legno intagliato e dorato originali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800065406
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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