Stazione XIII: Gesù deposto dalla croce

dipinto,

Personaggi: Gesù Cristo

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Petroni Ercole (/ 1839): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ercole Petroni è spesso menzionato dalle fonti in rapporto all'illustre maestro Jacopo Alessandro Calvi. Infatti, già nel 1825 Grilli Rossi lo ricorda come membro dell'Accademia, "in luogo del defunto Maestro eletto a quel grado", e lo definisce "artista d'egregio merito, e che dagli anni suoi verdi più mostre ha date del valor proprio". Tuttavia, come per altri sventurati allievi del Calvi, anche per Petroni il successo sarebbe stato maggiore se la fortuna non fosse stata "poco amica" nei suoi riguardi, e la "munificenza degli amatori" fosse stata più generosa. Sulla difficile condizione economica dell'artista ritorna anche Bosi (1859, p. 52) che rammenta la sua morte in povertà a causa della mancanza di commissioni artistiche. Le notizie biografiche sembrano farsi contraddire dai numerosi riconoscimenti ottenuti in seno all'attività accademica. Già dal 1788 Petroni si segnala come vincitore di un importante premio clementino: secondo le indicazioni di Donatella Biagi Maino (Tumidei 1989), presso l'Accademia di Bologna si conserva un disegno di "nudo", firmato, risalente al 1788, cui seguì nel 1788 la Morte di Paluto Sillano, disegno gratificato del Premio Marsili Aldrovandi (Giumanini 2000). Nel 1798 Petroni partecipa inoltre al Concorso Curlandese aggiudicandoselo con l'Attilio Regolo che parte da Roma per rendersi a Cartagine vittima della Patria, ora conservato nella Pinacoteca Nazionale di Bologna. Restituito alla mano di Petroni da Renzo Grandi nel 1980 (pp. 64-65, 76 fig. 3), il dipinto è giudicato dallo studioso per diversi aspetti vicino alla teletta di Bazzano: in particolar modo, la figura del giovane che compare sulla destra "par quasi, di profilo, lo stesso che accenna a un moto di spavento nel fondo dell'Attilio". Proprio nell'Attilio Petroni manifesta la profonda conoscenza della cultura artistica contemporanea dimostrandosi interessato sia agli insegnamenti del maestro Calvi che a quelli dei Gandolfi (Grandi 1980): la padronanza di diverse esperienze artistiche lo colloca, come rileva Stefano Tumidei (1989), "con una buona tenuta di stile fra gli epigoni della pittura bolognese clementina". Nel Compianto di Bazzano tuttavia l'artista si orienta con più decisione verso i suggerimenti del maestro, che segue tanto da vicino "da confondersi addirittura con lui" (Roli 1977, p. 126): la rielaborazione di modelli della grande tradizione locale, dal Cinquecento in poi, tanto predicata da Calvi, stimola l'allievo che, rovistando nel ricco repertorio del passato, ricava uno spunto puntuale per la figura del Cristo dalla commossa osservazione della Pietà di Annibale Carracci (Napoli, Museo di Capodimonte). D'altro canto, la fortuna del dipinto carraccesco presso la scuola del Calvi è attestata dal Compianto eseguito a ridosso del 1793 da Anna Maria Crescimbeni, allieva del Sordino, presso la chiesa di San Mamante a Lovoleto (Clerici Bagozzi 1989)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800053395
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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