Eredità della scultura bistolfiana nei Monumenti ai Caduti

a cura di Miriam Prencipe, Ersilia Rossini, pubblicato il 27/06/2016

 Il percorso tematico ha per oggetto la scultura bistolfiana e la sua influenza sul territorio piemontese. 

Allegoria della Patria (monumento ai caduti - ad emiciclo) di Bistolfi Leonardo
Allegoria della Patria (monumento ai caduti - ad emiciclo) di Bistolfi Leonardo

dal Catalogo

Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 1859 - La Loggia, 1933) è stato uno dei più importanti scultori italiani attivo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. L'artista, esponente di spicco del Simbolismo in scultura, fu aperto ai fermenti del mondo artistico europeo, aderendo precocemente all'Art Nouveau, in particolare alla sua versione italiana, lo Stile floreale, di cui divenne uno dei più originali rappresentanti nei decenni precedenti la Grande Guerra. Bistolfi si dedicò particolarmente alla realizzazione di sculture e gruppi scultorei funerari, ancora oggi rintracciabili in numerosi cimiteri dell'Italia settentrionale: questo suo interesse specifico gli valse l'appellativo di „Poeta della morte“, a sottolineare il carattere di esplorazione del regno dei simboli, tipico di questo aspetto della sua produzione. Buona parte dei suoi complessi funerari gli sono stati commissionati da famiglie private, ma sono presenti sul territorio anche egregi esempi di monumenti commemorativi ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Numerosi artisti seguirono il suo insegnamento, soprattutto nell'ambito della scultura funeraria: la questione del „bistolfismo“, avanzata da Marziano Bernardi a metà del secolo scorso, a lungo discussa e ancora attuale, ha definito infatti un fenomeno tipico della scultura italiana tra il secondo e il terzo decennio del Novecento. Evidenti richiami alle scelte iconografico-stilistiche oltre che tematiche del maestro, sono riscontrabili nelle opere di artisti, suoi allievi o assistenti, e di quanti ebbero modo di frequentare più o meno assiduamente il suo studio. Sia che si tratti di pura adesione ad una corrente in voga in un determinato periodo storico, sia che si tratti dell'effettiva attività di continuatori e allievi di Bistolfi, in ambito piemontese numerosi artisti accolsero la lezione bistolfiana pre-bellica, traducendola in formule scultoree con tratti ricorrenti, che mantengono però una visione autonoma, più o meno estemporanea, più o meno colta. Molti di questi artisti, che aderirono entro il primo quarto del XX secolo a tale tendenza formale, mantennero, infatti, sempre un alto grado di autonomia, e modificarono in seguito il loro stile, attuando un ritorno a forme più composte e „classiche“, secondo il gusto tipico degli anni Venti e Trenta. Artisti come Materno Giribaldi, Carlo Conti, Gino Piccioni, Celestino Fumagalli, Gaudenzio Rossi, Giovanni Oreste Pozzi e Gaetano Orsolini si allinearono, in alcuni momenti della loro produzione, a questa poetica tardo Liberty funeraria, con la realizzazione di monumenti commemorativi ai caduti della Prima Guerra Mondiale.

Bibliografia

Winter Jay, Il lutto e la memoria. La grande guerra nella storia culturale europea, Bologna, 1998 , p.

Canavesio Walter, L'atelier di Leonardo Bistolfi. Allievi e collaboratori, Percorsi, n. 7, 2004 , pp. pp. 51-82

Mosse George Lachmann (a cura di), Le Guerre mondiali: dalla tragedia al mito dei caduti, 1990 , p.

Bernardi Marziano, Ottocento piemontese. Scritti d'arte, Torino, 1946 , p.

Bibliografia in rete

Gipsoteca Bistolfi, 25/01/2021 (LINK)

Chi era costui?, 25/01/2021 (LINK)

Monumenti della grande guerra, 25/01/2021 (LINK)

Pietre della memoria, 25/01/2021 (LINK)