Siracusa - Chiesa di San Giuseppe
La Chiesa di San Giuseppe sorge nell'omonima Piazza, sull'isola di Ortigia. Venne costruita sui resti della precedente Chiesa intitolata a San Fantino, distrutta dal terremoto del 1693.
La sua struttura a pianta ottagonale, ereditata dall'edificio preesistente, richiama la forma a pianta centrale degli edifici di culto medio-orientali. La facciata e l'interno della Chiesa sono un esempio del tardo barocco siracusano.
Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Giuseppe, facciata e prospetto laterale sinistro, 2005, fotografia digitale, DGT004284
dal Catalogo
La Chiesa di San Giuseppe sorse sui resti della preesistente Chiesa di San Fantino, concessa in uso dal Senato di Siracusa nel 1453 ad una comunità di greci cristiani per officiarvi il rito greco-ortodosso.
Nel 1683 la Chiesa venne concessa alla Congregazione di San Giuseppe, Confraternita dei Falegnami, ma il terribile evento sismico del 1693 la distrusse completamente. Sul perimetro ottagonale della vecchia Chiesa, tra il 1700 e il 1754, venne edificata la nuova Chiesa intitolata a San Giuseppe. Alla costruzione del nuovo edificio contribuirono il Marchese Torresena Giuseppe Diamanti e il Decano Arezzo Barone della Targia, come ricordavano due iscrizioni poste all'interno della Chiesa, oggi non più esistenti. La Chiesa venne aperta al culto nel 1772.
L'edificio è un esempio di architettura tardo barocca siracusana, di cui non si conosce l'autore. Si presenta come una struttura a pianta ottagonale coperta da volta a padiglione. Un arco a tutto sesto sorretto da paraste con capitelli corinzi divide la navata dal presbiterio, che è concluso da un'abside semicircolare. Sull'altare maggiore campeggia la statua settecentesca raffigurante San Giuseppe col Bambino, commissionata a Napoli dal Barone Arezzo della Targia. Le pareti laterali sono scandite da altari sormontati da nicchie, inquadrate da eleganti cornici in stucco, contenenti statue di Santi e dipinti, tra cui il Seppellimento di Santa Lucia, copia del dipinto di Caravaggio eseguita da Mario Minniti. Sul portale d'ingresso interno e sulle pareti laterali sono, inoltre, presenti delle cantorie barocche decorate con rilievi dorati.
L'intero ambiente, decorato con stucchi e altri elementi tipici dello stile tardo barocco, presenta una ricchezza architettonica che torna anche in facciata. Quest'ultima, realizzata in pietra bianca, è divisa in due ordini di paraste con capitelli corinzi, separati e conclusi da cornicioni fortemente plastici e aggettanti. La compatta struttura muraria del prospetto è scandita da nicchie che creano un effetto di movimento plastico, prive, tuttavia, delle statue, probabilmente mai eseguite già all'epoca della costruzione. Il portale centrale è inquadrato da una cornice riccamente scolpita nella pietra ed è sormontato da uno stemma. Altre cornici con motivi floreali e fogliati in rilievo impreziosiscono le nicchie e il finestrone che si apre al centro dell'ordine superiore.
Nel 1867, in seguito all'emanazione delle leggi per la soppressione degli ordini religiosi, la Chiesa di San Giuseppe rischiò di essere demolita per consentire l'ampliamento della piazza retrostante. Tuttavia, la Congregazione dei Falegnami si impegnò per impedirne la demolizione e salvare l'edificio dall'esecuzione del provvedimento.
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento la Chiesa fu oggetto di lavori di restauro e, durante la Prima Guerra Mondiale, fu requisita dalle autorità e adibita ad alloggio per le truppe. Quando nel 1922 venne riconosciuta come bene di interesse artistico e monumentale, la Soprintendenza ai Monumenti si adoperò fin da subito per eseguire lavori di restauro e riparazione dei danni subiti dall'edificio a seguito del cambio di destinazione d'uso per consentirne, così, la riapertura al culto. I lavori si protrassero fino alla fine degli anni Trenta e furono in parte finanziati con il contributo della Congregazione dei Falegnami.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale causò nuovi danni all'edificio, ma interventi di consolidamento e restauro furono avviati per provvedere alla loro riparazione.
La particolarità della Chiesa di San Giuseppe risiede nella sua conformazione strutturale, impostata su un perimetro ottagonale che richiama gli edifici a pianta centrale ispirati alla Chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli. Con ogni probabilità, la primitiva Chiesa di San Fantino, sulle ceneri della quale è sorta la Chiesa settecentesca, venne costruita ispirandosi agli edifici di culto medio-orientali.
Il prospetto principale della Chiesa ricorda, invece, la Chiesa dello Spirito Santo che si trova sul Lungomare d'Ortigia, sia nella scansione degli elementi in facciata, sia nel ricorso alla bianca pietra calcarea locale. Tuttavia, se in quest'ultima le celle campanarie sono poste a conclusione della facciata, richiamando il modello della facciata turriforme tipico dell'architettura chiesastica del Val di Noto, al contrario nella Chiesa di San Giuseppe le celle campanarie, di simile conformazione, sono fortemente arretrate e poste sull'estremità opposta della facciata, lasciando quest'ultima terminare con un cornicione che ricorda un effetto di "non-finito".
Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Giuseppe, facciata e prospetto laterale destro, 2005, fotografia digitale, DGT004281
Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Giuseppe, facciata, portale d'ingresso, 2005, fotografia digitale, DGT004283
Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Giuseppe, facciata, particolare, 2005, fotografia digitale, DGT004282
Chiese di Ortigia, Chiesa di San Giuseppe, 05/07/2021 (LINK)
Siracusa Turismo, Chiesa di Piazza San Giuseppe, 05/07/2021 (LINK)