Siracusa - Chiesa di San Filippo Apostolo

a cura di Margherita Recupero, pubblicato il 08/07/2021

La Chiesa di San Filippo Apostolo si trova sull'isola di Ortigia, nel quartiere Giudecca. Venne edificata tra il 1706 e il 1742 sul luogo in cui originariamente si trovava un antico luogo di culto ebraico.
La sua particolare conformazione architettonica la rende un esempio dell'architettura chiesastica tardo barocca del tutto particolare.

Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Filippo Apostolo, facciata, 2005, fotografia digitale, DGT004277 Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Filippo Apostolo, facciata, 2005, fotografia digitale, DGT004277

dal Catalogo

La Chiesa della Confraternita di San Filippo Apostolo venne fondata nel quartiere Giudecca, allora popolato dalla comunità ebraica, nel luogo in cui vi era una antica sorgente utilizzata dalla comunità ebraica per il rito della purificazione delle giovani donne, che prese il nome di Bagno della Casa Bianca o delle Vergini, ancora oggi visibile nei locali ipogei della Chiesa. Tuttavia, con l'editto emanato da Re Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia nel 1492, gli ebrei si videro costretti a lasciare la città, abbandonando l'antico luogo sacro. Qui nel 1420 sorse la prima Chiesa della Confraternita di San Filippo Apostolo, documentata già nel 1474 nel libro dei privilegi del Senato come Confraternita che prendeva parte alla storica processione dell'Addolorata.

Il terremoto del 1693 distrusse quasi completamente la Chiesa quattrocentesca, i cui resti rimasero sepolti sotto la moderna struttura muraria, dalla quale è possibile scendere fino a 25 m di profondità per arrivare all'antico Bagno della Casa Bianca, trasformato nel 1938 dall'U.N.P.A. (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) nel più grande rifugio antiaereo di Siracusa, con un collegamento fino alla Fonte Aretusa. Immediatamente sotto la Chiesa si trova, invece, una cripta costruita con lo schema tipico delle cripte confraternali siracusane, articolata in tre piccoli ambienti, in ciascuno dei quali è stato eretto un altare. Fino all'inizio dell'Ottocento, all'interno della cripta trovarono sepoltura i membri della Confraternita.
L'area in cui sorge la Chiesa della Confraternita di San Filippo Apostolo è stata, infatti, caratterizzata fin dall'antichità dalla presenza di un reticolo di cave sotterranee per l'estrazione della bianca pietra calcarea locale e di acqua sorgiva, dando vita a una serie di pozzi e sorgenti che alimentavano la città e di ambienti ipogei sfruttati in diversi modi nel corso del tempo.

La Chiesa che vediamo oggi, consacrata nel 1744 da Monsignor Trigona, venne edificata tra il 1706 e il 1742 ad opera dei capimastri siracusani Giuseppe Grania e Natale Augeri. Si presenta come una struttura basilicale a tre navate conclusa da un'abside semicircolare e anticipata da un vano sormontato da una cantoria. Le colonne in marmo grigio che sorreggono la cantoria e affiancano il portale d'ingresso sono di epoca romana e furono erette nella Chiesa nel 1813. La decorazione degli ambienti interni con stucchi in rilievo risale all'Ottocento, così come la costruzione della Cappella dell'Addolorata, eretta nel 1881 per ospitare la statua dell'Addolorata proveniente dalla soppressa Chiesa di Sant'Agostino. In quell'occasione, venne definitivamente trasferito anche il culto della Vergine Santissima Addolorata alla Confraternita di San Filippo.

All'esterno, la Chiesa presenta una facciata del tutto particolare. Divisa in due ordini di paraste con capitelli corinizi, separati tra loro da un cornicione e una balaustra, è sormontata da un timpano, dietro il quale svetta la cupola che presenta la particolarità di essere costruita in posizione centrale piuttosto che sul transetto di intersezione tra la navata centrale e il catino absidale.
Il portale d'ingresso è inquadrato da colonne addossate con capitelli corinzi ed è coronato da un fregio e da un timpano arcuato. La struttura decorativa del portale è replicata nel finestrone che si apre al centro del secondo ordine, oggi murato, davanti il quale campeggia lo stemma della Confraternita.

Tra il 1940 e il 1942 la Chiesa fu adibita a Caserma delle Truppe italiane e fu in parte danneggiata dalla caduta di bombe aeree lanciate dagli Alleati inglesi. Nel 1944 iniziarono gli interventi di consolidamento e riparazione delle lesioni subite dall'edificio. Tuttavia, tali interventi non bastarono a frenare l'avanzamento di danni strutturali dovuti all'indebolimento del terreno di fondazione, causato dalle perdite dell'impianto idrico urbano e dall'utilizzo dei sotterranei in funzione di rifugio antiaereo. I danni risultavano così importanti da proporre, nel 1961, la chiusura al culto e l'intervento della Direzione generale delle antichità e belle arti del Ministero della Pubblica Istruzione per il consolidamento e il restauro dell'edificio, tutelato come bene di interesse storico-artistico ai sensi della legge 1 giugno 1939  n. 1089.
Nel 1971 venne dichiarata l'inagibilità dell'immobile per il pericolo di imminente crollo della cupola e di altre parti strutturali dell'edificio. Nel 1973, con parere favorevole della Soprintendenza ai Monumenti della Sicilia Orientale di Catania e, sotto la sua direzione, furono avviati interventi di consolidamento e restauro che si protrassero nel tempo, con alterne interruzioni, fino alla definitiva demolizione e sostituzione della vecchia cupola. La Chiesa poté riaprire al culto soltanto nel 2010.

Dalle fotografie allegate alla scheda di catalogo compilata nel 1990 dal Centro Regionale per l'Inventario e la Catalogazione della Regione Sicilia, è possibile osservare il cattivo stato di conservazione dell'immobile prima degli interventi di restauro che hanno reso di nuovo fruibile l'edificio. Sono evidenti gli ammassi di macerie crollate dal soffitto, i danni all'apparato decorativo delle pareti, le catene in ferro ancorate lungo la navata centrale per impedire ulteriori crolli delle strutture murarie.
Grazie agli interventi di restauro effettuati nel tempo, oggi l'edificio è tornato al suo antico splendore e si mostra in tutta la sua bellezza di architettura settecentesca, lontana dall'eclettismo decorativo e plastico del linguaggio barocco e più vicina al Neoclassicismo, declinato in modo del tutto particolare.

Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Filippo Apostolo, facciata, particolare, 2005, fotografia digitale, DGT004278 Archivi fotografici ICCD, GFN
Gabinetto Fotografico Nazionale, Buratta, Fabrizio - Stocchi, Albino, Siracusa - Chiesa di S. Filippo Apostolo, facciata, particolare, 2005, fotografia digitale, DGT004278

Bibliografia in rete

Wikipedia, Chiesa di San Filippo Apostolo, 04/07/2021 (LINK)