BOLOGNA/ CHIESA DEL CORPUS DOMINI/ BALCONATA CANTORIA (Cappella 4a)/ PRIMA DEL RESTAURO
negativo,
post 1958/02/06 - ante 1966/04/16
Anonimo (xx Terzo Quarto)
XX terzo quarto
Mazza, Giuseppe Maria (1653-1741)
1653-1741
La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Il negativo presenta sul lato emulsione, una mascheratura in carta nera lungo tutto il perimetro
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Ricostruzione postbellica - Guerra mondiale 1939-1945
Scultori italiani - Sec. 17.-18. - Mazza, Giuseppe Maria
Architettura religiosa - Chiese - Sec. 17
Edifici di culto - Chiese - Interni
Strutture - Cori- Sec. 17
Madonna del Rosario col bambino - Statue - Stucco - Sec. 17
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini - Cappella Fontana
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Anonimo (xx Terzo Quarto): fotografo principale
Mazza, Giuseppe Maria (1653-1741): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito fra il 1477 e il 1480 da Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, il Corpus Domini è uno dei santuari più cari alla devozione popolare. L'edificio è conosciuto anche con il nome di “Chiesa della Santa” in quanto in esso è conservato il corpo di Santa Caterina de' Vigri, fondatrice nel 1456 del primo convento di suore Clarisse a Bologna. Conservando la facciata rinascimentale, Giovan Giacomo Monti rimaneggiò l’edificio nella seconda metà del Seicento, in forma barocca. L’interno è a una navata, con cappelle affrescate da Marcantonio Franceschini e arricchito da sculture di Giuseppe Mazza. La chiesa deve però la sua notorietà all'esuberante portale in terracotta attribuito a Sperandio di Bartolomeo de' Savelli. Il santuario venne per la maggior parte distrutto dall’incursione aerea del 5 ottobre del 1943, che abbatté la facciata, il tetto, le volte della nave, alcune cappelle e la parte superiore dei muri di perimetro; inoltre distrusse e mutilò l’interna decorazione ad affresco e a stucco. I negativi in esame (N_003581 e N_003615) sono due riprese dal basso verso l’alto della balaustra del coro attribuito a Gian Giacomo Monti, nella quarta cappella sul lato settentrionale del santuario di giuspatronato della famiglia Fontana, durante il ripristino architettonico postbellico. Tra la cantoria e l’altare, si colloca il complesso scultoreo in stucco raffigurante “Madonna del Rosario col bambino” di Giuseppe Maria Mazza, formato da una nicchia che accoglie la statua della Madonna, circondata da tondi con i “Misteri del Rosario” e da due angeli ai suoi lati. Questa decorazione plastica è documentata nello scatto della lastra N_003615, mentre la tela “La Madonna alla liberazione degli eletti dal Limbo” di Ludovico Carracci commissionata dalla famiglia Montecalvi e collocata sulla parete sinistra della cappella Fontana, è registrata nella matrice N_003581. Il recupero in corso dell'archivio fotografico SABAP, offre l'interessante opportunità di osservare l'evoluzione degli edifici e dei beni tutelati e restaurati dalla Soprintendenza. Nel caso della Chiesa del Corpus Domini il restauro architettonico dell’edificio religioso iniziò già nel 1946: diversa sorte invece toccò alle decorazioni scultoree e pittoriche delle cappelle del santuario, i cui ripristini subirono diverse battute d’arresto. Dallo spoglio del faldone “BO M 91/ Ex Chiesa e Convento del Corpus Domini o della Santa”, conservato nell'Archivio storico della “Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara”, contenente gli atti, i carteggi e i progetti relativi alla chiesa bolognese, sono stati individuati due documenti di particolare interesse, riguardanti il restauro del coro. Il primo di questi corrisponde ad una lettera di Padre Guido Dalmastri indirizzata al Soprintendente Raffaello Niccoli (1897-1977, in carica dal 1952 al 1960) datata 6 febbraio 1958 in cui viene sollecitata la ricostituzione dell’organo, il secondo è uno schema manoscritto dei lavori eseguiti (e da eseguire) datato 16 aprile 1966, in cui viene indicato come già terminato il restauro dei pannelli lignei del succielo della cantoria. Tenendo in considerazione questi atti, si può definire che le matrici realizzate da autore ignoto, sono state eseguite nell’arco cronologico compreso tra il 6 febbraio del 1958 ed il 16 aprile 1966. Dall’attenta osservazione degli elementi che costituiscono il soggetto, si può intuire che le lastre sono state eseguite nella medesima occasione e si decide pertanto di trattarle uniformemente
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641936
- NUMERO D'INVENTARIO N_003615
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- ISCRIZIONI sul pergamino: recto - BOLOGNA/ CHIESA DEL CORPUS DOMINI/ BALCONATA CANTORIA (Cappella 4a)/ PRIMA DEL RESTAURO -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0