ciborio di Tacca Pietro, Vanni Orazio (sec. XVII)

ciborio post 1635 - ante 1637

Tabernacolo di base a forma parallelepipeda a sezione rettangolare - sul quale si imposta un ulteriore tabernacolo architettonico concluso da cupola, detto Sancta Santorum. Il tabernacolo di base è rialzato su un doppio gradino liscio e modanato. Paraste rialzate su zoccolo con cornici digradanti e sostenenti una trabeazione modanata ornano la faccia anteriore; i campi interni delle paraste accolgono due 'erme' costituite da angioletti. Al centro si apre uno sportello decorato con un'immagine della Cena in Emmaus. Il tabernacolo è concluso superiormente da un alto zoccolo suddiviso in tre campi: quello centrale ospita una testa di cherubino - mentre i capitelli laterali accolgono due corolle floreali. Lo zoccolo è seguito da una cornice bombata decorata. Su questa si imposta il Sancta Santorum. Una croce, poggiante su monte con crocifisso è fissata al gradino inferiore. La superfice della base è scandita in otto campi da costolonature nervate che si avvolgono superiormente in volute. Da queste emergono teste di cherubini. Al di sopra la superficie è divisa in campi sbalzati con varie raffigurazioni separate da paraste. nella luce centrale si apre uno sportello ad arco con decorazione formata da una corona di nuvole con raggiera Copertura a cupola, provvista di balaustra e culmina

  • OGGETTO ciborio
  • MATERIA E TECNICA pietre artificiali
    argento/ doratura
    bronzo/ doratura/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura/ fusione/ incisione
    legno, intaglio
  • ATTRIBUZIONI Tacca Pietro (1577/ 1640): disegnatore
    Vanni Orazio (notizie 1598-1640): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il grande ciborio fu realizzato per rispettare la volontà testamentaria del sacerdote e cappellano Tommaso Rimbotti. Con il testamento - redatto il 6 novembre 1622 - egli lasciò all'Opera di S. Maria del Fiore il compito di vendere dopo la sua morte le sue "masseritie, grascie et altri Mobili": con seicento scudi di tali proventi l'Opera doveva dotare la chiesa di un ciborio e di una coppa (cioè di una pisside), mentre con altri seicento scudi l'Opera doveva far eseguire sei candelieri d'argento "per servizio" dell'altare del SS. Sacramento. Dai documenti della Metropolitana apprendiamo che la coppa fu eseguita nell'anno 1629, mentre il compimento del ciborio si rivelò assai più problematico, e sappiamo che nel 1633, l'arredo non era stato ancora realizzato. Tuttavia, di lì a poco, l'Opera del Duomo deliberò di eseguire il ciborio e fu dato l'incarico all'architetto dell'Opera di eseguire un disegno, o modello. Il disegno del tabernacolo fu realizzato dallo scultore Pietro Tacca: l'artista, infatti, fu pagato per il suo lavoro nel 1636. La complessa esecuzione del tabernacolo richiese l'intervento di svariate maestranze: esso fu realizzato dall'orefice fiorentino Orazio Vanni su modello in legno di Stefano Foggini. Il Vanni - che già aveva realizzato negli anni precedenti la pisside ed i candelieri per l'altare del SS. Sacramento - risultava infatti creditore per il lavoro eseguito nei confronti dell'Opera negli anni fra il 1635 ed il 1638. E' interessante sottolineare che nel conto del Vanni si osservava che del ciborio "se ne' è fatto il saggio": infatti sulla sua parte superiore, detta Sancta Santorum, si possono rilevare una cospicua serie di cipollature, dovute proprio al saggio del metallo da parte degli uffici preposti. Il punzone relativo al saggiatore e alla bottega del Vanni non è però presente. Finalmente, la notte di Natale del 1637, il ciborio fu collocato sull'altare del Santissimo Sacramento, insieme ai candelieri voluti anch'essi dal Rimbotti. Successivamente, fra il 1709 ed il 1710 Bernardo Holzmann intervenne sulla struttura del ciborio: eseguì ex novo due "teste di cherubini" (su modello dell'orafo Giovan Battista Foggini) ed eseguì lo sportellino per il tabernacolo inferiore riproducente la Cena in Emmaus. L'iscrizione incisa sul gradino della base del tabernacolo ricorda ancora che nel 1752 l'arredo subì un ulteriore restauro del quale, purtroppo, non si hanno notizie più dettagliate. Dal punto di vista stilistico il ciborio appare senza dubbio una costruzione di notevole effetto scenografico . La struttura architettonica, rappresenta una forma ricorrente nella tradizione fiorentina, già a partire dalla metà del Quattrocento. In particolare, il tempietto a pianta centrale fu prediletto specie dalle disposizioni controriformiste che, sottolineando la centralità liturgica del Mistero Eucaristico, suggerivano una disposizione centrale del ciborio stesso, in stretto rapporto con l'altare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900382313-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI gradino inferiore della base - ADM(IRABILI). R(EVEREN)D(I). THOM(ASI) DE RIMBOTTIS. IAM. CU(M)LEG(ATO). OP(ERA) EXEQ(UTUS). EST. AN(NO) MDCXXXVII / ET RESTAUR(AVIT) 1752 - Antifona del vespro del Corpus Domini - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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