Motivi decorativi geometrici e vegetali stilizzati

lacunare, 1933-1934

Cassettone rettangolare con cornice interna delimitante un'area nella quale si collocano tre campi dal profilo mistilineo, dipinti internamente

  • OGGETTO lacunare
  • MATERIA E TECNICA legno/ doratura
    legno, intaglio
    legno/ pittura
  • MISURE Lunghezza: 3,25 m
    Larghezza: 6,66 m
  • AMBITO CULTURALE Bottega Mantovana
  • ATTRIBUZIONI Viani, Antonio Maria (attribuito): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 33/ Galleria della Mostra
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un motivo dipinto a festoni separa il cassettone dai due settori prossimi: il fondo del lacunare reca una cornice perimetrale dipinta a motivi a volute di ispirazione vegetale su fondo scuro, che corre attorno alla partizione interna: qui si distinguono tre campi di decorazione, definiti da altrettante cornici dorate, mistilinee. Nel centrale, un robusto intreccio di volute monocrome miste a sirene e mascheroni umani e animali su fondo dorato, attornia un campo cruciforme ospitante una figura allegorica femminile, forse un'Abbondanza. I due laterali recano ciascuno un'impresa gonzaghesca in campo ovale, entro uno sviluppo di racemi color bronzo: a sinistra la pianta di rovere con motto “Robore sistit”, adottata da Vincenzo I attorno al 1590; a destra la clessidra accompagnata dal motto “Nec citra nec ultra”, anch'essa introdotta da Vincenzo I. L'intero cassettone è stato realizzato nel corso del restauro del 1933-1934, sulla base degli elementi desumibili nella parte superstite della copertura: tutto l'ornato intagliato e dipinto è stato pertanto ricopiato dal primo e dal terzo dei settori analoghi, a partire da sud. Rilievi e calchi consentirono di ricostruire “le varie cornici, a dentelli, a perline, a foglie, ad ovoli, a goccie alternate con fusi […]. Il tutto venne lavorato con legno d'abete nella parti piane, di pioppo nelle cornici decorative ad intaglio o al tornio” (Cottafavi, in Cottafavi, Giannantoni 1934, pp. 6-7). Gli intagliatori al lavoro furono Angelo Siliprandi, Silvio Mistrorigo e Carlo Vergani, insieme ad altri operai e artigiani; il pittore Arturo Raffaldini, assistito da allievi allievi, fu incaricato della parte pittorica. Dalla relazione dei lavori stesa da C. Cottafavi si apprende inoltre che le due imprese gonzaghesche, qui dipinte a imitazione delle tre conservatisi in analoghe partizioni del soffitto, sono state desunte da Palazzo Te (rovere) e “dal gabinetto paleologhiano di Castello” (clessidra), che dovrebbe corrispondere al Camerino degli Armadi. Le due imprese sono disposte perpendicolarmente rispetto alla figura allegorica centrale, che risulta essere una copia di quella dipinta nel precedente, analogo cassettone (parte superstite della copertura originale)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267713-1.6
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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