Architettura
Monumento parietale costituito dal busto ritratto del personaggio affiancato da due statue allegoriche: il primo, in stucco bianco, collocato sullo stesso livello delle basi delle statue, è incassato in una nicchia circolare dorata, decorata da motivo a valva e dipinta internamente in rosso; ai lati della nicchia si collocano girali vegetali bianchi su fondo dorato; le statue, in stucco bianco e di altezza poco superiore al reale, poggiano su basi dorate sostenute da tre mensole e decorate frontalmente da mascherone tra girali vegetali bianchi. Il pannello entro cui è impostato il ritratto è delimitato da cornici a kyma lesbio continuo e a corda; le basi delle statue presentano modanature a kyma lesbio continuo e perline, kyma ionico, fusarole: sul fianco, tracce di una decorazione pittorica in forma di figura umana
- OGGETTO decorazione plastica
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MATERIA E TECNICA
stucco/ modellatura a stampo
stucco/ doratura
stucco/ modellatura
stucco/ pittura
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MISURE
Altezza: 3,45 m
Lunghezza: 3,20 m
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ATTRIBUZIONI
Segala Francesco (notizie Dal 1558/ 1592): scultore
Antonio Romano (notizie 1576): decoratore
Morino (notizie 1576)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 4/ Sala dei Marchesi
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto ritrae la consorte del secondo marchese di Mantova, Ludovico II Gonzaga, Barbara Hohenzollern di Brandeburgo (1422-1481, per il profilo biografico del personaggio si rinvia a Amadei, Marani 1978, pp. 39-40 e a Ventura 1991, pp. 86-87). La marchesa è qui raffigurata in età matura, secondo l'iconografia attestata da varie fonti e basata, con minime varianti, sull'immagine del personaggio creata da Andrea Mantegna nella Camera degli Sposi di Palazzo Ducale (1465-1474), dalla caratteristica cuffia rigonfia sulle orecchie. Esempi del ricorso a questo illustre modello sono il ritratto in stucco di Barbara di Brandeburgo nella Galleria degli Antenati di Palazzo Ducale a Sabbioneta (1565-1567, cfr. Ventura 1991, pp. 86-87) e il ritratto dipinto della serie di Ambras, del principio degli anni Ottanta del XVI secolo (Amadei, Marani 1978, pp. 39-40; cfr. Agosti 2005, pp. 466-467, nota 25). La statua collocata a destra, all'angolo della camera e in coppia con la statua vicina, sulla parete adiacente, è una Vittoria; la seconda, a sinistra, rappresenta l'Architettura: sull'iconografia delle sculture scelte ad accompagnamento dei ritratti dei marchesi, illumina la “Descritione dei Marchesi di Mantova” sottoposta dal conte Teodoro Sangiorgio, supervisore del cantiere di Corte Nuova, all'approvazione del Duca Guglielmo (ASMn, A.G., b. 2608, c. 9, in Luzio 1890, p. 400). Nel caso del secondo marchese è detto: “Ludovico secondo marchese fu gran fabricatore, selli deve aludere la Geometria et l'architettura” (cfr. Bazzotti, Berzaghi 1986, p. 13). La statua dell'Architettura posa i piedi su due basi di colonna e reca nella sinistra un oggetto non identificabile, forse di restauro e modellato in sostituzione di un attributo originale perduto. Autore del busto-ritratto e delle statue che lo accompagnano è il padovano Francesco Segala, che nell'ottobre 1579 è espressamente invitato a fare ritorno a Mantova, da Venezia, “a fornire la sala de Marchesi” (Luzio 1913, p. 35, nota 1; per Segala a Mantova, Pietrogrande 1955). Lo scultore, tuttavia, non è il solo documentato: le carte (Berzaghi 2003, pp. 234 e ss.) riferiscono infatti di lavori di decorazione dell'ambiente fin dal 1574, quando già la sala pare dotata di prime allegorie in stucco; nel 1576 vi lavorano lo stuccatore e indoratore Antonio Romano con tale Morino, sotto la direzione del prefetto delle fabbriche Battista Zelotti, subentrato a Bertani (1576): Antonio Romano è, in questo stesso anno, impegnato in lavori di decorazione plastica in Corte Vecchia. A tali Antonio Romano e Morino sarebbero dunque da riferire le parti ornamentali del monumento alla marchesa, il cui busto e statue a figura intera furono invece plasmate da Segala nel corso del 1579. Pietrogrande (1955) sottolinea come la presenza di allungate figure nella parte alta della parete, a incorniciare ampi riquadri, si ricolleghi alla soluzione adottata da Francesco Primaticcio nella sala della duchessa d'Etampes di Fontainebleau e, delle statue allegoriche, rimarca l'equilibrio tra esigenze decorative ed espressive; con la Geometria accostata al ritratto di Ludovico II, sulla stessa parete, la statua dell'Architettura condivide una scoperta derivazione delle proprie forme e della propria fisionomia da modelli parmigianineschi; il ritratto della marchesa, sottolinea la Pietrogrande, non presenta alcuna idealizzazione, certamente in linea con la tradizione iconografica del personaggio. Sul finire del XIX secolo, Intra (1880, in Ferrari, L'Occaso 2003, p. 190) annota che “i busti in gesso che rappresentano i marchesi e le marchesane sono in parte deperiti e mutilati e a pezzi sono quasi tutte le statue pure di gesso, collocate sopra il fregio, che raffigurano le Virtù, d'onde il nome alla sala”. Lo stato dei monumenti all'indomani dei restauri diretti da Cottafavi (1925-1929) è infatti preoccupante, benchè migliore di quello degli stucchi della vicina sala dei Capitani (Cottafavi 1929). Tra le operazioni ricordate sulle sculture dell'ambiente, e senz'altro da riferire in parte anche a quelle in oggetto, è l'integrazione delle porzioni aggettanti perdute, e in particolare gli arti, seguendo l'andamento dei ferri interni scoperti; sulla parte decorativa si procedette al completamento degli ornati e all'integrazione della doratura. Una fotografia del monumento alla marchesa (Pietrogrande 1955, fig 9), antecedente il restauro, permette di appurare che la mano sinistra con attributo dell'Architettura fu modellata ex novo dal restauratore, mentre ripresi e sostanzialmente rifatti furono gli arti protesi in avanti con corone delle Vittorie angolari. Impegnati nel restauro furono, per gli stucchi ornamentali Umberto Filippini, per le figure in stucco lo scultore Clinio Lorenzetti. Negli anni Sessanta del secolo scorso (dal 1963 ca.) la ditta Assirto Coffani procede al restauro degli otto busti-ritratto dei Gonzaga e consorti (Valli 2014, pp. 504-505)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267675-6
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0