Motivi decorativi
Complesso decorativo in stucco bianco e dorato costituito da: cornice collocata immediatamente sotto l'imposta del soffitto; cornici delle quattro finestre fittizie del registro superiore delle pareti (ovest e sud); quattro cornici già destinate ad accogliere dipinti su tela; decorazione degli sguinci delle finestre reali (pareti nord ed est); fregio corrente a metà altezza delle pareti, sul quale sono posati quattro putti a figura intera (uno su parete ovest, uno su parete sud, due su parete nord). La cornice sotto l'imposta del soffitto, in stucco dorato, è costituita da motivo a kyma lesbio continuo e perline; le finestre fittizie presentano cornici in stucco dorato esterne (a palmette e motivo a corda) e interne (perline incornicianti rosette al centro di ogni lato); le cornici delle ex-tele, in stucco bianco, sono costituite da fogliame tra listelli a boccioli (in esterno) e fusarole e perline (in interno); gli sguinci delle finestre reali recano una cornice a kyma lesbio continuo e perline in stucco dorato, che definisce un campo romboidale al centro di ogni lato, ornato da rosetta in stucco dorato su fondo azzurro. %
- OGGETTO decorazione plastica
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MATERIA E TECNICA
stucco/ modellatura a stampo
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MISURE
Altezza: 0,80 m
Lunghezza: 11,35 m
Larghezza: 10,95 m
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ATTRIBUZIONI
Segala Francesco (attribuito): scultore
Antonio Romano (notizie 1576): decoratore
Morino (notizie 1576)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 4/ Sala dei Marchesi
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il complesso decorativo plastico della camera è concentrato nel registro superiore delle pareti, definito dalla presenza di una fascia in stucco continua con funzione di cornicione sulla quale si impostano i monumenti ai marchesi Gonzaga e rispettive consorti. Eccettuando i detti monumenti (oggetto di specifica trattazione), il complesso si articola nei seguenti elementi: la cornice corrente alle pareti, immediatamente sotto l'imposta del soffitto, le cornici delle finestre fittizie e la decorazione degli sguinci delle finestre reali, le cornici già ospitanti le tele di Jacopo Tintoretto e bottega, il fregio corrente a metà altezza delle pareti, sul quale posano quattro putti a figura intera. La decorazione, in gran parte dorata, è animata dal contrasto con il bianco, che caratterizza i ricchi girali vegetali del fregio corrente e degli elementi collocati intorno ai busti-ritratto dei marchesi e consorti. I documenti (Berzaghi 2003, pp. 234 e ss.) riferiscono di lavori di decorazione della camera nel corso del 1574, quando già l'ambiente pare dotato di allegorie in stucco; nel 1576 vi lavorano lo stuccatore e indoratore Antonio Romano con tale Morino, sotto la direzione del prefetto delle fabbriche Battista Zelotti, subentrato a Bertani (1576): Antonio Romano è, in questo stesso anno, impegnato in lavori di decorazione plastica in Corte Vecchia. I busti ritratto e le sculture a figura intera della sala dei Marchesi spettano al padovano Francesco Segala (1579), cui la Pietrogrande (1955, p. 116) assegna ipoteticamente anche l'esecuzione dei putti e degli ornati, definiti “grassi, pastosi e rilevati, dall'aspetto di vere e proprie sculture”: dei primi, originariamente in numero di otto, restano oggi quattro figure, tutte dotate di una tavoletta, ma un quinto putto – osserva la Pietrogrande – “e assai bello, esisteva ancora, prima del restauro, circa una trentina di anni fa”; i corpi e le testine di queste figure, “veramente deliziosi”, sono le parti originali delle sculture, per il resto ampiamente restaurate con l'aggiunta degli arti perduti. La fascia in stucco, di “gusto sovrabbondante”, quasi barocco (Pietrogrande 1955, p. 116), è decorata da un motivo a girali vegetali che si sviluppa ai lati di una figura grottesca: al centro di ogni parete la fascia è interrotta da una targa con cornice a cartoccio, forse in origine destinata a contenere il titolo del dipinto soprastante; in due di esse, tuttavia, si scorgono scene di caccia monocrome. Se, sul finire del XIX secolo, il fregio risulta “sufficientemente conservato” per Intra (1880, in Ferrari, L'Occaso 2003, p. 190), all'indomani del restauro diretto da Cottafavi (1925-1929, per cui Cottafavi 1929), lo stato degli ornati è così ricordato: “scomparsi quattro dei genietti agli angoli inferiori dei riquadri; varii tratti degli ornamenti in istucco erano caduti”; le operazioni di recupero consistettero nel consolidamento di tutti gli elementi in stucco in pericolo di caduta e nel rifacimento o completamento dei mancanti: i putti, come detto, furono integrati negli arti, al pari di varie altre figure della camera, completate grazie alla “guida” dei perni metallici conservatisi. Una fotografia del monumento alla marchesa Barbara di Brandeburgo (Pietrogrande 1955, fig 9), antecedente il restauro, permette di appurare, ad esempio, il rifacimento completo del braccio destro (con libro o tavoletta) del putto collocato sotto la statua dell'Architettura. Esecutore del restauro degli ornati in stucco fu Umberto Filippini, probabilmente coadiuvato da Clinio Lorenzetti per i putti superstiti; le dorature furono integrate da Aldo Fiozzi. Tra 1963 e 1964 la ditta Assirto Coffani effettua il restauro degli otto monumenti ai marchesi e consorti: non si esclude una generale revisione dell'apparato decorativo in stucco nel corso di questo intervento (Valli 2014, pp. 504-505)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267675-11
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0