Vittoria

decorazione plastica 1576 - 1579
Morino (notizie 1576)
notizie 1576

Monumento parietale costituito dal busto ritratto del personaggio affiancato da due statue allegoriche: il primo, in stucco bianco, collocato sullo stesso livello delle basi delle statue, è incassato in una nicchia circolare dorata, decorata da motivo a valva e dipinta internamente in rosso; ai lati della nicchia si collocano girali vegetali bianchi su fondo dorato; le statue, in stucco bianco e di altezza poco superiore al reale, poggiano su basi dorate sostenute da tre mensole e decorate frontalmente da mascherone tra girali vegetali bianchi. Il pannello entro cui è impostato il ritratto è delimitato da cornici a kyma lesbio continuo e a corda; le basi delle statue presentano modanature a kyma lesbio continuo e perline, kyma ionico, fusarole: sul fianco, tracce di una decorazione pittorica in forma di figura umana

  • OGGETTO decorazione plastica
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura a stampo
    gesso/ modellatura
    stucco/ doratura
    stucco/ modellatura
    stucco/ pittura
  • MISURE Altezza: 3,45 m
    Lunghezza: 3,20 m
  • ATTRIBUZIONI Segala Francesco (notizie Dal 1558/ 1592): scultore
    Antonio Romano (notizie 1576): decoratore
    Morino (notizie 1576)
    Lorenzetti Clinio Detto Lorenzetti Lorenzo (1908/ 1931)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 4/ Sala dei Marchesi
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto ritrae la consorte del quarto marchese di Mantova, Francesco II, Isabella d'Este Gonzaga (1474-1539, per il cui profilo biografico si rinvia a Bonoldi 2015, con bibliografia precedente). Il ritratto, modellato (in gesso?) dallo scultore Clinio Lorenzetti in occasione del restauro della camera diretto da Cottafavi tra 1925 e 1929 (v. Cottafavi 1929), sostituisce un originale perduto (cfr. Patricolo 1908, p. 33, Cottafavi 1929, fig. 2) e ripropone, della variegata e spesso controversa iconografia isabelliana, un modello a quelle date considerato attendibile dall'autorevole voce di Alessandro Luzio: come suggerito da Bonoldi, infatti, l'effigie di Isabella ricalca quello che Luzio (1913, p. 145) definiva il “vero ritratto leonardesco d'Isabella”, disegno “con capigliara” della marchesa conservato presso gli Uffizi di Firenze e oggi attribuito al Bachiacca. La statua collocata a destra, all'angolo della camera e in coppia con la statua vicina, sulla parete adiacente, è una Vittoria; la seconda, a sinistra, rappresenta il dio della guerra Marte: sull'iconografia delle sculture scelte ad accompagnamento dei ritratti dei marchesi, illumina la “Descritione dei Marchesi di Mantova” sottoposta dal conte Teodoro Sangiorgio, supervisore del cantiere di Corte Nuova, all'approvazione del Duca Guglielmo (ASMn, A.G., b. 2608, c. 9, in Luzio 1890, p. 400). Nel caso di Francesco II è detto: “Francesco quarto marchese essendo intrato nel fato d'arme et, mortoli il cavallo sotto, rimontò sopra un altro e, con la spada in mano, luor malgrado, passò per meggio lo essercito francese, et con tal impeto et furore che il campo d'essi si rivolse in fuga insieme con il luor re, e puoco li mancò ch'elli non restasse priggione, come di ciò avvenne al Gran bastardo qual era a paro nella batalia col detto re; per similitudine vi si confarebe Marte et il Furore” (cfr. Bazzotti, Berzaghi 1986, p. 13). La statua di Furore fa infatti da controparte alla presente, sull'altro lato dello spazio destinato alla tela tintorettesca. Autore delle statue allegoriche è il padovano Francesco Segala, che nell'ottobre 1579 è espressamente invitato a fare ritorno a Mantova, da Venezia, “a fornire la sala de Marchesi” (Luzio 1913, p. 35, nota 1; per Segala a Mantova, Pietrogrande 1955). Lo scultore, tuttavia, non è il solo documentato: le carte (Berzaghi 2003, pp. 234 e ss.) riferiscono infatti di lavori di decorazione dell'ambiente fin dal 1574, quando già la sala pare dotata di prime allegorie in stucco; nel 1576 vi lavorano lo stuccatore e indoratore Antonio Romano con tale Morino, sotto la direzione del prefetto delle fabbriche Battista Zelotti, subentrato a Bertani (1576): Antonio Romano è, in questo stesso anno, impegnato in lavori di decorazione plastica in Corte Vecchia. A tali Antonio Romano e Morino sarebbero dunque da riferire le parti ornamentali del monumento alla marchesa, il cui busto (perduto) e statue a figura intera furono invece plasmate da Segala nel corso del 1579. Pietrogrande (1955) sottolinea come la presenza di allungate figure nella parte alta della parete, a incorniciare ampi riquadri, si ricolleghi alla soluzione adottata da Francesco Primaticcio nella sala della duchessa d'Etampes di Fontainebleau e, delle statue allegoriche, rimarca l'equilibrio tra esigenze decorative ed espressive; “placida e non poco accademica” è la statua di Marte, accostata al guerriero del monumento a Tiberio Deciano eseguito da Segala in Santa Maria del Carmine a Padova sul finire dell'ottavo decennio. Verso la fine del XIX secolo, Intra (1880, in Ferrari, L'Occaso 2003, p. 190) annota che “i busti in gesso che rappresentano i marchesi e le marchesane sono in parte deperiti e mutilati e a pezzi sono quasi tutte le statue pure di gesso, collocate sopra il fregio, che raffigurano le Virtù, d'onde il nome alla sala”. Lo stato dei monumenti all'indomani dei restauri diretti da Cottafavi (1925-1929) è infatti preoccupante, benchè migliore di quello degli stucchi della vicina sala dei Capitani (Cottafavi 1929). Modellato ex novo, come detto, il busto della marchesa, tra le operazioni ricordate sulle sculture dell'ambiente e senz'altro da riferire in parte anche alle statue collocate ai lati del ritratto in esame, è l'integrazione delle porzioni aggettanti perdute, e in particolare gli arti, seguendo l'andamento dei ferri interni scoperti (cfr. Cottafavi 1929, fig 2); sulla parte decorativa si procedette al completamento degli ornati e all'integrazione della doratura. Impegnati nel restauro furono, per gli stucchi ornamentali Umberto Filippini, per le figure in stucco lo scultore Clinio Lorenzetti. Negli anni Sessanta del secolo scorso (dal 1963 ca.) la ditta Assirto Coffani procede al restauro degli otto busti-ritratto dei Gonzaga e consorti (Valli 2014, pp. 504-505)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267675-10
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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