Vittoria
Monumento parietale costituito dal busto ritratto del personaggio affiancato da due statue allegoriche: il primo, in stucco bianco, collocato sullo stesso livello delle basi delle statue, è incassato in una nicchia circolare dorata, decorata da motivo a valva e dipinta internamente in rosso; ai lati della nicchia si collocano girali vegetali bianchi su fondo dorato; le statue, in stucco bianco e di altezza poco superiore al reale, poggiano su basi dorate sostenute da tre mensole e decorate frontalmente da mascherone tra girali vegetali bianchi. Il pannello entro cui è impostato il ritratto è delimitato da cornici a kyma lesbio continuo e a corda; le basi delle statue presentano modanature a kyma lesbio continuo e perline, kyma ionico, fusarole: sul fianco, tracce di una decorazione pittorica in forma di figura umana
- OGGETTO decorazione plastica
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MATERIA E TECNICA
stucco/ modellatura a stampo
stucco/ doratura
stucco/ modellatura
stucco/ pittura
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MISURE
Altezza: 3,45 m
Lunghezza: 3,20 m
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ATTRIBUZIONI
Segala Francesco (notizie Dal 1558/ 1592): scultore
Antonio Romano (notizie 1576): decoratore
Morino (notizie 1576)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 4/ Sala dei Marchesi
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto ritrae Ludovico II Gonzaga, secondo marchese di Mantova (1444-1478; per il profilo biografico del personaggio si rinvia a Amadei, Marani 1978, pp. 37-38 e a Tamalio in Monete Medaglie 1997, pp. 99-100). Il busto lo ritrae a capo scoperto e con armatura, il volto piegato su un lato, verso il centro della camera. L'iconografia segue solo in parte il modello offerto dal ritratto in stucco della Galleria degli Antenati di Palazzo Ducale a Sabbioneta (1565-1567, cfr. Ventura 1991, pp. 84-85) o dal busto ligneo del marchese, attribuito a scultore veneziano, dello stesso palazzo di Sabbioneta (Ventura 1991, pp. 160-161), poi ripreso dal ritratto dipinto della serie di Ambras, del principio degli anni Ottanta del XVI secolo (Amadei, Marani 1978, pp. 37-38) e forse basato su un prototipo mantegnesco perduto (Ventura 1991, pp. 84-85). L'assenza della tradizionale berretta capitanesca, con cui il marchese già compare nella nota raffigurazione della corte sulla parete orientale della Camera degli Sposi di Andrea Mantegna in Palazzo Ducale (1465-1474), sposta l'iconografia del personaggio verso un'immagine di riferimento alternativa e finora non precisata. Pietrogrande (1955, p. 115, nota 23) accosta, in particolare, il ritratto in esame al busto bronzeo del marchese conservato al museo Jacquemart-André di Parigi. La statua collocata a sinistra, all'angolo della camera e in coppia con la statua vicina, sulla parete adiacente, è una Vittoria; la seconda, benché priva di chiari attributi, se si eccettua un rotolo (?) nella mano sinistra, corrisponderebbe alla Geometria: sull'iconografia delle sculture scelte ad accompagnamento dei ritratti dei marchesi, illumina la “Descritione dei Marchesi di Mantova” sottoposta dal conte Teodoro Sangiorgio, supervisore del cantiere di Corte Nuova, all'approvazione del Duca Guglielmo (ASMn, A.G., b. 2608, c. 9, in Luzio 1890, p. 400). Nel caso del secondo marchese è detto: “Ludovico secondo marchese fu gran fabricatore, selli deve aludere la Geometria et l'architettura”: l'Architettura è la figura collocata in controparte, in prossimità del busto-ritratto della consorte Barbara di Brandeburgo (cfr. Bazzotti, Berzaghi 1986, p. 13). Autore del busto-ritratto e delle statue che lo accompagnano è il padovano Francesco Segala, che nell'ottobre 1579 è espressamente invitato a fare ritorno a Mantova, da Venezia, “a fornire la sala de Marchesi” (Luzio 1913, p. 35, nota 1; per Segala a Mantova, Pietrogrande 1955). Lo scultore, tuttavia, non è il solo documentato: le carte (Berzaghi 2003, pp. 234 e ss.) riferiscono infatti di lavori di decorazione dell'ambiente fin dal 1574, quando già la sala pare dotata di prime allegorie in stucco; nel 1576 vi lavorano lo stuccatore e indoratore Antonio Romano con tale Morino, sotto la direzione del prefetto delle fabbriche Battista Zelotti, subentrato a Bertani (1576): Antonio Romano è, in questo stesso anno, impegnato in lavori di decorazione plastica in Corte Vecchia. A tali Antonio Romano e Morino sarebbero dunque da riferire le parti ornamentali del monumento al marchese, il cui busto e statue a figura intera furono invece plasmate da Segala nel corso del 1579. Pietrogrande (1955) sottolinea come la presenza di allungate figure nella parte alta della parete, a incorniciare ampi riquadri, si ricolleghi alla soluzione adottata da Francesco Primaticcio nella sala della duchessa d'Etampes di Fontainebleau e, delle statue allegoriche, rimarca l'equilibrio tra esigenze decorative ed espressive; la Geometria, pur basata su moduli classici, è caratterizzata da forme particolarmente ammorbidite e allungate e da una fisionomia che rimandano, con maggior evidenza rispetto ad altre statue della camera, a Parmigianino. Il ritratto di Ludovico II è definito, dalla Pietrogrande, tra i migliori della sala dei Marchesi: l'espressione restituisce il temperamento volitivo del personaggio e la finezza nella resa del modellato conferma la particolare abilità di Segala nell'esecuzione di ritratti in stucco. Sul finire del XIX secolo, Intra (1880, in Ferrari, L'Occaso 2003, p. 190) annota che “i busti in gesso che rappresentano i marchesi e le marchesane sono in parte deperiti e mutilati e a pezzi sono quasi tutte le statue pure di gesso, collocate sopra il fregio, che raffigurano le Virtù, d'onde il nome alla sala”. Lo stato dei monumenti all'indomani dei restauri diretti da Cottafavi (1925-1929) è infatti preoccupante, benchè migliore di quello degli stucchi della vicina sala dei Capitani (Cottafavi 1929). Tra le operazioni ricordate sulle sculture dell'ambiente, e senz'altro da riferire in parte anche a quelle in oggetto, è l'integrazione delle porzioni aggettanti perdute, e in particolare gli arti, seguendo l'andamento dei ferri interni scoperti; sulla parte decorativa si procedette al completamento degli ornati e all'integrazione della doratura. Impegnati nel restauro furono, per gli stucchi ornamentali Umberto Filippini, %
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267675-5
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0