stalli del coro, complesso decorativo di Chinotti Giovan Battista da Gandino (bottega), Tornitore Antonio (bottega), Zambelli Damiano detto fra' Damiano da Bergamo (sec. XVI, sec. XVII)

stalli del coro,

stalli del coro

  • OGGETTO stalli del coro
  • MATERIA E TECNICA legno di castagno/ intaglio/ intarsio
    legno/ intaglio/ intarsio
    legno di noce/ intaglio/ intarsio
  • ATTRIBUZIONI Chinotti Giovan Battista Da Gandino (bottega)
    Tornitore Antonio (bottega)
    Zambelli Damiano Detto Fra' Damiano Da Bergamo (1490 Ca./ 1549)
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il coro in legno di noce intagliato del presbiterio della chiesa domenicana di S. Bartolomeo, che si sviluppa seguendo la pianta ottagonale dell'abside, è composto da due ordini di sedili. Quello superiore consta di tre scomparti centrali con sette stalli e due scomparti laterali con sei, ciascuno con alti schienali (o postergali). In totale 33 stalli racchiusi da colonne scanalate su cui poggiano dei capitelli corinzi e braccioli decorati da mascheroni, draghi, teste nasute, putti. Sopra le colonne è impostato il cornicione aggettante, sostenuto da mensole intagliate, ornato da una fiorita cimasa composta da un intaglio centrale a motivi floreali con al centro una testa di putto e due pigne (o pinnacoli) torniti ai lati. Sopra gli schienali, che formano la parte centrale di ogni stallo, sono inseriti i pannelli intarsiati con soggetti vari (v. schede successive). L'ordine inferiore è formato da tronconi snodati di complessivi dieci sedili per parte in legno di castagno, interrotti da aperture a cui è stato aggiunto al centro un inginocchiatoio con tarsia del diciannovesimo secolo (v. scheda 00202228). Il coro della chiesa di S. Bartolomeo, come lo vediamo oggi, è quello iniziato nel 1626 e finito nel 1647, eseguito seguendo le norme liturgiche prescritte dal Concilio di Trento: il coro dei frati andava posto dietro l'altare maggiore in una vasta abside (Libro dei Consigli, 12 giugno 1632, ms. p. 50), mentre le tarsie nei postergali dell'ordine superiore sono quelli del coro della primitiva chiesa domenicana di S. Stefano, distrutta nel 1561. Ottenuta dal papa Pio V nel 1571 la chiesa di S. Bartolomeo, già degli Umiliati, i padri decisero di rifarla e ingrandirla: dal 1603 al 1623 costruirono la navata e le 10 cappelle laterali allo stato grezzo, indi dal 1626 si dedicarono alla fabbrica del presbiterio e del coro, che fu interrotta nel 1632 con la demolizione di quanto era stato costruito perché risultava piccolo e malfatto (da Bottagisi, f. 6 e f. 7). Il 30 novembre del 1632 furono poste le fondamenta del nuovo coro a pianta ottagonale (Bottagisi, 4 dicembre), ma purtroppo il 3 agosto 1640, terminata la fabbrica muraria, crollò la volta dell'abside e i lavori di ripristino andarono a rilento, anche per la penuria di fondi. Comunque nel frattempo l'infaticabile padre Costanzo Maria Ubiali da Verdello (istituito fabbricere il 6 agosto 1619 e rimasto tale fino alla morte avvenuta nel 1650) già aveva iniziato "a far fare la costruzione dei sedili del coro" e nel 15 marzo 1636 aveva comperato "le colonne di noce con suoi capitelli et base per tutte le sedie del coro a spese del suo deposito"; ancora nel 1642 era in grado di dare a "Maestro Giovanni Battista Chinatti da Gandino a conto di sua mercede per l'opera che va facendo per stabilire le sedie del coro Lire 370" e nel 1646 pagò il "Maestro Antonio Tornidore per aver tornito et lavorato trenta otto colonne, capitelli et base per le sedie del choro" (Bottagisi, f. 54 r.). Il 7 febbraio 1647 il p. Costanzo Maria da Verdello riuscì a presentare il coro completamente e solennemente inaugurato (Bottagisi, f. 55 v.; Alce V. 1995, p. 183). Nel 1648, scrive ancora Bottagisi, l'infaticabile e generoso p. Costanzo Maria continuò a sistemare il coro e "pagò per far intagliare le memorie delle due ultime sedie del choro, per mettere le tele intorno le sedie del choro, per fare il bancone in mezzo al choro con il letturino per ponervi li libri del canto fermo" (Bottagisi, f. 8 v.). Ora si dovevano sistemare "i quadri fatti a rimesso che erano quelli del choro di S. Stefano" (Bottagisi, f. 8 v.), cioè le 31 tarsie opera del fratello converso domenicano Damiano Zambelli eseguite nel primo quarto del XVI secolo (si rimanda alla scheda 00202227.2 per la biografia di fra Damiano e notizie riguardo la sua attività); e le due tavole seicentesche al principio e alla fine della serie delle tarsie che vennero aggiunte riportando in lettere capitali le date essenziali della storia dei domenicani di Bergamo (Prima tavola dall'anno 1218 al 1647; Trentatreesima tavola dall'anno 1571 al 1647). Più tardi, nell'Ottocento, fu aggiunto l'inginocchiatoio che si trova nel mezzo del coro (v. scheda 00202228), ornato da una tarsia in cui è rappresentato "Gesù tra i fanciulli". Inoltre nel mezzo del coro, nel diciassettesimo stallo sopra il cornicione, al posto del pinnacolo è posta una piccola statua in noce con la figura di S. Bartolomeo; per essa si rimanda alla scheda 00202229
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202227-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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