testa di Sant' AlesSandro

decorazione a intarsio,
  • OGGETTO decorazione a intarsio
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ intaglio/ intarsio
    legno/ pittura/ intaglio/ intarsio
  • ATTRIBUZIONI Zambelli Damiano Detto Fra' Damiano Da Bergamo (1490 Ca./ 1549): disegnatore/esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esecutore delle trentuno tarsie (nn. 2-32) che decorano il coro della chiesa di S. Bartolomeo è Damaiano Zambelli da Bergamo. Non si conosce la data precisa di nascita, causa la mancanza di documentazione, ma può essere fissata attorno al 1480 e si presume che alla fine del XV secolo il giovane Damiano sia entrato nell'Ordine domenicano in qualità di converso nel convento di S. Stefano (Alce V. Fra Damiano Zambelli. Regesto dei documenti, in Bergomum 1991, nn. 3. 4, pp. 77-95). Nato da una famiglia di "fabri lignarii", fra Damiano al termine del noviziato venne mandato a Venezia a scuola del famoso converso olivetano fra Sebastiano da Rovigo, detto Schiavon, che aveva bottega d'arte d'intarsio nell'abbazia di Sant'Elena, poco distante dal convento di S. Domenico di Castello. L'apprendistato di fra Damiano a Venezia avvenne negli anni precedenti il 1505, perché questa data segna la morte del maestro fra Sebastiano (Alce V. 1995, p. 96). Tornato a Bergamo, nel 1505 il converso Damiano Zambelli iniziò a eseguire le opere d'intarsio per la chiesa conventuale di S. Stefano. Il mecenate capitano Alessandro Martinengo Colleoni, nipote del condottiero Bartolomeo Colleoni, eletto patrono della cappella grande della chiesa di S. Stefano il 31 maggio 1504 (Zillioli, f. 122), patrocinò, oltre la grande pala di Lorenzo Lotto, presumibilmente (non abbiamo documenti in proposito) anche le opere di tarsia che fra Damiano eseguì per il coro della chiesa dal 1505 al 1526, anno in cui lasciò Bergamo e si spostò a Bologna. Ce lo conferma Marcantonio Michiel, patrizio veneziano e umanista, che nelle sue Memorie d'opere di disegno... (II ed. a cura di G. Frizzoni 1884, p. 131) scrive nel 1525 ca. di aver visto "a Bergamo, in San Domenego dei Frati Osservanti, in la cappella maggiore li banchi di tarsia che son de man de fra Damian bergamasco converso in San Domenego. Li disegni di dette tavole furono de mano de Trozo da Monza e del Bernardo da Trevi, del Bramantino, e altri, e sono istorie del Testamento Vecchio e prospettive". Non si sa quante siano state le tavole intarsiate fatte da fra Damiano Zambelli per il coro di S. Stefano; p. Venturino Alce (1995, p. 179) reputa che siano stati ornati vari arredi sacri, oltre il coro dei frati che contava 15+15 dossali, cioè il bancone con il leggio, gli scranni per i ministri dell'altare, i sedili con inginocchiatoio per la famiglia Martinengo ecc., ricavando la cifra di 52-56 ipotetiche tavole. Ma nella distruzione della chiesa di S. Stefano del 1561 se ne sono salvati solo 31; inoltre l'attuale collocazione delle tarsie del coro della chiesa di S. Bartolomeo fa pensare che essa non sia quella originaria: "non presentano una disposizione preordinata e sono diverse tra loro per argomento, impaginazione ed esecuzione... da mettere in dubbio che siano uscite dalla sola officina di fra Damiano, presentandosi come frammenti di una vasta opera andata a pezzi e non più riconoscibile neppure idealmente (Alce V. 1995, p. 172; 188). Bisogna anche tener presente che assieme al maestro fra Damiano lavorarono come apprendisti Giovan Maria de Merendis e Giovanni Francesco Capoferri da Lovere fino al 1521 (V. Cortesi Bosco F., "Il coro intarsiato di Lotto e Capoferri per S. Maria Maggiore", Bergamo 1987) e dal 1522-26 nuovi allievi tra i quali figurano Zanetto da Bergamo e Francesco di Lorenzo Zambelli, suo parente (Alce, 1995, p. 103-4). Nel 1523 fra Damiano venne umiliato da un intervento del pittore Lorenzo Lotto, il quale preferì al maestro fra Damiano Zambelli il discepolo G. V. Capoferri per intarsiare il coro di S. Maria Maggiore (V.Chiodi L., Lettere inedite di L. Lotto, Bergamo 1968, p. 37; 75). Nel 1526 il converso fra Damino lasciò Bergamo e fu mandato a Bologna per realizzare il nuovo arredamento liturgico della chiesa di S. Domenico, dove produsse tarsie di grande pregio e bellezza; Fra Damiano morì a Bologna nel 1549. Il Michiel ci informa anche degli artisti che fecero i disegni per le tarsie di fra Damiano (i cosiddetti cartoni): essi furono Trozo da Monza (sconosciuto), Bernardino Zenale da Treviglio (che disegnò - secondo Alce - 6 tarsie: n. 10, 16, 20, 21, 24, 26) e Bartolomeo Suardi detto il Bramantino ( che disegnò 4 tarsie: nn. 15, 17, 19, 23), ambedue pittori e architetti influenzati da Bramante. Venturino Alce ci avverte che comunque fra Damiano Zambelli ricorreva con frequenza alla contaminazione, mettendo insieme parte di diversi cartoni e disegnò personalmente quattro tavole di nature morte (nn. 29, 30, 31, 32) e quattro teste di santi (nn. 2, 3, 5) (v. Alce, 1995, p.176). In tre tarsie delle 31 che sono nel coro della chiesa di S. Bartolomeo vi è la firma del maestro: F. (frater) e D. (Damianus): esse sono nella tarsia n. 21 La samaritana al pozzo, nella tarsia n. 22 Piazza di Bergamo, nella tarsia n. 26 Il miracolo di Bolsena. (le notizie storico critiche continuano nelle annotazioni AN)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202227-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ISCRIZIONI sotto il capo del santo - S. ALEXANDER - Damiano Zambelli -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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