Parma/ Palazzo vescovile – cortile
Riprese dell'esterno e del cortile interno del Palazzo vescovile di Parma, nel 1920 (5 lastre)

negativo servizio, 1920 - 1920

Il servizio fotografico è costituito da 5 lastre alla gelatina di formato 18 x 24, 4 orizzontali (N_001405, N_001406, N_001408 e N_001434) e 1 verticale (N_001407). Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. Si segnala la presenza su tutti i fototipi, di un'etichetta incollata sul lato del vetro. La matrice N_001405 presenta sul lato emulsione, una mascheratura in carta nera, parzialmente distaccata, lungo tutto il perimetro. Le lastre N_001405 e N_001434 sono state mascherate in corrispondenza del cielo, con strisce di carta nera. I negativi N_001406 e N_001407 sono stati ritoccati sul lato emulsione in corrispondenza delle linguette del portalastre, con una vernice rossa. Anche i fototipi N_001406 e N_001434 sono stati ritoccati sul lato vetro in corrispondenza del cielo, con una vernice rossa. Sulle matrici N_001406, N_001407, N_001408 e N_001434 sono visibili le impronte del portalastre

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Palazzi - Diocesi
    Italia - Emilia Romagna - Parma - Piazza del Duomo - Palazzo vescovile
    Architettura - Palazzi - Sec. 13
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Perazzo, Vincenzo (1886-1925): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito nell'XI secolo per volontà del Vescovo di Parma Pietro Cadalo, il palazzo episcopale, splendido esempio di edificio romanico, subì nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti. In particolare tra il 1232 ed il 1234, il vescovo fiorentino Grazia su disegno dell'architetto Rolandello, fece ampliare il fabbricato e costruire una nuova facciata. La sua veste originaria rimase integra sino alla seconda metà del XV secolo, quando il vicario riminese Sagramoro de’ Sagramori (1476-1482) intervenne pesantemente sul fronte orientale, facendo tamponare il portico al piano terra. Ma le modifiche più sostanziali avvennero durante l’episcopato del cardinale Giovanni Antonio Sangiorgio (1499-1509) che fece unificare l’altezza del prospetto dell’edificio eliminando la merlatura e facendo costruire in gronda un imponente cornicione rinascimentale in terracotta, e nella corte interna fece innalzare il doppio loggiato. Nel terzo decennio del XVIII secolo, il vescovo Camillo Marazzani (1711-1760) trasformò definitivamente il palazzo secondo i princìpi dell'architettura barocca. Questo cambiamento si concretizzò nel tamponamento delle trifore della facciata e della loggia del cortile, nel rivestimento delle colonne del piano terra e nell'innalzamento del livello del chiostro con la conseguente scomparsa del pozzo. Con i restauri compiuti tra gli anni Venti e Trenta del Novecento durante il mandato del vescovo Guido Maria Conforti e la direzione dell'architetto Luigi Corsini (1863-1949) alla Soprintendenza ai Monumenti dell'Emilia, il palazzo fu riportato alle sue forme originarie. Dal 1922 al 1930, furono ripristinate sulla facciata le grandi trifore al piano superiore e le arcate al piano inferiore, mentre nel cortile furono liberate le colonne murate nel Settecento. Il servizio fotografico in esame documenta la facciata del palazzo vescovile (N_001405 e N_001034), alcuni particolari delle aperture medioevali ad arco sul lato est (N_001407) e sul lato sud (N_001406) ed una veduta del cortile interno (N_001408) prima dei restauri del 1922. Il recupero in corso dell'archivio fotografico SABAP, offre l'interessante opportunità di osservare l'evoluzione degli edifici tutelati e restaurati dalla Soprintendenza. Nel caso del palazzo vescovile di Parma, la fase che mostra la situazione precedente i restauri è rintracciabile nel lotto di schede con codice univoco da 0800265849 a 0800265852, mentre l'esito finale del recupero architettonico nel 1932 è visibile nelle schede 0800633942 e 0800633944. Come desunto dalle iscrizioni sui pergamini, i fototipi sono stati realizzati nel 1920 da Vincenzo Perazzo, disegnatore e fotografo interno della Soprintendenza emiliana, presso la quale lavorò dal 1919 al 1925. Nelle immagini N_001406 e N_001407, i segni del portalastre sono stati ritoccati sul lato emulsione con vernice rossa. La fotografia N_001434, in corrispondenza del cielo, è stata ritoccata con vernice rossa sul lato vetro e con carta nera sul lato emulsione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641810
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_001405 a N_001408, N_001434
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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