Basilica S. Petronio/ affresco di S. Cristoforo/

negativo, 1928/08/21 - 1928/08/21

La lastra era originariamente contenuta in busta pergamina, conservata ora separatamente in una scatola. Alla lastra era allegata una schedina inventariale conservata ora internamente alla busta pergamina di riferimento. Sull'angolo sinistro lato emulsione è ben visibile la traccia del portalastre

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Petronio
    Pittori italiani - Sec. 14.-15. - Giovanni da Modena
    Chiese - Dipinti murali - Affreschi
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Bolognesi Orsini (1919(?)-1934): fotografo principale
    Giovanni Da Modena (1379 (?)-1455 Ca): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Jacopo Di Paolo
    Jacopo Di Paolo 1345 Ca-1430 Ca Bibliografia Volpe 2003, P. 71
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il negativo in nostro esame riproduce il grande dipinto murale che copre il pilastro divisorio tra la cappella Foscherari e la cappella Bolognini. La ripresa è stata effettuata ad una certa distanza, probabilmente dalla navata centrale, ipotizziamo al fine di poter riprodurre l’affresco nella sua interezza e senza distorsioni prospettiche. Questo ha comportato una inquadratura ampia comprendente parte delle due cappelle adiacenti, a scapito di una lettura dettagliata dell’opera. L’Archivio storico della Soprintendenza ABAP (ex SBAP) possiede una lettera indirizzata alla Fabbriceria di San Petronio con la richiesta da parte del Soprintendente in carica ai Monumenti Luigi Corsini di “avere subito una fotografia della pittura del San Cristoforo” e di “permettere al fotografo Orsini di fare la detta fotografia per conto di questa R. Soprintendenza” (si veda in FNT: BAPF058). La missiva è datata 20 agosto 1928, mentre il negativo in esame reca, sul contenitore in carta pergamino, la data 21 agosto 1928, facendo ipotizzare la realizzazione del fototipo il giorno successivo alla richiesta. Non sappiamo quanto poter tener fede a tali tempistiche, certamente fu un lavoro richiesto con urgenza ed in tempi celeri, tanto da motivare il mancato ausilio di ponteggi e la risultante difficoltà di restringere l’inquadratura al solo affresco. Non conosciamo le stringenti necessità alla base di tale richiesta, non avendo rintracciato documentazione utile ai fini di una seppur ipotetica ricostruzione degli antefatti. Si sarebbe potuto trattare di materiale fotografico documentario utilizzato per espletare le funzioni amministrative e di tutela in capo alla Soprintendenza, ma a queste vaghe notazioni dobbiamo fermarci. Riguardo alla responsabilità autoriale del bene in trattazione proponiamo alcune precisazioni. Nella missiva il Soprintendente riferisce le foto ad Orsini volendo intendere lo studio fotografico Bolognesi e Orsini così come riportato in pergamino. Non conosciamo con precisione la data di costituzione della ditta, sappiamo solo che dopo la Grande Guerra, attorno al 1919, i fratelli Bolognesi si associarono ad Armando Orsini, dando origine alla ditta succitata. Se conosciamo le vicende biografiche e l’attività fotografica dei fratelli Bolognesi (Cristofori e Roversi 1980, p. 101) la figura di Armando Orsini (1887-1934) è rimasta più a lungo in ombra. Abbandonati gli studi elementari l’Orsini entrerà giovanissimo come fattorino presso lo studio fotografico dei fratelli Bolognesi. Dovette ben presto ricevere una buona formazione se nella lunga parentesi del primo conflitto mondiale lo ritroviamo a dirigere una delle quattro squadre di fotografi alle dipendenze del Comando Supremo (Bianco 2005, p. 142). Troviamo ampia documentazione del lavoro svolto in questi anni dall’Orsini grazie ad un vasto ed articolato fondo storico, comprendente circa 3500 positivi (sul fondo Orsini cfr. Bonvicini e Fanti 1988). Terminata la guerra, la costituzione della ditta Bolognesi e Orsini segnerà la conclusione dell’esperienza dell’atelier “Fotografia la Moderna” iniziata nel 1911 (Tromellini et al. 2001, p. 100) probabilmente con l’apporto già dell’Orsini anche se non sappiamo in quale veste. Come già altrove ampiamente specificato la Ditta chiuderà i battenti tra il 1934 ed il 1935 a seguito della morte dell’Orsini avvenuta nel giugno del ’34
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641479
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001844
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI sulla lastra: lato emulsione: in basso a sinistra - Inv. A 5937 [cancellato con barra] - numeri arabi -
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA lettera (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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