Dettaglio del prospetto della facciata di Palazzo Aldrovandi Montanari a Bologna
positivo album,
ca 1885 - ante 1914
Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio)
XIX fine/ XX inizio
Torreggiani, Alfonso (1682-1764)
1682-1764
Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 6, recto (attualmente estrapolata)
- OGGETTO positivo album
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SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Palazzo Aldrovandi Montanari
Architettura - Palazzi - Finestre - Inferriate
Architetti - Italia - Sec. XVIII - Torreggiani, Alfonso
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio): fotografo principale
Torreggiani, Alfonso (1682-1764): architetto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il positivo mostra uno dei finestroni del piano terra di Palazzo Aldrovandi Montanari, edificato a partire dal 1725 dall’architetto Francesco Angelini. Tale intervento prevedeva il rifacimento della residenza nobiliare degli Aldrovandi, preesistente dall’inizio del XVI secolo, su commissione del cardinale Pompeo Aldrovandi. Il palazzo venne completato tra il 1744 e il 1752 da Alfonso Torreggiani, che ne curò la facciata. Gli Aldrovandi vi stabilirono anche una manifattura ceramica, avviata da Filippo Aldrovandi Marescotti a imitazione dei prodotti Wedgewood, ma vendettero successivamente il palazzo all’inizio dell’800. La proprietà passò dapprima ai Torlonia e in seguito al possidente terriero Camillo Montanari (1860). Successivamente, e fino agli anni Novanta del XX secolo, all'interno del palazzo trovarono sede il Circolo della Stampa e la Cineteca di Bologna, mentre un settore della Biblioteca Comunale si trova ancora in loco. Il fototipo mostra la prima finestra a sinistra del portale di ingresso, con dettagli della bugnatura che demarca il corpo centrale dell’edificio, mentre a destra è l’impostazione del portale di accesso, con aggetto della trabeazione sostenuta da semicolonna. Sono inoltre visibili le mensole di sostegno del davanzale poggianti sull’incorniciatura della presa d’aria per il piano interrato, e un buon dettaglio della complessa inferriata barocca, coronata dalla mensola con centina centrale, differente dalle altre finestre del palazzo. Tra il finestrone stesso e il portone è inoltre visibile una targa che richiama la presenza nel palazzo di uffici della compagnia assicurativa “L’Union AD 1828”, non altrimenti rivelata dalle fonti. L’indicazione manoscritta riportata sul verso del fototipo “Suppini”, associa la stampa presumibilmente alla personalità dell’ingegnere Agostino Suppini (1854-1942), figlio dell’incisore bolognese Pietro Suppini (attivo metà XIX secolo, allievo di Gaetano Guadagnini). Agostino Suppini fu studente al Collegio Venturoli, in seguito laureato in Scienze matematiche, fisiche e naturali (1877-78), in Ingegneria (1879), e soprattutto collezionista di un ricco corpus di immagini e reperti iconografici di soggetto bolognese, oggi conservato alla Biblioteca dell’Archiginnasio. Alla prevalente presenza di ritratti di personalità illustri in ambito storico, artistico, scientifico e medicale – tratti generalmente da ritagli di riviste e giornali, cartoline – si aggiungono nuclei miscellanei dedicati alle chiese bolognesi, torri, costruzioni idrauliche, etc. Alle naturali restrizioni biografiche ricavabili dall’identità del Suppini (tenendo conto che l’identificazione non risulta attualmente verificabile), la natura tecnica del fototipo suggerisce di considerare una cronologia che segua la più generale diffusione delle stampe aristotipiche, avviatasi a partire dal 1885 circa, quando Suppini aveva una trentina d’anni. Il termine cronologico ante quem è dato invece dai riferimenti biografici del collezionista del fondo fotografico, l'ingegner Raffaele Faccioli, scomparso nel 1914. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918) Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9. All'interno del presente album si conservano quattro aristotipi di identico formato che riportano l'indicazione manoscritta "Suppini". Si segnalano i numeri di inventario: 31875/645, 31875/647, 31875/649 e 31875/651
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-17
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/647
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0