Veduta del coretto laterale della Cattedrale di San Pietro a Bologna

positivo album, ca 1885 - ante 1914
Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio)
XIX fine/ XX inizio

Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 6, recto (attualmente estrapolata)

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architettura - Chiese - Cattedrali - Coretti - Cantorie
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Cattedrale di San Pietro - Coretto della navata centrale
    Architetti - Italia - Sec. XVIII - Torregiani, Alfonso
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio): fotografo principale
    Torreggiani (1682-1764): architetto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il positivo riprende una veduta interna della cattedrale di San Pietro in Bologna, con il particolare di uno dei quattro coretti impostati sul registro superiore della navata centrale; vennero realizzati da Alfonso Torreggiani nella fase finale dei lavori di completamento della chiesa metropolitana. Il particolare mostra la prima cantoria visibile entrando sul fianco sinistro, sovrastata dallo stemma del papa bolognese finanziatore dell’impresa, Benedetto XIV, al secolo Prospero Lambertini. La struttura architettonica dell’interno venne realizzata all’inizio del XVII secolo utilizzando un progetto del barnabita Giovanni Ambrogio Mazenta, posto in essere da Floriano Ambrosini, capocantiere tra il 1605 e il 1610, e in seguito da Nicola Donati, entro il 1613. Il progetto di Mazenta non venne, in realtà, mai completato: la realizzazione della facciata e della prima coppia di cappelle vedranno la luce solo a partire dal 1743, sotto la direzione di Alfonso Torreggiani, già attivo dal 1733 nella realizzazione del nuovo collegio-seminario e in opere di restauro e rifacimento tanto del portico esterno (poi demolito), quanto della tribuna all’interno. L’opera del Torreggiani si completò nell'agosto del 1756 con la realizzazione delle quattro cantorie, fiancheggiate delle massicce coppie di pilastri scanalati, posti in corrispondenza di segmenti aggettanti della trabeazione, e terminanti in semicapitelli di ordine composito. Sulla parte superiore corre il fregio con puttini e scille centrali con doppie code fitomorfiche. La cantoria si imposta immediatamente sopra l’arco che definisce la seconda cappella sinistra, su tre mensole di sostegno a doppia voluta, balaustra chiusa e parapetto ligneo intagliato sotto al coronamento ad ancona neo-rinascimentale. L’indicazione manoscritta riportata sul verso del fototipo “Suppini”, associa la stampa presumibilmente alla personalità dell’ingegnere Agostino Suppini (1854-1942), figlio dell’incisore bolognese Pietro Suppini (attivo metà XIX secolo, allievo di Gaetano Guadagnini). Agostino Suppini fu studente al Collegio Venturoli, in seguito laureato in Scienze matematiche, fisiche e naturali (1877-78), in Ingegneria (1879), e soprattutto collezionista di un ricco corpus di immagini e reperti iconografici di soggetto bolognese, oggi conservato alla Biblioteca dell’Archiginnasio. Alla prevalente presenza di ritratti di personalità illustri in ambito storico, artistico, scientifico e medicale – tratti generalmente da ritagli di riviste e giornali, cartoline – si aggiungono nuclei miscellanei dedicati alle chiese bolognesi, torri, costruzioni idrauliche, etc. Alle naturali restrizioni biografiche ricavabili dall’identità del Suppini (tenendo conto che l’identificazione non risulta attualmente verificabile), la natura tecnica del fototipo suggerisce di considerare una cronologia che segua la più generale diffusione delle stampe aristotipiche, avviatasi a partire dal 1885 circa, quando Suppini aveva una trentina d’anni. Il termine cronologico ante quem è dato invece dai riferimenti biografici del collezionista del fondo fotografico, l'ingegner Raffaele Faccioli, scomparso nel 1914. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918) Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9. All'interno del presente album si conservano quattro aristotipi di identico formato che riportano l'indicazione manoscritta "Suppini". Si segnalano i numeri di inventario: 31875/645, 31875/647, 31875/649 e 31875/651
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-15
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/645
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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