Bologna/ via d'Azeglio/ Palazzo Bevilaqua/ Decorazioni provenienti dal palazzo Bevilaqua/ di Ferrara
Veduta del loggiato del secondo piano di Palazzo Sanuti Bevilacqua a Bologna

negativo, post 1891 - ante 1907

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva attualmente nella carpetta del negativo stesso. Sul fototipo sono inoltre visibili le impronte del portalastre

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Bologna - Palazzo Sanuti Bevilacqua
    Elementi architettonici - Arcate
    Architettura - Palazzi - Cortili - Loggiati - Sec. XV
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Poppi, Pietro (attribuito): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In una nota di Otello Mazzei all'interno del volume "Alfonso Rubbiani: la maschera e il volto della città. Bologna 1879-1913", si precisa circa il Palazzo Sanuti Bevilacqua di Bologna: "Attraveso varie cessioni ed eredità l'edificio pervenne nel 1776 alla nobile famiglia ferrarese dei Bevilacqua" (nota 107, p. 214, da quel momento il palazzo acquisì la denominazione attuale, mantenendo anche la più antica derivata dalla famiglia che ne curò la realizzazione, i Sanuti). E' certamente da ricondursi a tale passaggio di proprietà, il trasferimento delle "finestre di marmo murate in una parete del loggiato [bolognese]", provenienti "dal cortile di Palazzo Bevilacqua di Ferrara" (Ricci-Zucchini, p. 218, vedi BIB). Come si apprende dalla Guida di Bologna, già probabilmente attorno al 1881, i Bevilacqua fecero trasportare da Palazzo Fiaschi, anch'esso a Ferrara, la cisterna quattrocentesca con pilastrino istoriato, ora al centro del chiostro. Dalla presente immagine si riconosce la loggia del secondo piano, ancora archivoltata, prima dell'intervento di restauro che trasformò le volte in un soffitto cassettonato sul finire del primo decennio del Novecento (attualmente gli archi ciechi si trovano ancora nel loggiato superiore); infatti nel 1908 Alfonso Rubbiani, con l'aiuto di Achille Casanova, restaurò su commissione del duca Lamberto Bevilacqua il chiostro bolognese, intervenendo sul soffitto a cassettoni rinvenuto nel secondo piano. All'interno del Fondo Poppi - Fotografia dell'Emilia, appartenente alle collezioni di Genus Bononiae della Fondazione Carisbo, è rintracciabile la scheda (inventario 187, pubblicata on-line, vedi BIB) di una lastra fotografica che riprende il cortile di Palazzo Sanuti Bevilacqua, mostrando nel loggiato del secondo piano gli archi ciechi. La datazione di questo fototipo è compresa tra il 1871 ed il 1879: tale preziosa indicazione permette di appurare che le arcate ferraresi si trovavano già in loco prima della fine dell'ottavo decennio del XIX secolo. Dato che, l'immagine di Poppi documenta già la cisterna al centro del cortile, deve essere necessariamente anticipato l'arrivo a Bologna della medesima fontana, datato piuttosto dal Ricci-Zucchini attorno al 1881, come già specificato in precedenza. La lastra oggetto della presente catalogazione è stata inoltre rintracciata adiacente al negativo dello stesso formato N_000327 (con vecchio inventario consequenziale), che riprende similarmente una porzione di loggiato ed è attribuito allo stesso fotografo "Pietro Poppi - Bologna (Fot. dell'Emilia)", per l'iscrizione presente sul pergamino originale. Non è appurabile attualmente se tale indicazione sia corretta, ma il formato 21x27, prediletto da Poppi, e la datazione anteriore ai restauri del 1908, calzano con l'attribuzione espressa; l'attività di Pietro Poppi si può circoscrivere infatti tra il 1866 ed il 1907, quando cedette lo studio fotografico a Luigi Monari e Armando Bacchelli. La datazione delle due lastre N_000326 e N_000327 è circoscrivibile tra l'istituzione dell'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell’Emilia, avvenuta nell'estate del 1891 (operativo in realtà solo dal 1892), e lo stesso 1907. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634335
  • NUMERO D'INVENTARIO N_000326
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino: recto - R. SOPRINTENDENZA/ AI MONUMENTI DEL'EMILIA/ BOLOGNA/ MOBILE B SCAF. II N. 183/ INVENT. N. 237/ LUOGO: Bologna/ via d'Azeglio/ MONUMENTO: Palazzo Bevilaqua/ Decorazioni provenienti dal palazzo Bevilaqua/ di Ferrara -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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